Francesco Francaviglia – Le Donne del digiuno


Opera Vincitrice
di Silvano Bicocchi
“Le Donne del digiuno” sono i ritratti delle donne siciliane che nel luglio del 1992, nel giorno del funerale del magistrato Paolo Borsellino, diedero vita con il pubblico digiuno a una sorprendente protesta civile contro la mafia. Fu Gandhi, per primo, ad adottare il digiuno come strumento non violento di lotta politica per la conquista dei diritti civili. Egli praticò il digiuno con gli stessi significati che esso ha nelle religioni, ovvero l’assunzione da parte di chi lo esercita di responsabilità e purificazione. Nel contesto di quel giorno tristissimo del ‘92, il digiuno fu segno di responsabilità nell’assumere un atteggiamento mentale opposto a quello dell’indifferenza verso il fenomeno mafioso e di purificazione da tutte le forme di influenza culturale che la mafia esercita. Nell’opera di Francesco Francaviglia ogni volto racconta con i segni fisiognomici l’unicità di una storia umana, ma tutte sono vicende di dolore privato causate da pubbliche trame del fenomeno mafioso! Queste donne, nei loro ritratti, ci appaiono con occhi che sanno cosa guardare e come porsi, negli scenari intimi del proprio vissuto che la memoria custodisce ed elabora con affetto verso i loro cari, vittime di mafia, e con amore per la libertà. Anche la fotografa Letizia Battaglia era tra quelle donne ed è oggi tra questi volti illuminati e avvolti nel buio, nella stessa oscurità dalla quale lei fece emergere, nel 1993, il volto della vedova Rosaria Schifani chiusa nel dolore del lutto. Con questa scelta visiva, inusuale, il linguaggio della Battaglia passò dal rumore della metafora fotogiornalistica, al silenzio metafisico della metonimia artistica. E’ metonimico anche il linguaggio fotografico di Francesco Francaviglia quando legge, dopo oltre vent’anni, in ogni ritratto, quel personale messaggio intimo comunicato dai segni lasciati sul volto dall’elaborazione di sofferti vissuti o di strazianti lutti. Ma nella coralità dei messaggi di queste madri, mogli, sorelle, compagne, prende forma la metafora del femminile con la sua natura capace di accogliere la vita, consolare e proteggere il ferito e difendere la memoria di chi è morto. Il volto della donna siciliana che prende forma dalla maestosa coralità de “Le Donne del digiuno” mostra una viscerale energia nel rifiuto del rassegnarsi al potere mafioso e promuove, contro le evidenze del passato e del presente, la fede in un futuro di libertà.
Biografia
E’ nato a Palermo nel 1982, vive a Firenze. Studia violoncello con Giovanni Sollima e regia alla scuola Téates diretta da Michele Perriera. Del 2006 è il suo primo lavoro fotografico dal titolo “Terra Aria” . Nel 2009 vince una borsa di studio per la fotografia e si trasferisce a Firenze per frequentare la Scuola Internazionale di Fotografia. Dal 2010 al 2012 lavora alla realizzazione di un videoproject sui poeti di Sicilia, con le musiche di Giovanni Sollima. Frequenta l’Istituto Europeo di Design a Roma e a Milano dove approfondisce il proprio interesse per la fotografia pubblicitaria e il ritratto fotografico. Tra il 2013 e il 2014, dà vita a Palermo al lavoro “Le donne del digiuno”. Contemporaneamente, su invito della fotografa Letizia Battaglia, ritrae donne scrittrici, magistrate, sorelle o madri di vittime della mafia che hanno fatto della loro forza uno strumento di lotta e di denuncia. Attualmente sta lavorando ad un nuovo progetto sui poeti italiani, presentato in anteprima al Museo Macro di Roma in occasione della 13^ edizione di FOTOGRAFIA, Festival Internazionale di Roma.

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