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admin on 16, ott, 2011 in
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Garda (VR) – Era notte, ero solo sul lungolago, gran freddo, una tortura, sedevo su una panchina e leggevo faticosamente alla luce bianchiccia di un lampione ritto e discreto dietro di me come un cameriere, avevo il lago a tre metri dalla punta delle scarpe, e guardavo il lago e il cielo completamente, irrevocabilmente neri con la stessa angoscia di una porta che si apre improvvisamente, in un’esplosione di luce, alla fine di un lunghissimo, strettissimo corridoio durante un incubo, sapendo che ne sarebbe potuto venire di tutto, qualcosa in ogni caso di minaccioso...
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