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“Il mondo della non violenza” di Nicola Perfetto

Quando i rifiuti creano un mondo immaginario:
“Il mondo della non violenza”  di Nicola Perfetto.

Dopo il reportage sulla Terra dei fuochi, pubblicato nell’aprile del 2020, torno al tema dei rifiuti, tra i principali responsabili della crisi ambientale. Un mondo senza rifiuti è l’obiettivo ideale e quindi anche “utopico” della sostenibilità, concetto oggi sostituito da quello di economia circolare. La fotografia permette di richiamare l’attenzione percorrendo vie diverse, da  giornalistiche ad artistiche. È in queste ultime che rientra la serie di Nicola Perfetto, la cui delicatezza poetica sollecita la riflessione sul destino dei rifiuti. L’autore non illustra come le nuove tecnologie possano aiutarci nello smaltimento senza danneggiare l’ambiente e neanche quanto sia importante la gestione della differenziata ma ci porta in un mondo immaginario. Di questo sentiamo il bisogno, quando di fronte alle ripetute sciagure, le parole vengono meno e  ricorriamo all’arte e alla poesia.

Il ‘900 è stato il secolo della plastica. Negli anni ’60 irrompe nella vita quotidiana, nelle cucine, nei salotti, nel design e nella moda, diventando accessibile a tutti. Colora lo stile di vita moderno fino a essere un materiale sempre più sofisticato che invade infiniti campi di utilizzo. E oggi? Ne documentiamo gli scarti. Le plastiche e molti altri materiali li raccogliamo in uno sterminato elenco di disastri ambientali. Le fotografie si prestano alla denuncia e alla riflessione sull’Antropocene ma i fatti recenti, ovviamente la pandemia, sono nuovi e la fotografia deve esplorare altre piste narrative, raccontare il proprio tempo e immaginare ciò che appena si intravede. Non è nuova l’idea dei rifiuti che diventano arte. Picasso, Alberto Burri, Rotella, Boltansky, Spoerri, Duchamp e quanti altri artisti si potrebbero citare, con intenti simili ma diversi, dalla protesta verso il consumismo al nobilitare materiali poveri. C’è però un nesso comune: sta nella natura umana il disperato tentativo di ricomporre i propri frammenti, forse col desiderio impossibile di immortalità e noi con la fotografia ne sappiamo qualcosa. L’immaginazione è una risorsa di cui disporre e Perfetto la racchiude nei suoi fotogrammi dove riporta a nuova vita lo spreco, lo scarto, il rimosso, creando poeticamente la fiaba di un mondo che non esiste, che chiama “Il mondo della non violenza”. È così che la narrazione diventa sentimentale e si alleggerisce di quel senso di sopraffazione dagli oggetti di consumo, di cui non sappiamo che farcene se non saranno la tecnologia e il nostro buon senso a liberarcene o a riutilizzarli. Nel mondo di Perfetto, visibile sulla sua pagina Facebook, i personaggi che inventa hanno un nome e ogni immagine è accompagnata da parole buone, empatiche, utopiche che evocano la nostra umanità e la necessità di una mobilitazione collettiva.

Piera Cavalieri

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