Giancarlo Rupolo – Presenze di non presenze.
Giancarlo Rupolo – Presenze di non presenze – Fotografie.
Presso IMAGINARIO GALLERY – GALLERIA FIAF
Via Dante 16 -SACILE PN
dal 23 febbraio al 24 marzo 2019
inaugurazione sabato 23 febbraio – ore 18:00 – brindiamo con PRADEGO vigneto giardino
Orari:
da martedi a sabato 17:00-19:00
domenica 10:00-12:00 / 17:00-19:00
La Fotografia come conservazione della memoria.
L’aspetto rivelatore attribuito alla fotografia, unito a quello di conservazione della memoria,
già alla fine dell’Ottocento aveva dato vita alla Fotografia Spiritica.
William H. Mumler e William Hope, solleticarono l’ingenuità e la curiosità del pubblico
sfruttando le loro abilità di ritocco in camera oscura: le doppie esposizioni
e altri trucchi servirono così per “catturare” e rendere visibili le anime dei cari estinti.
Giancarlo Rupolo, lasciando da parte gli intenti fraudolenti dei vecchi medium-fotografi,
mette in atto un analogo processo, lavorando sulla memoria e sul tempo, ma soprattutto
portando alla luce ciò che altrimenti non sarebbe possibile vedere.
Pripyat, città sorta appena 16 anni prima a soli 30 chilometri dalla centrale nucleare
“Vladimir Lenin” di Chernobyl, nel 1986 in seguito all’esplosione del reattore 4 fu evacuata in poche ore,
lasciando ai suoi 50.000 abitanti solo il tempo di prendere con sé i documenti.
A distanza di trent’anni, i bambini e i giovani, allora disseminati in varie parti del territorio sovietico,
cercano di riallacciare legami e contatti attraverso siti web e social; ciò ha spinto Rupolo a creare
un racconto straziante e poetico, unendo le riprese da lui effettuate durante un viaggio nella città fantasma,
alle immagini d’epoca postate dagli sfollati.
Grazie ai sapienti montaggi dell’autore, scolari, allievi e piccoli sportivi emergono dai vecchi album dei ricordi e
si riposizionano in questi ambienti un tempo familiari; su quei volti in posa per la foto scolastica,
intenti a seguire una recita di fine anno o a sfogliare un libro illustrato, pare di scorgere una malinconia premonitrice,
accentuata dai luoghi fatiscenti, pervasi da una luce acida, quasi una diretta emanazione dell’atmosfera ancora satura di radiazioni.
Lorella Klun
PRIPYAT “Presenze di non presenze“ – Прип’яті “ УЧАСНИКИ неявки “
Quanti bambini hanno studiato e giocato in queste scuole correndo felici ed ora, forse non ci sono più.
Quanti bambini e ragazzi hanno inseguito su questi banchi il sogno di un domani migliore e forse non lo hanno mai raggiunto.
Ora, di tutti questi giovani, rimane solo il segno del loro passaggio.
Pripyat era una città di circa cinquanta mila abitanti situata a tre chilometri della centrale nucleare di Cernobyl
dove è avvenuta l’esplosione del reattore il 26 aprile 1986.
La città di Pripyat è stata evacuata totalmente, in sole quattro ore, solo tre giorni dopo il disastro nucleare e
da allora non vi abita più nessuno a causa della elevata concentrazione di radiazioni ancora presenti.
Dopo l’evacuazione i nuclei familiari sono stati disseminati in tutto il territorio, allora sovietico,
rompendo così ogni legame di amicizia, di vita associativa e sociale creato in anni di vita in comune.
In questo lavoro ho voluto introdurre all’interno delle mie foto le immagini di quei bambini e
di quei giovani che oltre trent’anni fa frequentavano questi luoghi.
Le immagini delle persone, qui riprodotte, sono state tratte da alcuni siti web ucraini e russi
ed appartengono a quei ragazzi che realmente hanno abitato nella città di Pripyat fino al momento
dell’evacuazione e che adesso, postando le loro foto scattate allora su questi siti, si stanno cercando
con l’intento di riallacciare a distanza quelle amicizie forzatamente interrotte.
Giancarlo Rupolo