Mostre

Dalle Antiche tecniche all'infrarosso

Tecniche
La mostra dedicata a Leonello Savoretti vuole essere un momento di riflessione sulla tecnica fotografica e in particolare le antiche tecniche; tema della sua ricerca è la natura, un progetto che sento molto vicino al mio modo di vedere il mondo.
Viviamo in una società che fa di tutto per offrirci cose e stimoli di cui non abbiamo bisogno, facendoci perdere l’orientamento e lasciandoci confusi, disorientati. E’ per questo che le immagini di natura di Savoretti diventano per noi un rifugio, ci regalano un momento di pace.
Nelle sue fotografie i rami ghiacciati, piegati dalla neve, si manifestano sulla carta attraverso i sali d’argento diventando testimoni dello scorrere delle stagioni.
Ma non è solo una questione di stampa, Savoretti sa valorizzare attraverso lo scatto i luoghi e la luce della sua pianura padana, facendoci scoprire le sue radici. Le anse del fiume, le barche, gli attracchi, la nebbia, tutto si fonde in una atmosfera coinvolgente. Attraverso le immagini di Savoretti vivo le stesse emozioni del fotografo e mi è difficile osservare queste fotografie con distacco critico , rimango troppo coinvolta perchè abbiamo come origine le stesse impronte.
I molti rullini del suo archivio diventano un diario dove andare a leggere pagine che regalano piacere e emozione.
La sua tecnica non è fine a se stessa, come dimostrano le immagini all’infrarosso; questa tecnica nasce in ambito militare, ma la dolcezza dell’effetto che si stende sulle piante, la linfa che scorre nei rami e nelle foglie schiarendole mentre i cieli e l’acqua si immergono in un buio profondo, tutto questo non può lasciarci che affascinati, come i bambini davanti ad un paesaggio fiabesco.
In questi anni i sapori della terra di pianura hanno offerto a Savoretti molti spunti, ma non meno interessanti per lui sono state le persone: le antiche tecniche diventano così uno strumento per riflettere sullo spessore della persone e la sua sensibilità lo porta a cogliere con ottimismo la parte buona del genere umano.
La fotografia può essere una grande compagna di vita, la camera oscura un rifugio. Il tempo, quanto di più prezioso abbiamo, in camera oscura assume una dimensione diversa e ci fa percepire la differenza con i ritmi frenetici che le nuove tecnologie ci impongono, con l’immediatezza delle immagini digitali.
La camera oscura, e ancor più le antiche tecniche fanno la differenza.
Le antiche tecniche potrebbero essere una arida combinazione chimica di sali d’argento, ossalato ferrico, platino o acido cloridrico …  ma nelle mani esperte di Savoretti diventano uno strumento artistico, una sensibilizzazione delicata per creare una visione nuova, un’interpretazione del reale attraverso il bianconero, i viraggi e tonalità monocromatiche che danno forma alle immagini come il sole e le stagioni fanno maturare la frutta sugli alberi.
Come in tutte le cose ci vuole passione.
Un caro amico e maestro di vita, Ando Gilardi, ci aveva avvertiti già 15 anni fa: “Siamo nel mezzo di un enorme salto epocale che cambierà la cultura totalmente, e non solo quella fotografica: il salto dell’analogico al digitale.” Ma non c’è da spaventarsi.
Ando era folle ma geniale, e straordinariamente colto, un grande amico. Sosteneva che nessuno di noi accetterebbe di andare in giro vestito in modo identico ad un altro, e questa ricerca di soluzioni personali domina le nostre scelte. Le stampe realizzate con le antiche tecniche sono uniche, irripetibili.  E’ un modo di fare fotografia per chi ama la frutta maturata al sole, nello scorrere delle stagioni.
 
Rosanna Checchi
Rodolfo Namias editore

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