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Anelli ogni tre dita.

Perugia – L’area di sosta è una piazzola di asfalto smagliato e spaccato, con gli orli di erbaccia sporca arricchita di bancali e rimasugli appena sopra una strada periferica che la mattina è molto trafficata, ma la sera è triste, deserta e fiaccamente arancione. Dall’altra parte, la caserma dei carabinieri, che sovrasta la piazzola con la sua rigida massa architettonica, è a sua volta sovrastata da un grande albergo la cui imponente insegna, smagliante come un diadema nella notte, dichiara il suo nome dall’intero equipaggio presto considerato  pomposo e...
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L’ultima a rimboccarmi le coperte.

Porto Sant’Elpidio (FM) – S’era intasato lo scarico del bagno e il pavimento era allagato, l’acqua tracimava e cadeva in fitte cascatelle sui due gradini che dal bagno scendevano in soggiorno. Mio padre e mia madre, riparando con la punta delle scarpe in minacciate isole d’asciutto, arginavano la piena arrotolando stracci, un empio martirologio decollava dalle labbra di mio padre, mia madre rideva così forte da doversi appoggiare alla credenza, che traballava con tutto il suo contenuto, mia madre era paonazza, io mi alzavo tardi dal letto per non...
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Alberi che muoiono bruciando.

Castelluccio di Norcia (Pg) – Sul nero laccio d’asfalto lasco e avviticchiato, la luce giallina sparpagliata e le buie paludi d’ombra di volte tronche e cangianti – lo slancio di un capriolo in un cartello di pericolo – il primo deshabillé dei boschi curvo sulla strada, campitura oro luminoso distesa dappertutto e l’assedio di lingue troppo rosse in fiamme ed emorragie rubizze e rugginose di obsolescenza, acriliche e tese a ramificate nuvolette verso l’alta statura dei monti – alberi che muoiono bruciando – attecchite alle enormi...
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Sei ancora muta.

Pordenone – Per cui esistono momenti del nostro non-so-come-chiamarlo, appena dopo i momenti in cui arriviamo insensatamente ai ferri corti, e tu lasci implodere gli ultimi roventi residui della tua stella rabbiosa sotto una doccia bollente  il cui scroscio secco e attutito dietro la porta socchiusa del bagno che vomita vapore insiste a crivellarmi la mente di colpe che finisco per convincermi di avere sul serio, acqua che corre risentita fino al volgare scarico, mentre resto lì frastornato da quanto appena successo e detto, chino sulle ginocchia a fissare il...
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Culi arrabbiati.

Trieste – Pordenone – Lasciamo il Cavalcavia e capiamo che ci eravamo affezionati al Cavalcavia, il nostro familiare alloggio e piccolo sottomondo di facce chiuse e scure e ambulanti\impertinenti comari, più presenze e ombre senza identificazione, e ci ricordiamo di fumate e briefing la sera tardi davanti alla rete di metallo a guardare, trafiggere ed essere trafitti negli occhi i\dai globi di luce del porto senza una racchiusa dimensione, erano fissi lampeggiamenti planetari,  una moltitudine prolissa di gru anchilosate e poi l’assenza anche acustica di...