Francesco Comello – L’isola della salvezza


di Fausto Raschiatore

Viaggiare significa anche essere testimoni dei luoghi che visiti e indaghi, se poi c’è un progetto di ricerca a margine finalizzata, viaggiare diventa studio, osservazione, interpretazione del reale visibile. Proprio quello che è avvenuto tra l’Isola della salvezza, Francesco Comello e la Fotografia, in un lungo dialogo affascinante e di prospettiva. La fotografia, infatti, sollecita e stimola alla conoscenza, permette di soddisfare ogni curiosità, determina forme e dimensioni della tessitura iconica, dà contenuti a osservazioni e punti di vista. Un mondo che si scopre, che apre le porte e si lascia indagare, interpretare, studiare, è un universo nuovo. Immagini poetiche, dolci, musicali, vissute intensamente, costruite al filtro di una speciale sensibilità collocabili tra ricerca (tanta) e reportage (poco), cariche di simboli  e di metafore, frutto di osservazioni attente, di taglio concettuale che articolano la cifra portante delle valenze culturali dell’Isola, un mondo inesplorato nel quale le atmosfere sono indefinite e indefinibili e i silenzi sublimi e solenni. Una comunità di Bisognosi, Emarginati, Ultimi. Un luogo a più dimensioni espressive che la sensibilità dell’autore ha indagato in un bianco e nero sobrio, curato, elegante e calibrato in una tessitura iconografica di buon pregio stilistico. Come ha fatto Francesco Comello nella comunità di Yaroslav, in Russia, fondata da un prete ortodosso seguendo i principi del Vangelo e dei santi padri. Un contesto nel quale si da concretezza alle proprie consapevolezze plasmando l’anima e allenando il corpo. “I valori supremi sono Dio e la patria. Un’Utopia educativa fuori dal mondo ma immersa nella storia, dove l’impegno di tutti per un cambiamento individuale e crescita armoniosa mantiene viva la speranza”, dice l’autore. Frammenti linguistici coordinati e collegati da un filo conduttore invisibile in uno straordinario mondo nel quadro di sensazioni e percezioni che Comello trasmette con amore. Il tempo appare fermo, immobile, silenzioso; domina una dimensione antica, ancestrale, radicata. Traspare fiducia verso il prossimo ed è viva la speranza in un mondo migliore che dia all’individuo una più giusta e adeguata collocazione.

“Ho incontrato una umanità fatta di cose semplici”.

Biografia

E’ nato a Udine nel 1963. Dopo aver frequentato la Scuola d’Arte e preso il diploma, lavora con Studi e Agenzie fino al 1996, anno in cui decide di mettersi in proprio e operare come freelance. Fin dal tempo della scuola si appassiona di fotografia, ma solo in questi ultimi anni intensifica il suo interesse, con l’intento di produrre dei racconti fotografici. Per far questo compie dei viaggi che lo mettono in contatto con realtà lontane e culturalmente diverse dalla sua. Numerose le esposizioni personali e collettive cui ha partecipato: Collettiva FacePhotoNews – Sassoferrato (2014); Personale Galleria San Fedele – Milano (2013), partecipazione alla mostra “Uno sguardo inadeguato” di Francesco Zizola (CIFA 2013); Collettiva Festival di Fotografia Europea – Reggio Emilia (2013); Photo Vernissage Saint Petersburg (2011). Fra i numerosi riconoscimenti ottenuti: 1° Premio Rosignano Fotofestival 2016 e 1° Premio Spot Light Award (World Report Award 2016); 1° Premio Rovereto Immagini (2011 e 2014); 1° Premio Trentino Immagini (2014); Autore dell’anno FIAF – Friuli Venezia-Giulia (2013); 1° Premio 12° Trieste PhotoFestival (2013).

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