Silvano Monchi / Olia Prison Farm – 2° Premio ex-aequo 2008

Opera 2° Premio ex-aequo Portfolio Italia 2008

di Silvano Bicocchi

Nessuno rimarrà colpito dalla realtà narrata in questo reportage, realizzato in Uganda al carcere Olia Prison Farm. Ormai non più! Ormai per scuotere la nostra coscienza occorrono scenari molto più cruenti di questo carcere semideserto, nel quale tutto appare sotto controllo. La prigione si trova in una regione, situata all’estremo nord-ovest del Paese al confine con il Congo ed il Sudan, martoriata per decenni dalla guerriglia combattuta anche coi bambini soldato. Ora questi bambini sono adulti, hanno famiglia e vivono qui in questa zona. L’opera aperta di Silvano Monchi rappresenta, con una nonstoria, momenti di vita pomeridiana di questo ambiente. Le sue immagini ci mostrano uomini, posti sotto regime carcerario, ben alimentati, vestiti con indumenti occidentali, che riposano dopo una giornata di lavoro nei campi; se non fosse per la presenza degli usurati mitragliatori Kalasnicov vedremmo un insolito ambiente africano perché privo dei bambini denutriti, della miseria, della disperazione. Cosa non ci dicono le fotografie? Non possono dirci che forse, questi carcerati, sono stati bambini soldato, e non ci dicono quale reato hanno commesso. Per un attimo fotografi coi loro volti li assolvono ai nostri occhi occidentali ignari delle loro storie. Lo scatto e la stampa digitale coi suoi virtuosismi estetici è complice del loro bel aspetto, mostrandoci corpi ben modellati dalla pelle liscia, una bellezza che in questo contesto funge da corazza impenetrabile che nasconde il loro segreto esistenziale. Le immagini dalla raffinata composizione ci rimandano, col senso alto della citazione, alla visione dei maestri del fotoreportage. Il senso dell’opera si fonda su immagini dal tempo sospeso, le quali ci pongono più domande che darci risposte. Tra le tante, riferita al fotogiornalismo una domanda mi preme: qual è il limite della fotografia nel conoscere e comunicare la realtà?

Biografia
Nato a Figline Valdarno nel 1948, si avvicina alla fotografia nei primi anni ’70. È fortemente attratto dal reportage sociale che riesce a combinare la passione per la fotografia con la solidarietà. Nel 1995, agli albori della fotografia digitale, inizia a trattare le sue immagini con il computer e nel 2005 abbandona la fotografia analogica per dedicarsi esclusivamente al digitale. Dal 1981 è presidente del Circolo Fotografico Arno, carica che gli impone di dedicarsi alla fotografia anche come organizzatore di manifestazioni ed eventi fotografici. Per un periodo è stato Consigliere Nazionale della FIAF e Direttore del Dipartimento Giovani.

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