Ancora un appuntamento nell’ambito delle serate “il Foto Club Castelli Romani Incontra…”.
Bruno Panieri ci propone il suo lavoro “Ai margini degli Archi”
L’incontro sarà venerdì 18 novembre ore 21:15 in via Cellomaio 48 – Albano Laziale (RM) presso la sede del Club
Nel luogo dove oggi si estende il Parco degli Acquedotti, con i suoi archi slanciati, fino agli inizi degli anni Settanta si allargava, proprio fra gli archi e tutt’attorno, una delle baraccopoli più ampie di Roma. Un disagio tenuto nascosto sotto il tappeto della città per decenni.
La maggior parte degli abitanti dell’acquedotto erano braccianti o contadini provenienti dalle campagne circostanti, dagli Abruzzi o dal Sud Italia, immigrati illegalmente per lavorare come manovali o muratori nei tanti cantieri della città in espansione, respinti dalla città, fino al 1961, dalle leggi «contro l’urbanesimo» promulgate durante il regime fascista, con cui venivano allontanati dalla città coloro che non avevano un contratto di lavoro già stipulato.
Molti erano operai edili e si costruirono da soli queste abitazioni di fortuna, utilizzando materiali riciclati dalle demolizioni o dai cantieri e accompagnate da un orto. Le costruzioni si estendevano su entrambi i lati dell’acquedotto; nel corso del tempo di fronte ad esse, sia da un lato che dall’altro, ne sorsero altre, indipendenti dall’acquedotto.
La vita, lì, continuò ben oltre la guerra, sotto gli archi chiusi alla meno peggio e in terribili condizioni igieniche, scandalo della Roma ai tempi del boom economico e fino alla fine degli anni ’70 del 900. Un ricordo lontano che sembra ora tornare, con le nuove baracche di Tor Fiscale, decine di abitazioni abusive costruite sulle orme delle precedenti del dopoguerra e affittate, a prezzi vertiginosi, a stranieri senza permesso di soggiorno, ma anche a italiani, che sono almeno la metà.
Gli archi romani sono sempre là!