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Transumanza di Gigi Montali

Da Tavernelle al Passo della Colla. Tavernelle, è un borgo medievale sulle colline della Lunigiana, in provincia di Massa, lontano dall’essere una meta  per il turismo di massa. È in questo piccolo paese che, per nove mesi all’anno, Giancarlo alleva e cura le sue duecento pecore di razza massese, quelle più pregiate, nero il vello e le corna. Sono pecore resistenti che si adattano facilmente a luoghi con pascoli poveri, con poca vegetazione, e alle zone montane, quindi perfette per l’allevamento sostenibile. Sono, come dice Giancarlo, il suo tesoro.  Luglio, quando il caldo e il sole seccano l’erba, è il momento dei campanacci.  Dei suoi ne va particolarmente fiero  per le bellissime decorazioni. Il tintinnio del gregge in marcia si diffonde nel paese, è l’inizio della transumanza. Giancarlo guida le pecore verso il Passo della Colla, la montagna parmense dove l’erba è verde e incontaminata. Attraverso le bellissime immagini di Gigi Montali riusciamo a immaginare,  a percepire quel caratteristico suono che sa di storia, di tempo sospeso. In questo racconto, ad accompagnare Giancarlo durante la migrazione del bestiame è Guglielmo, un architetto di La Spezia. Capita sempre più frequentemente che alcuni giovani, anche professionisti con attività già avviate, sentano il bisogno di evadere dalla città, dalla vita tra le quattro mura di un ufficio, alla ricerca di ritmi di vita diversi. Vivere in questi luoghi è però una scelta che necessita consapevolezza e competenza. La  cura e la  mungitura, qui rigorosamente a mano, come tiene a sottolineare Giancarlo, sono operazioni quotidiane. Il latte che viene poi trasformato in formaggio e ricotta,  secondo le antiche tecniche, non necessita di molte attrezzature ma della sapienza tramandata di generazione in generazione. Giancarlo porta avanti la tradizione di famiglia con dedizione. In estate, come succede in tanti borghi italiani, ad animare la vita di paese è l’arrivo dei villeggianti che in inverno spariscono lasciando soltanto poche anime a risiedervi. Ecco un altro motivo per cui viverci è davvero una scelta. E lo è anche trascorrere i tre mesi estivi secondo i ritmi arcaici della pastorizia in questo lembo di terra tra Emilia e Toscana, scrive Gigi Montali, dove c’è  solo l’essenziale: una baracca dove si produce il formaggio e si consuma la cena e una roulotte dove passare la notte in compagnia del fedele cane.

Per Guglielmo è la possibilità di una vita più felice, libera dall’assillo  del profitto economico, certamente più faticosa, ma aperta ad una dimensione che appare in connessione con i ritmi della natura e  che ci spinge a riflessione profonde sulla nostra attuale qualità di vita. Quante persone sentono il bisogno di riprendere fiato in  luoghi che sembrano d’altri tempi? Qualcosa non va nei ritmi cittadini del nostro vivere. E sempre di più sono i giovani che se ne allontanano, disposti alla scommessa di un futuro migliore.

“Transumanza” di Gigi Montali porta l’attenzione sulla conservazione degli ambienti naturali e sul recupero della montagna. Gli ovini brucando le erbe e gli arbusti  impediscono la proliferazione e l’avanzamento del bosco e le possibilità di incendi. Inoltre il loro calpestio evita l’erosione del suolo. I pastori hanno custodito per secoli il territorio montano dunque sostenerli non è un atteggiamento nostalgico ma lungimirante.

Come sempre, anche in questo progetto lo sguardo empatico di Montali ci permette di entrare in un racconto umano autentico e ricco di significati.

 

Piera Cavalieri

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