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Attività Circoli

[INCONTRO] – Dedicato a Cecilia Magini – a cura di Massimo Raffaeli, Paolo Pisanelli e Claudio Domini – Ancona Foto Festival 2022

Sabato 6 agosto ore 18

“Dedicato a Cecilia Mangini”

con Massimo Raffaeli critico letterario, Paolo Pisanelli e Claudio Domini curatori dell’archivio fotografico di Cecilia Mangini “P.P.Pasolini nelle fotografie di Cecilia Mangini. Uno sguardo partecipe”

Mole Vanvitelliana – Magazzino Tabacchi

AnconaFotoFestival

Ci sono esperienze della vita che è bello ricordare, altre no. Il tema di questo film riguarda un viaggio nel Vietnam del Nord in guerra con gli Stati Uniti tra il 1965 e il 1966, un viaggio che Cecilia Mangini, la protagonista della storia, fa molta fatica a ricordare, una ferita ancora aperta perché Lino Del Fra e lei avrebbero dovuto girare un film documentario che non è mai stato realizzato. Dopo più di cinquant’anni una piccola grande scoperta di due scatole dimenticate si rivela l’occasione per raccontare quel viaggio in un breve film che recupera lentamente un filo di memoria assemblando parole e immagini dimenticate da tanto tempo. E’ una sorta di guerra contro se stessi, tra il dire e il non dire, ricordare e non ricordare.

Nel realizzare il corto Cecilia Mangini ha superato un po’ il dolore per quel film non fatto, ha vinto reticenze e amnesie, ha deciso di innescare il recupero delle sue memorie.

Ma solo dopo averlo realizzato ha deciso di riaprire due diari ­ il suo e quello di Lino Del Fra –, ha avuto la fortuna di ritrovare i dischi e le riviste che erano ancora dispersi in casa sua, tra armadi, librerie e scaffali. Soprattutto è venuto fuori un mucchio di corrispondenza, tra cui la straordinaria lettera a Ho Chi Minh.

Così dopo LE VIETNAM SERA LIBRE è stato realizzato DUE SCATOLE DIMENTICATE, un medio metraggio che racconta tutta l’esperienza

vietnamita: entrambi i film fanno parte di un processo reale di narrazione di un viaggio in Vietnam, un film di guerra rispetto ad un passato che a volte si ricorda e a volte si dimentica, un film “da camera” che vuole riconciliarsi con il passato ed è stato ricostruito in tempi diversi, il cortometraggio nell’arco di 4 mesi, il medio metraggio ha richiesto altri 6 mesi. Il cinema documentario/del reale/dell’irreale/non fiction/fiction ovvero il cinema che facciamo ci riserva sempre sorprese e scoperte impossibili da pianificare a tavolino in una sceneggiatura.

Passa il tempo, viviamo, filmiamo… alla fine ecco la storia da raccontare, o almeno quello che si ha la capacità di ricordare.

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