workshop "l'idea dietro la fotografia" di Francesco Cito
Centro per la fotografia Vivian Maier, nei giorni 5, 6 e 7 giugno, vi invita a partecipare al workshop tenuto dal maestro delle fotografia Francesco Cito, dal titolo “l’idea dietro la fotografia”.
Per partecipare è necessario prentotarsi tramite email:
cfcvivianmaier@gmail.com
Programma:
Primo giorno – intera giornata in aula con il Fotografo.
Secondo giorno – mezza giornata, uscita fotografica con il Fotografo.
Terzo giorno – serata di confronto e visione delle fotografie scattate nei giorni di festa.
Il workshop ha un costo di 150 € + il prezzo della tessera associativa (10 €)
info: https://www.facebook.com/events/460107634160205/
“Eureka aveva esclamato Archimede quando trovò la soluzione al suo pensiero. Quando ammiriamo un capolavoro di Michelangelo, difficilmente immaginiamo tutto lo studio, schizzi e disegni eseguiti prima che i pennelli abbiano tracciato le forme sulle pareti. Nel nostro tempo super-tecnologico, abbiamo smesso di pensare, affidandoci al mezzo usato e alla buona sorte, ritornando al vecchio concetto caro a certi direttori di giornali, in cui era la photocamera a fare buone foto.
Ahimè, purtroppo così non è, se prima non viene impresso nella stessa, la nostra idea. Il pensiero che vogliamo esprimere implica una enorme responsabilità, con la fotografia pronunciamo giudizi, anche se era idea comune, dei tanti che gestivano la conduzione dei settimanali italiani, privi per la maggior parte di essi, di una figura nella persona del “Photo editor”, presenti solo nelle radiazioni della stampa anglosassone, o di paesi più evoluti nel mondo dell’informazione.
Le foto a differenza di quello che la maggior parte della gente crede, non nascono per casualità, ne tanto meno grazie alla super photocamera ultimo modello. Una buona foto nasce nella testa, anche quando è del tutto casuale e improvvisa, come durante un reportage, dove non sempre si è consapevoli di cosa può apparire svoltando l’angolo. Però è altresì vero, che un reportage, una storia fotografica da raccontare, va preparata e quindi quasi mai una fotografia nasce per caso. La nostra preparazione mentale ci mette nella condizione di vedere ciò che ci appare davanti, ancor prima che gli occhi ne registrano la visione. Qualcuno potrebbe definirlo istinto, ma senza l’idea dietro il concetto non avrebbe sviluppo.
Facile?”
Francesco Cito
Biografia:
Francesco Cito, è nato a Napoli il 5 maggio 1949. Interrotti gli studi si trasferisce
a Londra nel 1972 per dedicarsi alla fotografia. Per sopravvivere nella capitale
britannica degli anni 70, si adatta ai più svariati mestieri, dal lavapiatti in un
ristorante in King’s Road, al facchino dei Magazzini Harrod’s.
L’ inizio in campo fotografico 1975, avviene con l’ assunzione da parte di un
settimanale di musica pop-rock (Radio Guide mag.), e per esso gira l’ Inghilterra,
fotografando concerti e personaggi della musica leggera. In seguito, divenuto
fotografo free-lance, inizia a collaborare con The Sunday Times mag., che gli
dedica la prima copertina per il reportage “La Mattanza”. Successivamente
collabora anche con L’Observer mag.
Nel 1980, è uno dei primi fotoreporter a raggiungere clandestinamente
l’Afghanistan occupato con l’invasione dell’Armata Rossa, e al seguito di vari
gruppi di guerriglieri che combattevano i sovietici, percorre 1200 KM a piedi. Sue le
foto dei primi soldati della Stella Rossa caduti in imboscate.
Nel 1982 – 83, realizza a Napoli un reportage sulla camorra, pubblicato dalle
maggiori testate giornalistiche, nazionali ed estere. Sempre a Napoli nel 1978 on
assignment per The Sunday Times mag. aveva realizzato, un reportage sul
contrabbando di sigarette dallo interno dell’organizzazione contrabbandiera.
Nel 1983 è inviato sul fronte Libanese da Epoca, e segue il conflitto in atto fra le
fazioni palestinesi; i pro siriani del leader Abu Mussa, e Yasser Arafat e i suoi
sostenitori. E’ l’unico foto-giornalista a documentare la caduta di Beddawi (campo
profughi), ultima roccaforte di Arafat in Libano. Seguirà le vari fasi della guerra
civile libanese, fino al 1989.
Nel 1984 si dedica alle condizioni del popolo palestinese all’interno dei territori
occupati della West Bank (Cisgiordania) e la Striscia di Gaza. Seguirà tutte le fasi
della prima “Intifada” 1987 – 1993 e la seconda 2000 – 2005. Resta ferito tre volte
durante gli scontri. Nel 1994 realizza per il tedesco Stern mag. un reportage sui
coloni israeliani oltranzisti. Nell’aprile 2002, è tra i pochi ad entrare nel campo
profughi di Jenin, sotto coprifuoco durante l’assedio israeliano,alle città palestinesi.
Nel 1989 è inviato in Afghanistan dal Venerdì di Repubblica e ancora
clandestinamente a seguito dei “Mujahiddin” per raccontare la ritirata sovietica.
Tornerà in quelle aree di nuovo nel 1998 inviato dal settimanale Panorama, con
l’intento di incontrare Osama Bin Laden. Intento non andato a buon fine a causa
l’inizio dei bombardamenti americani.
Nel 1990, è in Arabia Saudita nella prima “Gulf War” con il primo contingente di
Marines americani dopo l’invasione irachena del Kuwait. Seguirà tutto il processo
dell’operazione “Desert Storm” e la liberazione del Kuwait 27 – 28 febbraio 1991.
Nei suoi viaggi attraverso il Medio Oriente, in più occasioni ha focalizzato il suo
interesse a raccontare i vari aspetti dell’Islam dal Pakistan al Marocco,
Negli anni 90 segue le varie fasi dei conflitti balcanici.
Nel 2000 realizza un reportage sul ” Codice Kanun “, l’antica legge della vendetta
di origini medievali nella società albanese
In Italia si occupa spesso di casi di mafia, ma anche di eventi come il Palio di Siena
che gli varrà il primo premio al World Press Photo 1996 ed altri rilevanti aspetti
della società contemporanea.
Dal 1997 l’ obiettivo è anche puntato sulla Sardegna fuori dagli itinerari turistici, tra
il sociale e le tradizioni, lavoro già in parte racchiuso in in foto-libro.
Nel 2007 è invitato dal Governatorato di Sakhalin (Russia), l’isola ex colonia
penale raccontata da Checov, per un lavoro fotografico, sul territorio, illustrando la
vita e le attività produttive, a seguito della scoperta di ingenti giacimenti petroliferi.
Lavoro divenuto una mostra e un foto libro editato in Russia.
Premi e riconoscimenti:
1995 il World Press Photo gli conferisce il terzo premio Day in the Life per il
“Neapolitan Wedding story ”
1996 il World Press Photo gli conferisce il primo premio per il Palio di Siena.
1997 l’Istituto Abruzzese per la storia d’Italia contemporanea, gli conferisce il
premio “Città di Atri” per l’impegno del suo lavoro sulla Palestina.
2001 il Leica Oskar Barnak Award lo segnala con una Menzione d’Onore per il
reportage “Sardegna”
2004 riceve il premio Città di Trieste per il Reportage. I° edizione
2005 riceve il premio: La fibula d’oro, a Castelnuovo Garfagnana (LU)
2005 riceve il premio ” Werner Bischof ” Il flauto d’argento ad Avellino
2006, l’associazioni FIAF lo insigna del titolo “Maestro della fotografia italiana.
2006 vince il premio Bariphotocamera
2007 riceve il premio Benevento
2009 vince il premio San Pietroburgo (Russia)
2009 insignito del premio Antonio Russo per il reportage di guerra, (Pescara)
2013 Vince il primo premio Canon – Mondadori
Ha collaborato e pubblicato sulle maggiori riviste nazionali e straniere:
Bunte, Epoca; l’Europeo; Figaro mag; Frankfurter Allgemeine mag; Illustrazione
Italiana; Il Venerdì di Repubblica; The Indipendent; Io Donna; Il Sole 24 Ore mag;
L’Express; Life; The Observer mag; Panorama; Paris Match; Sette-Corriere della
Sera; Smithsonian mag; Stern; Sunday Times; Traveler; Zeit mag.