Michele Brancati – Jacopo
E’ quasi una necessità per i genitori documentare con delle fotografie la crescita dei propri figli. E probabilmente è un’esigenza più maschile che femminile, perché la mamma è imprescindibilmente coinvolta da una relazione più intima e concentrata dall’impegnativo compito di madre. Al neo-papà rimane in genere un ruolo importante ma in secondo piano, il compito di fornire il supporto materiale e affettivo per il nuovo equilibrio familiare sviluppando con il tempo una relazione con il nuovo nato. E’ in questa zona che si sviluppa il progetto di Michele Brancati, sul suo rapporto con Jacopo fin da prima della sua nascita. Sono tanti i temi che risuonano in queste immagini e che si aggiungono man mano le osserviamo. Innanzitutto la ricerca del bimbo di un “porto sicuro”, di una figura che sia di protezione e di esempio nell’attività ludica, che forse può apparire senza significato solamente per gli adulti ma che è palestra di vita per il bambino. E mentre vediamo il piccolo emulare i gesti del padre, che lo segue e viene seguito in una complicità resa più ancor intima dal linguaggio fotografico, il rapporto si sviluppa attraverso la scoperta del mondo e delle sue regole, la ricerca delle prime autonomie e dell’espressione di sé nei primi disegni, linee e graffiti. Ogni oggetto agli occhi dei bimbi è vivo, ispirazione di gioco, curiosità e di nuove scoperte fra assimilazione e accomodamento: tale atteggiamento ingenuo e attivo fa rivivere al padre sentimenti sopiti, immedesimandosi nello sguardo e nel linguaggio del figlio. Una fotografia consapevole deve saper traguardare la tecnica e diventare espressione di un sentimento; il linguaggio fotografico, le convenzioni, le regole, devono passare in secondo piano per favorire emozioni e risonanze. L’autore ci ha accompagnato in modo sapiente in un territorio intimo ma condiviso, proprio laddove le immagini creano un significato e la fotografia semplicemente “accade”.
“A cosa serve una grande profondità di campo se non c’è un’adeguata profondità di sentimento?” – Eugene Smith
Biografia
E’ nato a Reggio Calabria nel 1977. Dopo gli studi accademici in cinema e fotografia presso il DAMS di Bologna, approfondisce l’ambito del fotogiornalismo presso l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano, sotto la guida del fotoreporter Hannes Schick. Nel 2008 si reca sul confine slovacco-ucraino per documentare le condizioni dei centri di accoglienza per immigrati. Nel 2009 vive tra Estonia e Lettonia per documentare la situazione socio-politica, a ridosso della elezioni europee. I suoi reportage sono stati pubblicati da varie riviste specializzate di fotogiornalismo, nonché su diversi quotidiani nazionali e trasmessi su “Linea Notte”, approfondimento del TG3. Partecipa a varie iniziative sul tema “convivenza, integrazione e dialogo tra culture” sia in Italia che all’estero, esponendo i suoi lavori in diverse mostre personali e collettive. E’ stato per tre anni fotografo ufficiale del Festival Internazionale del Jazz di Orsara di Puglia (FG). Vincitore di tre Bronze Award all’International Photography Award 2010 di Orvieto. Premio Speciale HF Distribuzione. Rovereto Immagini 2011 Premio Micamera. Sifest 2014. Attualmente vive e lavora a Colonia.