C’è un modo di guardare che scova la meraviglia anche nelle cose senza bellezza. Yafit Tamir l’ha incontrata negli scarti di plastica, quelli di cui neppure il mare sa che farsene, li modella e li sputa sui litorali. L’invenzione di una strana affinità tra certe forme assunte dai rifiuti e gli organismi marini offre una suggestione inconsueta, raffinata e insieme perturbante, sul destino del materiale più inquinante degli ambienti naturali. Il mare, come spiega l’autrice, trasforma e scolpisce gli oggetti che riceve e ci regala forme nuove e inaspettate. È uno sguardo poetico e uno spunto di riflessione originale su quanto dovremo, sempre più, familiarizzare con l’idea di riciclo e, nello stesso tempo, su come l’immaginazione potrà aiutarci.
Piera Cavalieri
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