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Mostre 2013

Aleksej Mjakišev

Kolodozero
Fotografie di Aleksej Mjakišev
Galleria FIAF 5 – 26 aprile 2013
Inaugurazione venerdì 5 aprile ore 21.

“Io vorrei vivere, vivere e morire in Russia, se non ci fosse quella terra chiamata Siberia”. Questa rilettura della celebre frase di Majakovskij su Parigi è il verso di una canzone del cantautore A. Bašlačev, a cui ripenso spesso, osservando la fotografia di Aleksej Mjakišev. Vi ripenso come a un rimando contrastivo, che spinge a correggere Bašlačev: vivere e morire in Russia, proprio perché c’è la Siberia. Essa in realtà non figura in queste fotografie, ma vi entra come topos geografico, come epitome di provincia russa, di luoghi isolati e innevati, testimoni di una identità specifica. Mjakišev è nato nell’antica città di Vjatka (oggi Kirov), e il suo legame con una provincia ricca di storia specificatamente russa ha un riflesso immediato nei suoi lavori, nella vita della Russia profonda che li informa, nella vita quieta e lenta di coloro che vivono lontano dalle grandi città. Questo sentimento è rintracciabile anche nelle fotografie di Mosca, dove il fotografo si è trasferito da tempo; esse dimostrano la stessa fascinazione per la quiete, cristallizzata in momenti avulsi dalla frenesia inumana e disumanizzante della metropoli russa.
Mjakišev propone una visione personale, tutt’altro che stereotipata, della provincia, del villaggio Kolodozero, nella regione di Karelija (al confine con la Finlandia), che emerge nei suoi aspetti quotidiani, nei valori tradizionali, arcaici e specifici di uno stie di vita, che ben si adatta al freddo, alla neve, agli steccati di legno un po’ sghembi e alle lukovicy, le cupole a cipolla. Mjakišev introduce questi particolari come elementi indispensabili e necessari alla completezza del discorso che propone, come elementi organici di un quadro di volti e abitudini, raccontati con un sussurro che tradisce una grande timidezza. Il reportage di Mjakišev si focalizza non tanto sulla persona colta nel suo ambiente, quanto sul rapporto che i soggetti stabiliscono con l’ambiente stesso, un rapporto espresso da particolari apparentemente poco futili, dalla coda di un cane che riceve una fuggitiva carezza dal suo padrone, dallo sguardo annoiato di una vecchietta nel vagone di un treno locale, dallo sguardo di una ragazzina, rivelato dagli occhi del cristo in un’icona, dalla luce del sole o dalle parole di un libro, idealmente riflesse nei pensieri di un uomo chino su un tomo. Mjakišev ha più volte dichiarato l’importanza, per le sue istantanee, dell’elemento “luce”, non nel senso canonico, riduttivo e banale di “photo-graphia”, naturalmente, ma nel senso di elemento necessario alla composizione; le sue fotografie sono abbracciate dalla luce, avvolte di qualche cosa di inafferrabile, che ne crea l’atmosfera, specifica, rarefatta e armoniosa.
Il viaggio ideale proposto in questa retrospettiva può essere visto come un percorso a ritroso, che prende il via, quindi, da un villaggio, simbolo vago di altre centinaia di insediamenti uguali, silenziosi e disordinati, pii e arruffati, alla ricerca di un’identità, fideistica, nazionale, familiare. La meta di questo viaggio è la Rodnja (letteralmente: stirpe, famiglia allargata), che inserisce idealmente l’identità di Kolodozero anche in questo ciclo, al centro del quale non ci sono persone, ma situazioni, scorci, nei quali le figure umane hanno un ruolo complementare all’ambiente che le circonda, dove compaiono come dettagli apparentemente casuali, ma che in realtà rappresentano i punti di equilibrio necessari alla composizione e al senso stesso della provincia, vista attraverso gli occhi di Aleksej Mjakišev.

Ekaterina Sokolova
Massimo Maurizio.

Note biografiche
41 anni, Aleksej Mjakišev è nato a Kirov (Vyatka) ed è fotoreporter professionista dal 1991.
Dal 1991 al 1999 ho lavorato per vari giornali di Kirov. Nel 1999 si è trasferito a Mosca come fotografo freelance. Collabora con pubblicazioni russe e straniere, tra i quali “Russian Newsweek”, “Kommersant”, “Helsingin Sanomat”, “APU”, “Talouselama” (Finlandia) e molti altri. Attualmente lavora a diversi progetti di documentazione della provincia russa.

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