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In oblivion

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IN OBLIVION
Mostra fotografica di Filippo Venturi
www.filippoventuri.it
Da lunedì 29 aprile a lunedì 20 maggio 2013
Associazione Artincanti c/o Ex Disco Rosso
Piazza XX Settembre 1 – 47121 Forlì (FC)
(Progetto Spazio agli Spazi)
Aperto lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 16.30 alle ore 19.30
Saranno esposte n. 12 foto del progetto “In Oblivion”, realizzato nel 2012 nel quartiere newyorkese di Red Hook.
Presentazione:
Red Hook è uno dei quartieri più vecchi di Brooklyn e di tutta New York City.
Nell’ultimo censimento (2010) risultano 11.319 abitanti.
Il primo insediamento risale al 1636, quando i coloni olandesi fondarono qui un primo villaggio, Roode Hoeke, che contrariamente a quanto si possa pensare ha poco a che vedere con un uncino. Il nome olandese significa “punto rosso”,  riferendosi al terreno argilloso che da lontano forniva un punto di riferimento (rosso) alle navi in arrivo.
A Red Hook mosse i primi passi nella criminalità Al Capone.
Nel 1990 LIFE definì Red Hook come uno dei peggiori quartieri di  tutti gli Stati Uniti (“The crack capital of America”).
Nel 1992 Patrick Daly, direttore della scuola (che oggi porta il suo nome), mentre cercava uno studente che si era allontanato dopo una rissa, rimase ucciso in una sparatoria in strada fra trafficanti di droga. La reazione fu un massiccio intervento della polizia fra il 1993 e il 2003: gli omicidi calarono del 100%, le aggressioni del 68%, le rapine del 55% e gli stupri del 33%.
Oggi il quartiere vive in un oblio fatto di rumori di sottofondo, quasi ovattati; l’infrangersi del mare sulla costa, il volo silente dei gabbiani, il vento che attraversa palazzi e fabbriche deserte, l’attività di qualche piccola bottega ricavata in palazzi anneriti, l’eco di macchine d’epoca abbandonate. tracce di quello che un tempo è stato uno dei principali punti di accesso di New York City.
Camminando per le vie di questo quartiere è impossibile non percepire un’atmosfera nostalgica, diversa da quella sfarzosa e luminiscente della midtown, dove fiumi di persone lottano per un metro quadro di marciapiede o per uno spiraglio di vetrina.
Il quartiere ruota attorno a pochi fulcri: il campo sportivo sovrastato dal gigantesco scheletro del Grain Terminal, l’IKEA che è forse l’unica attrazione per gli altri newyorkesi, l’accogliente cattedrale della Visitazione della Beata Vergine Maria, i numerosi depositi di school bus dove il viavai è continuo, i supermercati economici, l’area delle case popolari e la zona portuale dove si scorge irraggiungibile la Statua della Libertà.
Negli ultimi anni, grazie anche dei costi ridotti degli affitti degli appartamenti e dei magazzini, molti giovani e artisti si stanno stabilendo in questo quartiere, gettando le basi per una futura rinascita dell’area. Nell’agosto 2012, il quartiere è tornato d’attualità mediatica perché l’ultimo film del regista Spike Lee, “Red Hook Summer”, si ambienta proprio in questo quartiere.
Autore:
Filippo Venturi è un fotografo cesenate; svolge la propria attività prevalentemente in Italia.
Si dedica soprattutto al reportage, ma anche a progetti personali e artistici.
“In Oblivion” segue la sua ultima mostra personale, “Re Lear Fotografato” di e con Michele Placido, tenutasi lo scorso dicembre presso il Teatro Duse di Bologna.

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