Siete tutti invitati!
Si inaugura sabato 1° aprile alle ore 16.30 presso il Centro Italiano della Fotografia d’Autore – CIFA – di Bibbiena (AR) la mostra Le scritture dello sguardo dedicata a Carla Cerati, designata dalla FIAF Grande Autrice della Fotografia Contemporanea per l’anno 2023.
Dal testo a cura del Direttore del CIFA Claudio Pastrone per la rivista Fotoit:
“Le immagini della Cerati (…), pubblicate anche su periodici illustrati, guardano ai piccoli eventi del quotidiano. Rifugge dagli stereotipi e dalla retorica avvicinandosi per affinità di pensiero e di impegno civile alla concerned photography promossa da Cornell Capa e, pur con i dovuti distinguo, alla visione di autori come William Klein e Robert Frank. (…)
Le immagini su Milano, le persone, i luoghi e gli avvenimenti politici che coinvolgono la città trasformandone il carattere, dalla costruzione della metropolitana, ai nuovi quartieri, dalle vetrine luccicanti dei grandi magazzini, agli svaghi della gente la domenica, fanno emergere una serie di riflessioni che vanno al di là dello spazio circoscritto della grande città industriale e che sono legate alla complessa situazione storico sociale del nostro paese. (…)
Cerati tende a cogliere la quotidianità della vita degli abitanti con l’intento di evidenziare la loro esistenza e i problemi ad essa legati: testimonianza e ricerca sociologica si intrecciano senza retorica e pregiudizi. (…)
L’attenzione al teatro continua parallelamente, con immagini di grande intensità che raccontano sia la scena che il dietro le quinte. (…)
La seconda metà degli anni ’60 vedono Cerati, come altri fotografi impegnati, dedicarsi a cogliere le speranze e le disillusioni della nascente società di massa. Si sviluppa, soprattutto tra alcuni fotografi freelance come lei, la presa di coscienza che è giunto il momento di non limitarsi a raccontare fotograficamente i mutamenti ma di svolgere un ruolo attivo nel denunciare e nel partecipare attivamente agli eventi. (…)
“A questo punto ho cominciato a considerare la fotografia come operazione di denuncia. Era il ’68. Nel ’69, con le bombe di Piazza Fontana, ci è arrivata addosso una realtà politica travolgente. Di qui la mia indagine ha preso una direzione ben precisa: la strategia della tensione, i processi politici, le rivolte operaie. Tutti fatti che si potevano smentire con le parole, non con le immagini”. (…)
Sul finire degli anni ’80, Cerati si allontana dalla professione di fotoreporter, ma continua, dimostrando, come sempre, di saper andare oltre i generi fotografici, a coltivare privatamente la fotografia, quella che per lei, insieme alla scrittura, è stata la passione della vita” – (dal testo a cura di Claudio Pastrone per la rivista Fotoit)
Il volume FIAF dedicato a Carla Cerati, pubblicato nella collana Grandi Autori della Fotografia Contemporanea, curato dalla figlia Elena Ceratti e da Lucia Miodini, membro dello CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma) e del Comitato Scientifico del CIFA, viene inviato in omaggio a tutti gli iscritti FIAF entro i termini statutari per il 2023.
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Carla Cerati: biografia
Carla Cerati è stata una figura di fondamentale importanza nel panorama della cultura e della fotografia italiana e internazionale.
Scrittrice prolifica, con al suo attivo numerosi testi, comincia a lavorare come fotografa di scena con il regista teatrale Franco Enriquez nel 1960, dopo una breve esperienza al Circolo Fotografico Milanese.
Ben presto allarga il suo campo di interessi impegnandosi in inchieste su temi di rilevanza sociale e culturale con fotografie che, lungo l’arco di tre decenni, danno vita a numerosi libri e mostre oltre a comparire su riviste e quotidiani come L’Illustrazione Italiana, Vie Nuove, L’Espresso, La Fiera Letteraria, Du, Leader, il New York Times, L’Express, Time – Life, Die Zeit.
Del 1965 è una sua ricerca sul paesaggio confluita in Nove paesaggi italiani, cartella con 9 fotografie realizzata in 25 esemplari, curata da Bruno Munari con prefazione di Renato Guttuso.
Per il celebre lavoro sugli ospedali psichiatrici, pubblicato da Einaudi nel 1969, con il libro Morire di classe, le viene assegnato il Premio Palazzi Reportage.
È di questi anni, dal 1960 al 1980, l’interesse e l’amore per Milano, fotografata a più riprese nei suoi diversi aspetti e nei momenti di forte cambiamento sociale, culturale, politico. Segue i riti degli ambienti culturali cittadini (Mondo cocktail, Amilcare Pizzi, 1974).
Approfondisce nuovi aspetti del teatro, fotografando il Living Theatre, e della danza, seguendo il lavoro del ballerino e coreografo spagnolo Antonio Gades e della performer Valeria Magli.
Documenta la condizione degli intellettuali spagnoli sotto il regime di Franco, dal 1969 al 1975.
All’inizio degli anni Novanta decide di lasciare il mestiere di fotografa e si dedica prevalentemente alla scrittura.
Sue opere sono conservate al MoMA di New York, al CSAC dell’Università di Parma, al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofìa di Madrid, al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo.
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Dip. Comunicazione
Susanna Bertoni