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Post n° 27 – L’identità

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Post n° 27 – L’identità

Immagini del Gusto – 2008 – Angelo Movizzo

L’identità

E’ assolutamente così! Le parole che un uomo dice negli ultimi attimi della sua vita sono pronunciate nella  lingua insegnata dai suoi genitori. In quel momento estremo la persona si smaschera di tutte le conoscenze apprese e  manifesta solo la sua identità più intima: quella originaria.

E’ la mia identità originaria che involontariamente nelle reazioni impulsive mi fa dire colorite parole dialettali!

L’identità si rivela attraverso l’espressione di ciò che è interiore nella persona. Esprimersi implica la conoscenza di un linguaggio perché senza linguaggio non può esistere espressione.

Esistono i linguaggi naturali, quelli innati nel corpo. Ci sono anche i linguaggi artificiali che sono il frutto dell’ingegno umano. Ognuno dei nostri sensi è contemporaneamente mezzo espressivo e percettivo di un linguaggio specifico.

Ogni linguaggio si esercita attraverso i segni a lui pertinenti: ecco le parole e i suoni del linguaggio sonoro… ecco l’espressione del corpo, gli abiti, le immagini, l’architettura, ecc… del linguaggio visivo, ecc….

I segni identitari sono quelli che comunicano tratti dell’identità di una persona, di una comunità paesana, cittadina, regionale, nazionale. L’identità la si coglie in questa infinità di segni con i quali viene comunicata dall’individuo o dalla collettività. La realtà è piena di segni identitari.

L’identità intima nasce dall’acquisizione dell’eredità culturale della nostra famiglia e della comunità che ci ha accolto. Nel corso della vita altre culture contaminano quella originaria ed è così che si assumono nuove sembianze identitarie per porsi in efficace relazione con la modernità incalzante.

I segni identitari della tradizione e quelli della modernità coesistono nella società: impersonati dalle diverse generazioni e rappresentati dai monumenti delle diverse epoche che formano le nostre città.

Nel realizzare le fotografie di “17/03/2011- Una giornata italiana” poniamo attenzione a questa complessa coesistenza di segni identitari.

L’immagine di Marc Augé “la tradizione vista come sfondo della modernità” ci è preziosa nel comporre ciò che ci potrebbe sembrare inconciliabile.

Puntate i vostri obiettivi verso tutto ciò che è per voi normale, ovvio, domestico perché è li che ci sono i segni identitari della vostra terra.

Quindi saranno preziose quelle fotografie che, insieme ai soggetti freschi di modernità, ritrarranno la facciata del duomo, il castello,o quel bar storico della vostra città.

Immagini come queste ci racconteranno in modo suggestivo dove siamo ma anche chi siamo!

Il libro che sarà realizzato con le nostre foto sarà molto amato se riuscirà a rappresentare le tantissime identità italiane.


Silvano Bicocchi

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