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Mostre 2016

Sergio Magni

La Fotografia come forma di comunicazione
Ricordo di Sergio Magni

In collaborazione con il Circolo Fotografico Milanese

A cominciare dagli anni ’70, Sergio Magni è stato un personaggio chiave per la fotografia amatoriale italiana. Nessuno come lui ha girato l’Italia cercando di focalizzare l’attenzione dei fotografi sull’importanza della lettura dell’immagine e di conseguenza su un modo consapevole di osservarla e realizzarla. Affascinato dalle teorie sulla fotografia e sulla “lettura strutturale dell’immagine” che veniva elaborando in quegli anni Nazareno Taddei, gesuita, esperto di comunicazione, Magni decide di rielaborarle e di renderle fruibili ad un vasto pubblico, presentandole in forma essenziale e discorsiva. Nascono così le sue “lezioni” (lui non amava definirle tali) sulla lettura dell’immagine e in un secondo tempo sulla valutazione della stessa. Lo strepitoso successo di queste sue serate presso i circoli fotografici è dovuto alla sua capacità di divulgatore attentissimo al significato dei termini utilizzati, che amava definire in modo semplice e preciso e dalla logica stringente con cui riusciva a concatenare le idee. Riusciva a stimolare l’attenzione del pubblico anche quando introduceva concetti non facili di linguistica e comunicazione utilizzando un linguaggio scorrevole e spesso ironico. In questa mostra e sul volume che l’accompagna, si pone l’attenzione sul Magni fotografo. Cresciuto fotograficamente nella Milano degli anni ’60, è stato sicuramente influenzato da una corrente importante dell’ambiente fotografico milanese, quella che, messa in disparte l’estetica dei concorsi fotografici tradizionali, volgeva la sua attenzione alla documentazione del nostro paese e di Milano in particolare. Le sue non sono immagini realizzate alla ricerca del “bello fotografico”; senza tralasciare l’accuratezza della ripresa, sono fatte per divenire testimonianza di un fatto reale. Come nella sua produzione successiva, Sergio lavora per temi. Con l’eccezione di quelli che hanno per oggetto New York realizzati nel 1972, i suoi lavori vedono come protagonista Milano, una metropoli in cambiamento, colma di contraddizioni e proprio per questo degna di essere fissata dai suoi scatti per offrirne futura memoria. Nascono così nei primi anni ’70 mostre come “Strade diverse”, che mette a confronto luoghi e personaggi del popolare corso Garibaldi con quelli del signorile corso Vittorio Emanuele, o “Milano amara”, dove leggiamo i segni di una città molto diversa dallo stereotipo della ricca capitale industriale d’Italia che ritroviamo nella serie “Milano bene”.

Un’altra tematica affrontata in due lavori realizzati nel ’63 e nel ’68 è quella del primo maggio, dove accanto alle foto ”ufficiali” dei comizi e dei cortei convivono scorci significativi della gente che partecipa alle manifestazioni. L’importanza della fotografia come testimonianza del reale è una costante che ha sempre accompagnato il pensiero di Magni, al punto che quando la possibilità offerta dal digitale di una facile e pesante post-produzione si è introdotta nel mondo della fotografia, Sergio è stato un paladino contro la manipolazione dell’immagine, soprattutto di quella documentale.

In occasione dell’anniversario della sua scomparsa, gli amici del Circolo Fotografico Milanese, di cui Sergio è stato socio per tanti anni, ricoprendo incarichi di prestigio, hanno indagato il suo l’archivio e digitalizzato le sue opere, con lo scopo di realizzare la presente mostra. Da parte sua la FIAF ha promosso la pubblicazione di una monografia dedicata alla sua attività fotografica. Questo progetto permetterà di promuovere l’opera presso altri circoli fotografici FIAF e diventerà, per gli amici che Sergio si è guadagnato in tanti anni, un prezioso contributo alla conoscenza della sua figura di fotografo e studioso.

 

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