La fotografia come testimonianza del tempo

La fotografia come testimonianza del tempo

Fra le diverse dimensioni del nostro progetto c’è innanzitutto quella documentale: indagare oggi la famiglia in Italia significa consegnare al tempo uno spaccato della contemporaneità di grande valore socio antropologico, quel prezioso strumento che sarà l’album del “come eravamo”.

Con il tempo cambia la società e il suo modo di porsi di fronte alle tante realtà che la animano, e cambiano naturalmente sia il modo di raccontarle, che le funzioni della fotografia: prendete ad esempio questo lavoro di Sage Sohier, “At Home With Themselves: Same-Sex Couples in 1980s America”,  fotografa americana che scoprendo l’omosessualità del proprio padre, inizia ad interessarsi a questo tipo di relazioni. Siamo negli anni ’80, quelli delle prime morti per AIDS, con i media che iniziano a parlare apertamente dei rapporti omosessuali, fino ad allora vissuti di nascosto. La fotografia in questo contesto ha valore di manifesto: la sua funzione, al di la di qualche posa impacciata, è quella di affermare, fare coming out come si dice oggi, rivendicando il proprio diritto a non essere discriminati. È da qui che è partita la strada che solo ora, in Italia, ha portato al riconoscimento alle unioni civili, “forme di convivenza tra persone dello stesso sesso basate su vincoli affettivi ed economici, alle quali è riconosciuta tutela giuridica.”

Se la Sohier indaga questa realtà con un proprio lavoro, in “Les Invisibles” Sébastien Lifshitz ha raccolto oltre 450 immagini – fra il 1880 e il 1980 – che ritraggono coppie omosessuali, un tempo invisibili per la maggior parte delle persone. Insieme al progetto fotografico, Lifshitz ha realizzato anche un documentario, presentato a Cannes nel 2012, e successivamente ai Rencontres de la Photographie D’Arles.

Attilio Lauria e Susanna Bertoni

Tutte le foto © Sage Sohier e © Sébastien Lifshitz

ww.sagesohier.com/gaycouples/gaycouples01.html

http://sebastienlifshitz.com/