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Bruciavo e fischiavo.

Garda (VR) – Era notte, ero solo sul lungolago, gran freddo, una tortura, sedevo su una panchina e leggevo faticosamente alla luce bianchiccia di un lampione ritto e discreto dietro di me come un cameriere, avevo il lago a tre metri dalla punta delle scarpe, e guardavo il lago e il cielo completamente, irrevocabilmente neri con la stessa angoscia di una porta che si apre improvvisamente, in un’esplosione di luce, alla fine di un lunghissimo, strettissimo corridoio durante un incubo, sapendo che ne sarebbe potuto venire di tutto, qualcosa in ogni caso di minaccioso...
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Ilaria ha i capelli impigliati.

Lecce – Quaderno Pugliese X Nascosto oltre la china di un brullo affioramento, ripida, disseminato di rocce calcinate e nodose,  il lago del diavolo sta affondato, rotondo e allacciato da una fitta massa di giunchi altissimi e dalle teste lanose,dentro a una vecchia cava cilindrica dalle pareti rosse e scistose e dai calanchi malleabili e rigati, parecchio profonda. I giunchi fanno nel vento un lento movimento sedativo e frattale, agitandosi mollemente, asincroni e sfocati nella distanza. Sulla pellicola del lago, verde nafta, si rincorrono onde ad alta frequenza,...
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Siamo dei sudici barboni.

Padova – La notte ci è piombata addosso con la gentilezza di una secchiata di acqua gelida dopo che i tuoi  commilitoni ti hanno annodato alla branda con delle calze puzzolenti, e adesso sono con Mauro Pennacchietti – uomo di disarmante, rassicurante tranquillità – coi gomiti sul parapetto di pietra di un ponte sopra il Bacchiglione a guardare un vecchio battellino galleggiare immobile sul pelo nero di un’insenatura silenziosa e glaciale, a guardare nell’interno illuminato del vecchio battellino dal quale, a loro volta, ci fissano due facce...
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La città galleggiante.

Ancona – Poi, sulla squallida parete di cemento armato di un pilone di uno dei bassi cavalcavia vicino alla stazione, una notte che tornava mortificata e tutta bagnata da una delle sue sortite solitarie e coattive, come quelle di un degenerato, trovò scritto con una calligrafia ispirata che ai cuori infranti crescono le branchie, e le sembrò perfetto: per alcuni secondi si guardò attorno convinta che qualcuno la seguisse nell’ombra da mesi, ma non c’era nessuno, e i bar, come sempre, erano chiusi. La ragazza sviluppò la capacità nei mesi subito dopo il...
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Il morto sorride sempre.

Ferrara – Quale preziosa lezione trarre dai cimiteri? Che cosa ci insegnano? Il cimitero monumentale di Ferrara, sublime e maestoso, come pure uno di quegli avamposti subtropicali  nei quali l’inviperita potenza di fuoco delle zanzare obbliga a una trasfusione, sembra suggerirci che l’uomo è un essere mortale e la sua vita caduca, misera, meschina, impermanente e decisamente insignificante, fatta di emicranie ed ernie iatali, in generale un corpo che può tradire, ma a dispetto di ciò quanto un uomo è stronzo in vita  riecheggia nell’eternità. Merda...