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Anno 2013

Estetismi del paesaggio marchigiano contemporaneo – Montelupone (MC)

Continua con nuove iniziative la salda collaborazione fra il Fotocineclub di Recanati e il Comune di Montelupone che insieme negli passati con la fotografia contribuirono a  rinnovare l’immagine della città con nuovi depliant, brochures, libri dedicati a importanti personaggi  locali come;Corrado Pellini, Galantara, alla ristrutturazione dell’organo della chiesa di S.Chiara e con Vincenzo Marocchini, fotografo, saggista e storico della fotografia, riuscimmo a dare alla luce l’attuale Museo Fotografico di Montelupone.

Oggi proponiamo una mostra biennale dal titolo “Estetismi nel paesaggio marchigiano contemporaneo” : una propensione per un gusto e un pensiero tesi alla ricerca del culto del bello, tema decisamente leopardiano.

La mostra che si aprirà il 25 agosto nella chiesa di S.Francesco rappresenta un altro tassello di continuità e di collaborazione nel doppio intento  di arricchire il fondo del museo e di valorizzare il territorio, la sua storia e la bellezza del nostro paesaggio carico di importanti caratteristiche culturali.

Un paesaggio così osservato e decantato negli idilli del Poeta Giacomo Leopardi che nei suoi componimenti molto spesso egli giunge a descrivere proprio l’effetto della luce nei paesaggi e nelle piccole cose costruendo via via una vera e propria teoria della visione e del piacere della vista che si perde in quell’infinito dove entra in gioco……….. l’immaginazione.

Nello Zibaldone il poeta  sottolinea come il piacere della vista sia espressione dell’anima dell’uomo il quale grazie alla bellezza di ciò che vede riesce a  immaginare  anche ciò che non vede attraverso la fantasia.

Dopo tante ricerche oggi sappiamo con certezza che Giacomo Leopardi fece molte esperienze di visione dentro la camera ottica , infatti nel 1817 così scrive nel riguardo i suoi ricordi d’infanzia e di adolescenza“ec., sdraiato presso a un pagliaio a S. Leopardo sul crepuscolo vedendo venire un contadino dall’orizzonte avendo in faccia i lavoranti di altri pagliai ec., torre isolata in mezzo all’immenso sereno come mi spaventasse con quella veduta della camera ottica(camera obscura) per l’infinito ec.,” dunque una fortissima motivazione per noi fotografi a proseguire la  ricerca  con  una capacità di percezione sempre più nuova e stimolante.

Locandi

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