“Pregiudizio Ovale” testi di Giorgio Cortella/Luisa Bondoni- fotografie di Massimiliano Ferrari
Cinefotoclub Brescia

“Pregiudizio Ovale”
a cura di Giorgio Cortella
Le donne del rugby corrono, placcano, lottano, finiscono a terra nel fango, si rialzano e
ricominciano. Senza sosta, con determinazione e coraggio, con impegno e volontà.
Esattamente come gli uomini.
Ma a differenza di questi, la loro passione per questo sport è costantemente
accompagnata da pregiudizi, discriminazioni, ostilità.
Cicciona, travestito, lesbica … sono i più frequenti commenti che si portano dietro le atlete
rugbiste.
Il rugby è infatti considerato uno sport “da maschi”, perché è rude, duro e le donne che lo
praticano sono ritenute inadatte, fuori posto, prive di quella femminilità che, nel
pensiero comune, dovrebbe caratterizzare sempre e comunque una donna.
È da questa riflessione che nasce l’ultimo lavoro fotografico di Massimiliano Ferrari. Una
riflessione maturata direttamente sul campo di gioco, dal momento che la palla ovale per
Massimiliano rappresenta una passione praticata quanto la fotografia (Massimiliano milita
infatti nella squadra OLD dei Centurioni Rugby). Una riflessione che è innanzitutto una
provocazione culturale, così come lo sono stati quasi tutti i suoi lavori fotografici.
E se in “Invisibili” l’obiettivo di Massimiliano gettava luce sulle storie di tanti “homeless” che
la società contemporanea contribuisce a rendere tali, estromettendoli dal gioco della vita,
togliendoli da riflettori e facendoli letteralmente scomparire al nostro sguardo – perché
spesso non si guarda ciò che non si vuol vedere -, in “Pregiudizio ovale” le storie che
Massimiliano ci propone sono quelle di dieci donne che hanno nel rugby la loro passione e
che per questa passione sono etichettate, giudicate, quasi condannate da una serie di
luoghi comuni sedimentati nel tempo e di cui, in modo consapevole o meno, tutti noi siamo
stati almeno una volta se non colpevoli, per lo meno conniventi.
Massimiliano ci fa incontrare queste dieci donne che vivono la passione del rugby come
atlete, allenatrici, arbitri. E, nel contrapporre il loro ritratto in tenuta sportiva e spesso in
posa da gioco con le immagini in cui ne coglie e ne valorizza, in studio o in un contesto
ambientato, l’eleganza, la femminilità, il fascino, la sensualità, ce le fa conoscere sotto
due diverse rappresentazioni. Ci suggerisce che si può essere rugbiste e femminili,
guerriere e affascinanti nello stesso tempo.
Ma soprattutto ci invita ad andare oltre: oltre le apparenze, oltre i nostri pensieri, oltre i
luoghi comuni, oltre le convenzioni. Ogni uomo e ogni donna sono, prima ancora della
divisa o del vestito che indossano, persone che portano dentro di sé un mondo interiore
unico, fatto di sogni, di passioni, di sentimenti, di aspirazioni, di convinzioni. Riconoscere
che esiste questo mondo e rispettarlo è il primo passo per eliminare ogni pregiudizio e
creare i presupposti per costruire una comunità umana in cui ciascuno possa sentirsi fino
in fondo sé stesso. Come le donne protagoniste di questa mostra.
Presentazione della seconda mostra “Ritratto di Donna”
a cura di Luisa Bondoni, Curatrice del Museo nazionale della Fotografia
Dalle pin-up anni ’50 alle moderne tecniche da studio, la fotografia glamour è tornata in
auge.
Le fotografie di Massimiliano Ferrari testimoniano come questo genere non sia volgare,
anzi è l’esatto opposto, è l’arte di affascinare e sedurre attraverso una combinazione di
charme e bellezza.
Se nella fotografia la luce è fondamentale, nella fotografia glamour gioca un ruolo ancora
più essenziale per la riuscita. Tutto è curato nei minimi dettagli: dalla modella coi suoi outfit
fino al suo trucco, dalla location fino all’illuminazione, è essenziale che tutti gli elementi
siano in armonia tra loro.
Le donne vengono guidate da Massimiliano Ferrari durante lo shooting ad apparire il più
spontanee possibile; è difficile dimenticarsi della macchina fotografica, ma qui siamo di
fronte alla consapevolezza della creazione di una scena, che ha come obbiettivo finale la
rappresentazione del sogno, dell’ideale, attraverso il mondo patinato di donne bellissime,
con abiti e trucco curati, che ci attraggono e ci incantano come le Ritratto di Donna con
Ulisse.
Il fine ultimo è la seduzione, ma non una seduzione volgare fine a sé stessa. Abbellisce la
realtà per renderla più affascinante, per arrivare alla seduzione e al desiderio.
L’autore espone le opere della mostra “Ritratto di Donna” nelle sale adiacenti alla mostra
principale “Pregiudizio Ovale”.