Giulio Brega / Nelle terre di Diantene – 2° Premio ex-aequo – Portfolio Italia 2025

Nelle terre di Diantene, opera 2° Premio ex-aequo Portfolio Italia 2025

di Renza Grossi

Quando l’essere umano si trovò davanti al mistero della natura sentì l’urgenza di darle un nome. Per invocarla, pregarla, odiarla, prendersene cura.  Non era facile comprenderla e talvolta si dimostrava crudele. Eppure, quel mondo segreto lo affascinava e lo spingeva ad interrogarsi sui confini dei suoi segreti, sul senso della vita e della morte. Camminare nei boschi gli permetteva di allineare il ritmo del cuore al respiro di una foglia o fermarsi ad ammirare l’incanto della voce del vento attraverso i fili d’erba. Ad ogni ramo spezzato e suono minaccioso l’anima sussultava. Ma l’essere umano restava li. Come in un rito primordiale ed eterno tutto pareva immutabile al tempo, e lì, nella profondità del bosco, ogni cosa trovava armoniosamente il suo posto. L’essere umano ancora non comprendeva il senso di ciò che lo circondava, ma sapeva di esserne parte, di essere un tutt’uno con la terra umida e brulicante di vita, con il gelo dell’acqua stagnante, con il calore dei nidi e l’oscurità della notte.L’essere umano sapeva che nulla sarebbe cambiato e che, nello scorrere eterno dei giorni, altri come lui avrebbero cercato le parole giuste per celebrare i riti segreti di quel mondo.Parole, ma anche immagini.Nelle sue fotografie Giulio Brega ci racconta di quella terra di Diantene a cui appartengono i segreti più profondi dell’esistenza, a cui ancora si guarda con occhi pieni di meraviglia e timore. Lo sguardo di Giulio è quello dell’essere umano che scruta nei meandri di una sacralità concreta e travolgente. Si ferma ad indagare la porosità di una corteccia o la fragilità di una felce, il fruscio improvviso delle ali o il vello ruvido di un animale. Le sue forme non sono totalmente prive di colore ma dotate prima di tutto di una consistenza sensibile che ci permette di toccarle con gli occhi, di annusarle con un tocco lieve e di ascoltarne il movimento.Il culto misterico raccontato da Giulio è vivo nel presente come lo era all’origine dell’uomo e la sua fotografia ci permette di interrogarci sulla misura che assumiamo confrontandoci con il mondo e sulla nostra capacità di indagare ciò che è visibile e di coglierne l’essenza. La Terra di Diantene ci attira a sé e anche se talvolta siamo inquietati dalla bellezza dell’ignoto sentiamo ancora il bisogno come alle origini del tempo di dare un nome alla natura per poterla invocare, pregare, odiare e prendercene cura.

Biografia
Giulio Brega, nato a Fabriano nel 1960, è insignito dalla FIAF delle onorificenze AFI ed EFIAP. Nel 1980, grazie a un corso di studi del Centro Studi Marche, consegue il titolo di Operatore di Immagine. È stato nominato Autore dell’anno FIAF Marche per tre volte: 2016, 2018 e 2024. Sue fotografie sono state selezionate e pubblicate nell’Annuario Fotografico FIAF ininterrottamente dal 2014 al 2024. Nel 2016 e nel 2025 si classifica al primo posto in tappe di Portfolio Italia FIAF. Nel 2021 ottiene il riconoscimento di Miglior Portfolio al Festival di Fotografia Contemporanea TODIMMAGINA, mentre nel 2022 vince il tema Confini al Festival di Fotografia Face Photo News. Sempre nel 2022 conquista un primo posto ex aequo nel progetto FIAF Crediamo ai tuoi occhi ed è selezionato per il progetto Percorsi nel 2025. Nel 2023 una sua immagine viene scelta come Immagine dell’anno FIAF Marche, mentre nel 2018 raggiunge il terzo posto al concorso National Geographic. Nel corso degli anni ottiene numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, salendo più volte sul podio in concorsi e manifestazioni fotografiche. Ha realizzato mostre personali e collettive con patrocinio FIAF e le sue opere sono state esposte in sedi prestigiose tra cui il CIFA di Bibbiena, la Nuvola Lavazza di Torino, il Museo PAM Art di Parete, il MAMS di Sassoferrato, Palazzo dei Consoli a Gubbio, Montecitorio a Roma e molte altre location di rilievo. I suoi lavori sono stati pubblicati su libri e riviste, sia nazionali che internazionali.

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