Delia Aliani / Un metro e venti – 2° Premio ex-aequo – Portfolio Italia 2024
Opera 2° Premio ex-aequo Portfolio Italia 2024
di Leonello Bertolucci
Si cresce dentro ancor di più, quando non si cresce fuori. In questa sintesi dura ma reale c’è già tutta la storia e la vita di Tina. Ma andiamo con ordine: Tina nasce affetta da una forma grave di nanismo, e già a otto anni conosce ospedali, interventi chirurgici correttivi e lunghe degenze. Va avanti così ancora e ancora, mentre gli altri bambini giocano, corrono, vivono pienamente l’infanzia. Lei no. Dunque, i segni s’imprimono sul corpo e anche nell’anima. Quando arriva l’adolescenza, e con essa la piena consapevolezza della sua diversità, la sofferenza interiore si acuisce ulteriormente; a peggiorare la situazione c’è il fatto che Tina vive in un piccolo centro, dove è più difficile “mimetizzarsi” in qualche parvenza di anonimato. Col tempo, però, Tina si dimostrerà una combattente, senza gesti eclatanti, ma con costanza, alla conquista di una quotidianità centrata, tra accettazione, equilibrio, leggerezza e armonia, prendendosi cura di sé. Una storia tutta da raccontare che, come altre, in genere nessuno racconta. C’è distrazione, indifferenza, apatia, e poi “c’ho già tanti problemi…”. Tra i pochi che decidono di fare un passo per entrare nelle vite degli altri ci sono a volte i veri amici, altre chi fa volontariato, e in qualche caso… un fotografo. Le tendenze – a volte le mode – dell’odierno fotografare non spingono più verso la fotografia documentaristica, verso il reportage, verso la fotografia come finestra sul mondo. Più frequente è mettersi metaforicamente – e nemmeno troppo – davanti a uno specchio per fotografare il proprio ombelico. E visto che parliamo di specchi, allo specchio per vedersi e trovarsi Tina non arriva, come ci mostra chiaramente una foto della serie; dunque la finestra aperta su di lei dal lavoro di Delia Aliani si trasforma magicamente in un nuovo specchio dove finalmente Tina può riconoscersi e trovarsi, pronta a vivere con pienezza e forza pur nelle sue fragilità. Ecco, Delia Aliani è una fotografa che ci racconta una storia incontrata, quella appunto di Tina. Lo fa con delicatezza ma anche con decisione, con empatia ma anche con lucidità, con poesia ma anche con rigore. Insomma, come forse andrebbe mostrata sempre una storia agli occhi degli altri: senza spostarla né troppo sul piano emotivo, né troppo sul fatto cronachistico: alla giusta distanza, dunque, ben sapendo che ogni autore ha la sua personale e individuale “giusta distanza”. Scorrendo la sequenza delle fotografie di Delia Aliani, emerge una sensazione che ci fa sentire sopra un ponte temporale: il ponte che collega e mette in comunicazione la lezione del reportage classico con un approccio visivo contemporaneo, che non disdegna il ricorso a simboli e metafore inseriti qua e là per legare la realtà con l’immaginazione, i fatti con i sogni. Durezze e carezze.
Biografia
Delia Aliani (Bari, 1997), dopo il diploma in ragioneria, decide di dedicarsi completamente allo studio delle arti visive. Nel 2019 frequenta il biennio in fotografia presso la scuola Spazio Tempo di Bari. Attualmente vive e lavora a Matera, la città in cui è cresciuta. Nel 2023 si iscrive alla masterclass di fotografia documentaria presso scuola Spazio Tempo, in collaborazione con l’agenzia Prospekt Photographers. I suoi progetti esplorano aspetti nascosti, vulnerabili e spesso inesplorati dell’esperienza umana, rivelando storie intime che celebrano la bellezza della fragilità e della resilienza. Il suo progetto “Io sono Lucia” è stato finalista nell’edizione 2022 di Portfolio Italia.