[SELEZIONE REGIONALE] – AUDIOVISIVO DELL’ANNO 2025 FIAF MARCHE – Daniele Ferretti

Il coordinamento Regionale Marche comunica il vincitore della selezione di Audiovisivo dell’Anno 2025 FIAF Marche e coglie l’occasione per ringraziare sentitamente i giurati Marco De Angelis, Lino Mercadante e Pino Assorgi per essersi prestati.
Un sentito ringraziamento va anche al Coordinatore Regionale dell’Abruzzo, Marco De Angelis, per essersi reso disponibile e per la collaborazione.
Quest’anno alla Selezione hanno partecipato 12 Autori per 13 Audiovisivi e, seguendo il regolamento DIAF, oltre al vincitore, sono stati scelti altri 5 audiovisivi (è risultato esserci un Ex aequo).
Di seguito la classifica della giuria con le motivazioni e i link per visionare gli Audiovisivi premiati.
AUDIOVISIVO DELL’ANNO 2025 – FIAF MARCHE
Giuria composta da soci Aternum Fotoamatori Abruzzesi:
1. Marco De Angelis (presidente)
2. Lino Mercadante
3. Pino Assorgi
Classifica finale (cliccare sul titolo per vedere il video):
1° – “Giù il sipario” di Daniele Ferretti
Un emozione vera e persistente è la risultante dell’impatto emotivo
dell’opera. Il tema di una vita vissuta all’insegna della “SOPRAVVIVENZA” è
ben centrato nel testo e ben supportato dalla suggestione della fotografia
realizzata. Il paesaggio sonoro è ben strutturato nei toni e nei tempi; la
modulazione della voce narrante crea un valore aggiunto nell’accompagnare
lo spettatore in quel mondo circense intriso di solitudine e sacrifici quotidiani.
La scelta dei tempi adottata nel montaggio dona sensazioni di delicata
malinconia coerenti con una storia di precarietà.
2° – “Mi chiamo Gunther” di Daniele Ferretti
L’autore è riuscito a far rivivere la storia del suo personaggio fino a quasi
farlo interagire con lo spettatore. Un risultato ottenuto con: la sapiente e
curata ricerca delle immagini storiche; la felice scelta di una voce
narrante, coinvolgente nei toni che recita in prima persona con
l’inflessione in lingua madre e naturalmente immersa in un contesto
appropriato di suoni d’ambiente e musicali. Il montaggio, ben equilibrato
in tutti i suoi fattori ci proietta emotivamente al centro della scena.
3° – “Sarajevo 1996” di Marcello Tramandoni e Teofilo Celani
Il lavoro ha il pregio, divulgativo, delle ragioni fautrici della guerra nei
Balcani; Il filmato di repertorio iniziale ne è una giusta sintesi. Le foto di
reportage sostengono la drammaticità dell’evento. L’utilizzo di ratio
diverse, penalizza la fluidità della visione. Il paesaggio sonoro è coerente
con l’impatto emotivo suscitato dalle immagini, la voce narrante però
non crea valore aggiunto, tono non coinvolgente e inflessione regionale.
Eccessivo il minuto di nero, da rivedere la mappa, sottotitoli e grafica.
4° – “Tišina” di Luigino Cipriani e Alessandro Patrizi
Suggestivo il tema che l’autore ha proposto, la Fede espressa nel
silenzio. Il testo iniziale predispone ad una visione di immagini mistiche
ma, la realizzazione ha la struttura del reportage ad iniziare dalla
selezione delle immagini, poi confermato dal mood utilizzato. Il brano
scelto, dona suggestioni superiori rispetto a quanto scorre sullo
schermo rendendo il lavoro poco equilibrato nella dinamica
comunicativa e manca poi proprio il silenzio, per l’impatto emotivo.
5° EX AEQUO – “Work” di Ilario Casturà
La fotografia è il punto di forza dell’audiovisivo, ben eseguita e coerente con il
tema. Il montaggio non restituisce un valore aggiunto all’opera: ci sono solo
foto in sequenza; l’unica transizione utilizzata, ripetitiva, rende solo fastidiosa
la visione (poteva essere valida solo per l’uscita dalla prima immagine.); manca
il ritmo. Il sound caraibico scelto non si fonde con il tema, concorrendo alla
mancanza di equilibrio per una sufficente dinamica comunicativa.
5° EX AEQUO – “Le streghe” di Loretta Tartufoli e Ivano Quintavalle
Il tema è il punto di forza dell’opera, reso chiaro dai testi inseriti, con lo
sfondo attualissimo del patriarcato. E’ apprezzabile e coerente la resa
scenica. Il montaggio non esprime impatto emotivo, le diverse ratio
utilizzate non sono giustificate per il filo narrativo; le voci narranti non
sono coinvolgenti e sono carenti nella qualità di registrazione.



