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Mostre 2012

Portfolio Italia 2011

Portfolio Italia 2011
Gran Premio Epson Italia – Premio Kiwanis Prato

Opere finaliste:
1° Premio Assoluto: Paola Fiorini e Beatrice Mancini: “Love Camping: apologia dello stanziale”
2° Premio ex-aequo: Giorgio Di Noto: “City n.0” e Francesca Masariè: “Transiberiana”
Premio speciale del pubblico: Francesco Comello: “Oshevensk – Ritorno in Russia”

Galleria FIAF 11 maggio – 1 giugno 2012

«Credo in questo progetto che è l’anello di congiunzione fra la fotografia come pratica di massa e la fotografia come eccellenza d’autore. Silenziosamente, il mondo dei fotoamatori sta cambiando, e se avrete voglia di fare un salto a Bibbiena vi accorgerete che sono finiti i tempi dei tramonti, delle vecchiette, delle pecore al pascolo. Che i portfolio dei fotografi speranzosi oggi sono pieni di idee generose, non tutte destinate a un grande avvenire, forse, ma oserei dire che se nella fotografia italiana ci sono idee destinate a un grande avvenire probabilmente ne trovate qualcuna qui.
Michele Smargiassi (Repubblica.it – Blog Fotocrazia)


Paola Fiorini e Beatrice Mancini
Love Camping: apologia dello stanziale – Opera vincitrice

di Silvano Bicocchi
La felicità è andare in ferie per 10, 20, 40 anni con la roulotte posta nella stessa piazzola, del medesimo camping al lago, con gli stessi amici che magari sono anche i vicini di casa. La felicità è celebrare i riti della famiglia, insieme ad altre famiglie amiche da lungo tempo. È vedere, anno dopo anno, diventare adulti dei ragazzi che si sono visti bambini ed invecchiare coppie conosciute appena sposate o trovare un posto letto per consolare l’anziano genitore rimasto vedovo. La felicità è ornare la propria piazzola di fiori e oggetti da mondo delle favole, usare da anziani la bici “Graziella” compagna di altre stagioni della vita. È l’abbondanza a tavola e il saziarsi senza preoccuparsi d’ingrassare; è andare con le sdraio nell’acqua fresca del lago pensando che a casa in pianura si soffre il caldo torrido. Sono famiglie del nord Italia di operai e impiegati, di artigiani e piccoli imprenditori che sono stati operai. Sono i laboriosi rappresentanti del ceto medio che amano la semplicità e la concretezza, i loro nonni furono contadini, le loro famiglie sono l’ultima evoluzione dell’archetipo della millenaria famiglia della Civiltà Contadina Padana. Ma con l’ultimo dittico, che mostra la messa in vendita della roulotte da parte di una giovane famiglia di oggi, Paola Fiorini e Beatrice Mancini danno forma compiuta all’idea centrale della loro opera: “l’ideale del camping stanziale della famiglia dell’Italia del benessere non lo è più condivisibile da chi vive oggi nell’epoca della precarietà”. La contemporanea presenza nel camping delle due mentalità diventa segno del sofferto attraversamento dal ‘900 al nuovo millennio. A differenza delle ricerche fotografiche di critica sociale sulla “middle class” americana, in quest’opera, dai colori desaturati, la capacità delle autrici di rapportarsi empaticamente col soggetto e di vederne i segni pregnanti, ben rappresenta anche il loro sentimento di discendenza antropologica da questo modello sociale ormai in_fase_crepuscolare.

Biografia di Paola Fiorini
Veronese di nascita, autodidatta, la sua formazione passa attraverso corsi di tecnica mai terminati, scambi di idee e visioni, workshop (2008 con Elizabeth Opalenik; 2009 con Stefano de Luigi; 2010 Workshop con Alex Majoli/Magnum; 2011 con Pietro Masturzo). Predilige l’uso di fotocamere a pellicola, materia dove si sviluppa gran parte della sua ricerca e sperimentazione stilistica. Nel 2009 ottiene il primo premio al “Portfolio in Rocca” di San Felice sul Panaro e nello stesso anno si classifica prima assoluta al “Portfolio Italia – Gran Premio Epson – Kiwanis”. Espone al Centro Italiano della Fotografia d’Autore a Bibbiena, Savignano Immagini SIFEST, Fotoleggendo (Roma), Mart (Rovereto Immagini), Corigliano Calabro, Castelnuovo di Garfagnana, Galleria NINAPI’ Ravenna, Casa Museo Fraboni San Pietro in Casale (BO), presso la galleria Belvedere (MI) nella collettiva “Foto d’Autrice” a cura di Cesare Colombo e la collaborazione di Giovanna Calvenzi. Nel 2011 espone al Photo Vernissage, Manege Museum di San Pietroburgo. Insieme con Beatrice Mancini si classifica al 2° posto al Premio Internazionale Rovereto Immagini. Sue immagini sono state pubblicare su Il Fotografo, Gente di Fotografia, Seedmagazine, Fotoit. Dal 2011 è co-fondatrice del collettivo synap(see).

Biografia di Beatrice Mancini
È nata ad Este. Nel 2000 si laurea in Lettere Classiche con una specializzazione in Archeologia Medievale presso l’Università degli Studi di Padova. Nello stesso anno partecipa ad un corso di fotografia e inizia a lavorare come assistente presso uno studio fotografico. Nel 2003 completa il Master in Comunicazione presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Nel 2007 si trasferisce a Milano e partecipa con una borsa di Studio al Master in Photography and Visual Design presso il Centro Forma. A fine 2007 completa il Master con uno stage presso l’agenzia Prospekt di Milano. A fine 2008 fonda con Marta Posani l’agenzia Posse Photo. Vive praticamente in treno tra Padova e Milano e fotografa ovunque.


Giorgio di Noto
City n. 0

di Pippo Pappalardo
Giorgio Di Noto con il presente lavoro interpreta, consapevolmente, la fotografia architettonica non solo come strumento di rappresentazione culturale delle forme delle città e dei suoi edifici, ma come strumento di verifica della proposta urbanistica che ogni progettazione dello spazio sottende. Pertanto, nelle presenti immagini non leggiamo soltanto una replica, mimesi, dell’immagine delle moderne periferie, ma nella rappresentazione fotografica delle medesime, intravediamo, invitata, anche una nostra presenza che aderisce a quel progetto o si allontana da esso, nella misura in cui il fotografo riesce a comunicarci il suo consenso o il suo dissenso. In quest’atteggiamento il nostro fotografo è in consonanza con la migliore ricerca fotografica nazionale che si è espressa in passato negli esiti lombardi di “ Archivi dello spazio” e continua nell’esperienza emiliana di “Linea di Confine”; che nell’opera di Giovanni Chiaramonte, infine, trova la definizione teorica più completa e matura. Nella presente proposta appare evidente come la preoccupazione di fondo, consista, ancora, nella necessità di comprendere se la città è una creatura dell’uomo e come tale sia ancora degna di ospitarne le emozioni. Il nostro autore modulando la propria rappresentazione senza mai “asservirla” a un particolare baricentro simbolico o emotivo, anzi, sottolineando l’incongruità di certe apparizioni lungo quelle linee, arterie che, ormai, rinunciano alla loro identità piegandosi alle necessità dell’efficientismo e della velocità, ci spiega come questa progettazione già intenda anticipare il vissuto esistenziale tra gli spazi raffigurati: conseguentemente, in dimensione plastica, ci restituisce (ironicamente) le fredde sagome dei trasferelli. La duplice attenzione al documento e alla riflessione sui risultati della medesima, giustamente, com’è stato già detto, risulta complementare all’esito complessivo della ricognizione che dà ragione delle risorse critiche dello strumento fotografico applicato in architettura.

Biografia
È nato a Roma nel 1990. Ha studiato fotografia presso il Centro Sperimentale di Fotografia Adams ed imparato le tecniche di stampa in camera oscura lavorando con alcuni stampatori professionisti in Italia. Attualmente è studente di Filosofia presso l’Università La Sapienza e sta portando avanti diversi progetti fotografici. Vive e lavora a Roma.


Francesca Masariè
Transiberiana

di Cristina Paglionico
Da Mosca a Vladivostok, cittadina posta ai confini orientali della Russia, sul Mar di Giappone: sono 9.300 i chilometri di percorso che fanno della Transiberiana la ferrovia più lunga del mondo. L’intero viaggio si copre in una settimana: 100 fermate per attraversare due continenti (Europa e Asia), 88 città e 7 fusi orari. L’opera fotografica di Francesca Masariè si pone in un qualche punto di questa immensa distesa lineare, sul convoglio che trasporta migliaia di passeggeri. È il serpente mitologico che assolve alla rappresentazione eroica del viaggiare, sentimento che appartiene alla storia dell’uomo e alla sua necessità di mettersi alla prova, di conoscere nuovi orizzonti entrando in relazione con gli altri. Gli spazi interni del treno sono anonimi contenitori di sempre rinnovate intimità: alla fredda dominante del metallo si oppone la luce calda della penombra, l’impronta di un ospite sul pagliericcio, il filtro della tendina sulla plumbea atmosfera della pianura russa, i segni di un’attesa consumata col frugale pasto e le notizie del giorno. Il racconto appare dolcemente malinconico e concentrato a svolgersi intercettando gli attimi in cui le apparenze fugaci sembrano farsi storia. Il treno taglia, per il tempo del viaggio, le vicende umane in transito. I ritratti dei passeggeri, i loro sorrisi incerti, sono lo scandire di un tempo sospeso, che scorre solamente nel paesaggio incorniciato dal finestrino. I colori della taiga siberiana, le betulle e i filari di larici e di abeti si appoggiano a riscaldare la tappezzeria del vagone di ristoro. Nelle rare fermate il treno pare rientrare nel fluire della vita: uno sguardo da un finestrino, la venditrice ambulante di sardine essiccate, il capotreno: con i loro piccoli gesti di straordinaria normalità sono solo un breve intervallo durante il quale molte storie si perdono per sempre ed altre salgono, ancora chiuse nel loro segreto. Non inizia un racconto, non finisce. Esso si svolge, lento e profondo, semplice. In questo viaggio una meta ci sarà da qualche parte.
Forse si muove con noi. Su questo stesso treno.

Biografia
Francesca Masariè nasce nel 1982 in Cadore, tra le Dolomiti Bellunesi. Dopo alcune esperienze all’estero, si trasferisce a Roma, dove lascia gli studi filosofici per dedicarsi completamente alla fotografia. Frequenta l’Istituto Superiore di Fotografia per tre anni.

 


10 Manifestazioni aderenti disseminate in 8 diverse Regioni, 89 Lettori impegnati in un arco di 5 mesi, per un consuntivo di 688 ore di lettura maturate in 2.065 incontri, ed un totale di 947 Portfolio presentati da 741 Autori differenti, residenti in 8 distinte Regioni. Agli incontri hanno assistito tanti appassionati di fotografia e tantissimi giovani che, con la loro freschezza, la loro genuinità, il loro entusiasmo, hanno conferito vivacità, originalità e qualità a tutto il Circuito. Nel 2011 “Portfolio Italia” è giunto alla sua ottava edizione. Oggi è uno degli appuntamenti fotografici più importanti del nostro Paese, una rassegna che ha ormai raggiunto un’innegabile, vasta popolarità. Il Circuito creato dalla FIAF, rappresenta un sicuro punto di riferimento per quanti si occupano di fotografia e su di esso si concentrano le attenzioni e le premure di tutti gli “addetti ai lavori”. Basti pensare a quanti nomi di autori della fotografia contemporanea, oramai affermati, hanno mosso i loro primi passi ai tavoli di lettura di portfolio, destreggiandosi in incontri con critici, giornalisti, photo editor, curatori e fotografi. Basti pensare al torinese Simone Martinetto, dominatore della prima edizione e oggi apprezzato fotografo di scena in importanti film italiani; al lecchese Marcello Bonfanti, 3° Premio al “World Press Photo Award” del 2005; a Silvio Canini, stimato professionista di Bellaria; al romano Maurizio Cogliandro, vincitore nel 2006 del “Premio Marco Pesaresi” e oggi rappresentato dall’Agenzia Contrasto; al fermano Giovanni Marrozzini, trionfatore dell’edizione 2006, diventato in soli cinque anni uno dei migliori fotoreporter italiani; al perugino Giacomo Brunelli, primo premio nell’edizione 2007 con lo stesso lavoro con cui l’anno successivo ha conquistato il prestigioso “Sony World Photography Awards”; al romano Luca Catalano Gonzaga, vincitore del “Grand Prix Care du Reportage Humanitarie” al “Festival de Photojournalisme Visa pour l’Image de Perpignan”; al napoletano Pietro Masturzo, trionfatore assoluto del “World Press Photo Award” 2010, e a tanti, tanti altri. L’ottava edizione di “Portfolio Italia” ha portato con sé la novità di un ampliamento del numero di tappe complessive. Vi hanno aderito dieci fra le più importanti Manifestazioni fotografiche italiane: l’«11°Spazio Portfolio» (unica Selezione itinerante del Circuito) organizzato negli spazi dell’“8 Gallery Lingotto” di Torino, il «3° Citerna otografia», il «12° FotoConfronti» di Bibbiena, il «4° Corigliano Calabro», il «15° Premio Epson Le Logge» di Massa Marittima, il «10° Portfolio dell’Ariosto» di Castelnuovo Garfagnana, il «2° Portfolio dello Strega» di Sassoferrato, il «20° Premio SI Fest Portfolio» a Savignano sul Rubicone, il «5° Premio Lino Volani» al MART di Rovereto ed il «7° FotoLeggendo» di Roma.

Fulvio Merlak

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