Maria Pansini / Taranto non vuole morire – 2° Premio ex-aequo
Opera 2° Premio ex-aequo Portfolio Italia 2023
di Mariateresa Cerretelli
Come manifestare con la fotografia quel mix straniante di pregio e di declino che ammanta la città dei due mari, in Puglia? Con uno sguardo consapevole e dolente, l’obiettivo di Maria Pansini, nata a Terlizzi (BA), nel 1974, prima classificata dalla giuria del 20° FotoArte in Portfolio di Taranto, è riuscito appieno a costruire un progetto dal titolo Taranto non vuole morire, ispirato a Il cafone all’inferno, 1955, inchiesta del meridionalista Tommaso Fiore. Chiamata a documentare le manifestazioni degli operai dell’Ilva e tornata più volte per motivi legati alla frequentazione con il Circolo Fotografico e alla salute della madre, l’Autrice si accorge di volersi connettere con l’anima di Taranto, luogo complesso e stratificato che dista solo un centinaio di chilometri da dove vive. E così decide di scrivere una storia che riprende la forza reale delle luci e delle ombre di cielo, di terra e di mare ma utilizza come linguaggio espressivo un bianco e nero contrastato, rifacendosi allo stile di autori giapponesi che predilige, da Daidō Moriyama a Jacob Aue Sobol. Lo studio per approfondire lo sguardo e la conoscenza è una costante nel lavoro di Maria Pansini: “A portarmi a Taranto è stata anche la lettura di uno scrittore tarantino, un intellettuale, Alessandro Leogrande che ha scritto moltissimo anche del Sud Italia in generale ed mi ha fatto risalire alle origini sia della città vecchia, dei quartieri periferici e al dramma che oggi si consuma legato alla crisi del siderurgico”. Passano nelle sue immagini la bellezza della storia antica e la scoperta del Museo Archeologico, specchio di un passato che brilla di ricchezza e di benessere. Si staglia il nucleo antico perché il centro storico di Taranto era un’isola, legata poi al resto della città da due ponti e, fino alla fine dell’800 era l’unica zona abitata e c’era il divieto di costruire esternamente. E i palazzi nobili appaiono tristi, abbandonati e in rovina con vicoli strettissimi che richiamano i Caruggi di Genova. Lo sguardo poi si sofferma sui quartieri periferici, la cementificazione della costa e i palazzoni con l’incubo della disoccupazione ma si risolleva a descrivere l’intimo rapporto con l’acqua reso magistralmente dalla metafora di Pier Paolo Pasolini che descriveva Taranto come un’ostrica aperta tra questi due mari, il Mar piccolo, dal ponte girevole e il Mar grande che si affaccia sullo Ionio. L’acqua si porta via i pescatori ma è anche risorsa di economia e di vita. Ed emerge nella Baia delle Sirene una dea del mare: “è la mia Sirena tarantina, le ho chiesto di posare per me, unica foto costruita, nata da un incontro”, sottolinea la fotografa. I riti della Settimana Santa e la lentissima processione della Madonna Addolorata segnano un nuovo capitolo che sembra prendere le distanze dalle espressioni di rassegnazione e di disagio dei giovani. Qui tutta la comunità si ritrova come a cercare le risorse per risorgere. E, per il finale della sua narrazione, Maria Pansini fotografa un Cristo con le braccia aperte, imprigionato da reti di materassi, nella piazza del rione periferico Paolo VI con le braccia così stese che possono sembrare una sorta di rassegnazione di tanti tarantini. E se fosse invece l’immagine di una speranza e la possibilità di una resurrezione?
Biografia
Maria nasce nel 1974 in Italia. Nel 1999 si laurea all’Università degli studi di Bari in Antropologia Sociale. Si trasferisce a Milano per studiare fotografia presso l’Istituto Riccardo Bauer, dove si diploma fotografo professionista nel 2001 e lavora nel campo della fotografia di reportage e di musica e spettacolo. Inizia le collaborazioni con l’editoria pubblicando su magazine di settore musicale e riviste di attualità (Edizioni San Paolo). Dal 2012 insegna storia della fotografia, tenendo seminari e lezioni presso il Politecnico ed il Museo Civico di Bari, fonda con altri professionisti del settore la Scuola di Fotografia “Fproject” organizzando numerosi corsi e workshop. Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero e vinto vari premi.