Made in Tanzania

Made in Tanzania è l’equivalente in immagini di un racconto, veicolo di trasmissione per emozioni, sensazioni per cui le sole parole non bastano.
Quanto sia complessa questa operazione lo sanno quanti a vario titolo si sono misurati con operazioni simili.
Ricavare buoni scatti in contesti ambientali tanto stimolanti è gioco facile, ma una buona immagine capace di veicolare solo sensazioni estetiche, lascia un vuoto, indefinibile da parte del fruitore ma consapevolmente colpevole da parte del fotografo.
La presunzione di coinvolgere emotivamente deve fare il paio con le capacità di cogliere le peculiarità uniche, irripetibili, di un luogo, di un popolo.
Se non si coglie l’essenza, l’unicità del “Populo” dell’umanità che trasuda dalle difficoltà del vivere quotidiano, dalla dignità emanata da chi possiede solo gli stracci che indossa, se non si tenta di fare della fotocamera una protesi, oltre che del nostro occhio della nostra sensibilità, se il nostro intervento sarà di natura poco più che meccanica, se lasciamo  che sia la fotocamera a dirigere le operazioni, allora sarà una battaglia perduta per il fotografo.
Questo vuole essere questa mostra, rendere partecipi, fare rivivere per pochi minuti in chi la visita il pathos, la forza emotiva di chi ha vissuto, anche se brevemente, e scritto questa storia.