C’è un filo invisibile che unisce il contadino che si piega sulla terra e il pescatore che scioglie le corde della sua barca. È lo stesso gesto antico, ripetuto per secoli, scandito dal ritmo del sole e del vento. Mani che conoscono la fatica, occhi che leggono il cielo per capire quando seminare o quando uscire in mare.
Oggi quel filo non si spezza, ma si intreccia con nuove trame. Nei campi, accanto alle colture, si alzano strutture leggere che catturano la luce del sole e la restituiscono come energia pulita. In mare, le vele ritornano a spiegarsi, non come ricordo di un passato romantico, ma come alleate dei motori elettrici che riducono consumi e inquinamento.
Il lavoro resta lo stesso: curare la terra, affrontare le onde. Ma attorno agli uomini e alle donne che continuano a coltivare e pescare, si apre un paesaggio trasformato, dove l’innovazione non cancella la tradizione: la sostiene, la rinnova e la rende capace di guardare avanti.
In questo intreccio di radici antiche e nuove energie si riflette la storia dell’uomo, capace di reinventarsi senza spezzare il legame con la terra e con il mare. È la storia di chi semina e di chi naviga, di chi trasforma la fatica in futuro. Con Agrosfera queste voci trovano spazio e diventano racconto, perché il lavoro dell’uomo non è solo memoria, ma orizzonte da immaginare insieme.
(Daniela Cadinu)
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Dip. Comunicazione
Susanna Bertoni
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