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LA HABANA. LA PERLA E L’OMBRA  FOTOGRAFIE DI CLAUDIO MAINARDI

Cinefotoclub Brescia

INAUGURAZIONE MOSTRE SABATO 
12 MARZO 2022 ORE 17 
C.DA CARMINE, 2F BRESCIA
LA HABANA. LA PERLA E L’OMBRA 
FOTOGRAFIE DI CLAUDIO MAINARDI

LA HABANA. LA PERLA E L’OMBRA 
FOTOGRAFIE DI CLAUDIO MAINARDI
Capitai per la prima volta all’Avana nel 2001. Dovevo realizzare una serie di immagini per una pubblicità. Fu subito grande amore e magica attrazione per queste atmosfere pigre, dove, scrisse Hemingway, “la polvere regna da quattrocento anni”. In questo grande palcoscenico dove si rappresenta la vita, con scenografie fatte da vecchie architetture fatiscenti e strade disseminate di buche,  ho respirato un’atmosfera spavalda , sensuale e densa di grande umanità. Decisi di ritornare al più presto con la mia affezionata Leica M6 per realizzare un  reportage in bianco e nero cercando di raccontare con stile realistico e con occhi di viaggiatore questa affascinante città  . In questi luoghi non mi sono mai sentito  estraneo, mi piaceva essere mattiniero, vagabondare per la città, mischiarmi fra la gente,  ascoltare, osservare, fissando in frazioni di secondo attimi fuggenti e frammenti di vita quotidiana ispirandomi a un grande maestro della fotografia, Henri Cartier Bresson che in un suo saggio scrisse: “Fotografare è trattenere il respiro quando tutte le nostre facoltà di percezione convergono davanti alla realta che fugge: in quell’istante, la cattura dell’immagine si rivela un grande piacere fisico e intellettuale. Fotografare è mettere sulla stessa linea di mira la testa, l’occhio e il cuore”. L’Avana è musica, nelle strade, nei cortili, nelle case, nelle piazze, nei teatri, di giorno e di notte, non c’è altro posto al mondo dove la musica non sia cosi travolgente, solare e passionale, è come un acquazzone tropicale, una cascata di gioia, di ritmo e sensualità. All’Avana tutto è meticcio e  l’interazione fra spagnoli e africani ha dato origine ad una fertile base culturale dove letteratura, musica, cinema e pittura hanno trovato una sua particolare espressione, un punto di riferimento per tutto il latinoamerica. Ho fotografato all’Habana Vieja, cuore coloniale della città,  dove è in atto un vasto programma di restauro e recupero dei vecchi palazzi malandati ,  in Centro Habana, il quartiere più densamente popolato, dove abbondano edifici in demolizione, pericolanti, e puntellati con travi di legno improvvisati  , al Vedado, la parte più moderna e cosmopolita, che ospita vecchie ville con ampi giardini, musei, gallerie, centri commerciali e grandi alberghi    e nella periferia a Coijmar, Casablanca, Regla e Plajas del Este,  ma è il Malecòn, il sinuoso lungomare dell’Avana, quello che più mi ha attirato, al tramonto i toni caldi dell’arancio avvolgono scene di vita cittadina, coppie di innamorati amoreggiano, altri suonano o ballano, altri bevono in allegria,  donne passeggiano ancheggiando in abiti attillati e turisti frettolosi rincorrono un’avventura cubana.   L’Avana  è rimasta profondamente nel mio cuore ed è una di quelle città dove andrei a vivere per un po’ di tempo, mi piace Cojimar, un piccolo paese di pescatori che dista  pochi chilometri dal centro, è  un posto tranquillo sull’oceano dove le palme si stagliano su un cielo senza fine e  indescrivibili tramonti ti tolgono il fiato. Quando sono da quelle parti vado spesso a trovare il mio caro amico Alex, la sua bella casa si trova proprio di fronte all’oceano ed è un piacere unico starsene seduti in terrazza  a parlare di tutto e di niente, ascoltando buona musica e sorseggiando una Bucanero ghiacciata. Ringrazio di cuore gli habaneros che sono stati i veri artefici di questo lavoro. Questo mio diario fotografico è una testimonianza e un omaggio a una città e alla sua gente che nonostante tutte le avversità  affronta le difficoltà quotidiane con il sorriso sulle labbra.

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