leader

EMILIA ROMAGNA

L’Emilia Romagna, è formata da due regioni geograficamente e storicamente distinte; unite formano una delle regioni più ricche d’Europa. L’Emilia Romagna é una delle regioni italiane più produttive, sia per la piccola industria, sia per il turismo, il terziario, l’agricoltura, soprattutto col sistema cooperativo. In agricoltura le coltivazioni di punta sono i cereali, le patate, gli ortaggi, la frutta, le barbabietole da zucchero e la vitivinicoltura. Anche l’allevamento di suini, bovini e pollame è ai massimi livelli produttivi, infatti, l’industria alimentare é molto sviluppata e una menzione particolare meritano le industrie casearie, i salumifici e i conservifici.
Molto fiorente é anche il turismo della riviera romagnola che può contare su litoranee sabbiose che vanno dai lidi ferraresi fino a Cattolica. Milano Marittima, Cervia, Cesenatico, Rimini, Riccione sono note per la massiccia affluenza di turisti nel periodo estivo. Una nota particolare meritano le stazioni termali, piacevoli località di contatto con la natura e il relax.
Altra nota positiva sono i parchi della regione che rappresentano l’8% del territorio a cui la regione ha dedicato aree protette per salvaguardare una natura ricca di paesaggi, flora e fauna tipici. Inoltre la regione offre, a chi decide di conoscerla, iniziative culturali e città ricche di storia, di arte e di buona cucina.
La piccola industria rappresenta l’attività economica maggiore, seguita dal turismo (alberghi, ristoranti, trasporti e comunicazioni, commercio), ma la regione è ancora una terra con una forte caratterizzazione agricola …giovane e antica.

Piacenza

1) Città decorata con medaglia d’oro come “benemerita del Risorgimento nazionale”. Numerosi sono i palazzi di origine aristocratica e borghese, di notevole pregio caratterizzati da bellissimi giardini. Piacenza risulta appunto “città di palazzi” come nessun altro centro della Val Padana.

2) Industrie, soprattutto manifatturiere.

3) Le alte valli piacentine.

4) Il Grana Padano.

5) La cucina piacentina.

6) I vini dei colli piacentini.

Parma

1) Teatro Regio. Simbolo della passione melodrammatica della città.

2) Parma è sede dell’Orchestra Sinfonica dell’Emilia-Romagna “Arturo Toscanini” e di un Conservatorio musicale istituito nel 1819 dalla duchessa Maria Luigia.

3) Fondata nel 1990 in città è inoltre presente l’unica orchestra italiana da camera stabile composta interamente da strumenti a fiato.

4) Stabilimenti termali a Salsomaggiore.

5) Industrie alimentari (Parmalat).

6) Salumifici (Il culatello di Zibello – Il prosciutto di Parma).

Reggio Emilia

1) Industrie alimentari – caseifici (Parmigiano-Reggiano).

2) L’agricoltura con indirizzo zootecnico-foraggiero.

3) L’Ars Canusina, artigianato artistico tipico del reggiano, è ispirata ai temi decorativi dell’arte romanica, che fiorì nelle terre di Canossa, sotto il particolare impulso della contessa Matilde. La tradizione dell’Ars Canusina è stata coltivata fino ad oggi, grazie al contributo di artisti e imprenditori in particolare nel territorio matildico di Casina, Canossa, Reggio Emilia e San Polo con eccellenti esiti.

4) La sala del tricolore a Reggio E., dove il 7 gennaio 1797 nasce il tricolore.

5) Industria meccanica: Landini (trattori agricoli) a Fabbrico.

Modena

1) La Ghirlandina (torre campanaria del Duomo, simbolo della città).

2) L’Accademia militare.

3) Industrie agro-alimentari (Aceto Balsamico).

4) Agricoltura (Ciliegie di Vignola).

5) Industrie automobilistiche (a Maranello la Ferrari; a Modena la Maserati).

6) Industrie ceramiche a Sassuolo.

7) …e perché no? Il magico carnevale di San Felice sul Panaro.

Bologna

1) I servizi socio-sanitari della regione Emilia-Romagna sono al top in Italia, da prendere, secondo gli esperti del settore, come modello di efficienza per le regioni italiane ed europee.

2) Bologna la dotta: l’Università.

3) L’aeroporto.

4) La Fiera.

5) Bologna è la città dei portici : oltre 38 km nel solo centro storico.

6) Le due torri, di origine medioevale, sono uno dei tratti più caratteristici della città.

7) Sport: l’Associazione Calcio Bologna; la pallacanestro con la Virtus Bologna (una delle più importanti società di pallacanestro in Italia e in Europa).

8) Industrie meccaniche: La Ducati (moto) a Borgo Panigale; la Lamborghini a Sant’Agata Bolognese.

9) L’autodromo a Imola.

10) Agricoltura:L’asparago verde di Altedo.

11) Industria alimentare: Granarolo (latte e formaggi freschi, panna pastorizzata).

Ferrara

1) Castello Estense; Palazzo dei Diamanti.

2) Le Valli di Comacchio con le paludi più estese e complesse d’Italia che coniugano stagni di acqua dolce a bacini naturali di acque salmastre.

3) I trepponti a Comacchio.

4) La pesca delle anguille nelle valli.

5) Le zone boschive con il Gran Bosco della Mesola.

6) Frutticoltura.

7) Pane ferrarese.

Ravenna

1) Ravenna vanta otto monumenti Unesco, di cui sette decorati con bellissimi mosaici ancora nel loro splendore; botteghe degli artigiani-artisti mosaicisti di fama mondiale.

2) Il Porto.

3) Industrie chimiche: Polimeri Europa (Ex Anic).

4) La pineta di Ravenna.

5) Il capanno di Anita Garibaldi.

6) Cervia (le saline).

7) Milano Marittima: le discoteche (Pineta, Papeete beach, Villa Papeete).

8) Savio (parco giochi di Mirabilandia).

9) Faenza (la ceramica con oltre 100 botteghe di ceramisti iscritti all’albo degli artigiani)

10) Brisighella: l’olio e la caratteristica via degli Asini.

11) Lugo: la città di Francesco Baracca, asso dell’aviazione italiana e medaglia d’oro nella prima guerra mondiale.

12) Il mah-jong (gioco simile al domino che si gioca da molti anni quasi esclusivamente nella provincia di Ravenna… da qualche anno anche nel forlivese).

13) Agricoltura:Aziende vitivinicole – Produzione Kiwi – Pesche nettarine prodotte e lavorate nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Bologna e Ferrara.

Forlì

1) La Rocca di Ravaldino.

2) Piazza Saffi e il centro con i suoi palazzi (‘e zitadòn).

3) Architettura razionalista del ventennio.

4) T erra del Sole (ex capoluogo della Romagna-T oscana; fino al 1924 sotto l’amministrazione provinciale di Firenze).

5) Il porto canale leonardesco di Cesenatico.

6) Castrocaro (Le terme).

7) Fiere.

Cesena

1) Biblioteca Malatestiana (il cuore della cultura in Romagna- Iscritta nel registro internazionale “Memoria del Mondo” dell’UNESCO).

2) Frutticultura (coltivazione e lavorazione).

3) Autotrasporto.

4) Piadina.

5) Formaggio di fossa a Sogliano.

6) Allevamenti avicoli (Amadori).

7) Tele stampate a mano (Gambettola).

Rimini

1) Mare, spiaggia e stabilimenti balneari, attività alberghiera.

2) La notte in riviera: il passeggio – es. viale Ceccarini a Riccione – le discoteche: Cocoricò, Peter Pan, Prince, Pascià…

3) Turismo in generale.

4) Parco Acquatico a Riccione: “Aquafan”.

5) Monumenti: Ponte di Tiberio, Tempio Malatestiano, Arco d’Augusto, Anfiteatro
romano.

E ancora, in tutta la Romagna non dimentichiamo le “balere”… ormai sostituite dalle discoteche e poi, le orchestre di “liscio romagnolo”: il più importante esponente fu Secondo Casadei (lo Strauss della Romagna), l’artefice, il protagonista e l’interprete più grande della musica folkloristica romagnola, creatore principe del fenomeno “ liscio”. Un’altra caratteristica della Romagna è il Marafon o Beccaccino un gioco con le carte romagnole (si gioca in quattro) molto praticato nei circoli, nei bar e nelle abitazioni private. Tornando alla gastronomia, non si può dimenticare il formaggio “Squacquerone” prodotto in tutta la fascia collinare della Romagna.
In campo economico va sottolineato il movimento cooperativo (rosso o bianco) molto “forte” in Romagna.

E per finire… i vini romagnoli:

1) L’albana (il primo vino bianco in Italia che ebbe la DOCG); il cuore della produzione dell’albana è a Bertinoro.

2) Il Sangiovese, uno dei vitigni italiani più diffuso.

3) Il Trebbiano di Romagna.

4) La Cagnina (vino rosso dolce prodotto nelle province di Ravenna e di Forlì-Cesena).

5) Il Pagadebit (vino bianco secco o amabile -a Bertinoro- fermo o frizzante; è chiamato
Pagadebit perché il vitigno utilizzato è molto resistente e garantiva il pagamento dei debiti contratti dagli agricoltori, quindi veniva chiamato anche “straccia cambiale”.