GUIDO HARARI – Ferrara

INGRESSO RIDOTTO PER SOCI FIAF

La Fondazione Ferrara Arte e il Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara presentano la grande mostra antologica dedicata a Guido Harari, un suggestivo percorso espositivo allestito nelle sale di Palazzo dei Diamanti con oltre 300 fotografie, installazioni e filmati originali, proiezioni e incursioni musicali, un set fotografico e incontri con l’autore.

 

La mostra, organizzata con Rjma Progetti culturali e Wall Of Sound Gallery, ripercorre  tutte le fasi della eclettica carriera di Guido Harari: dagli esordi in ambito musicale come fotografo e giornalista, alle numerose copertine di dischi per artisti come Fabrizio De André, Bob Dylan, Vasco Rossi, Kate Bush, Paolo Conte, Lou Reed, Frank Zappa, fino all’affermazione di un lavoro che nel tempo è rimbalzato da un genere all’altro – editoria, pubblicità, moda, reportage – privilegiando sempre il ritratto come racconto intimo degli incontri con le maggiori personalità del suo tempo.

 

Il percorso espositivo prende le mosse dagli anni Settanta, quando Harari, ancora adolescente, inizia a coniugare le sue due grandi passioni: la musica e la fotografia.

Immagini e sequenze inedite, insieme a filmati d’epoca di backstage, videointerviste, il documentario di Sky Arte a lui dedicato e l’audioguida con la voce narrante dello stesso Harari conducono il visitatore nel cuore del suo processo creativo.

 

La mostra propone anche una sezione dedicata alla passione parallela per la curatela di libri intesi come una forma di “fotografia senza macchina fotografica” oltre che occasioni di incontri vecchi e nuovi, da cui sono nate le biografie illustrate di Fabrizio De André, Fernanda Pivano, Mia Martini, Giorgio Gaber e Pier Paolo Pasolini, e una dedicata a immagini “di ricerca” inedite che Harari va realizzando da qualche anno come sua personale forma di meditazione in progress.

 

Una sezione di grande impatto sarà “Occhi di Ferrara”, dove, durante lo svolgimento della mostra, Harari esporrà via via i ritratti su prenotazione che realizzerà nella Caverna Magica, un set fotografico allestito alla fine del percorso espositivo. Oltre alla stampa firmata dal fotografo che sarà consegnata in tempo reale ai soggetti ritratti, una seconda stampa sarà esposta, anche questa in tempo reale, sviluppando una sorta di “mostra nella mostra” che rappresenterà idealmente gli sguardi della città che la ospita. 

 

In occasione della mostra Rizzoli Lizard ha pubblicato “Guido Harari. Remain In Light. 50 anni di fotografie e incontri”, un grande volume di 432 pagine con oltre 500 illustrazioni, che di fatto ne costituisce il catalogo.

 

LE SEZIONI DELLA MOSTRA 

 

  1. LIGHT MY FIRE. IL BIG BANG DI UNA PASSIONE

La mostra prende le mosse dalla ricostruzione idealizzata della stanza di Harari ragazzino, con tutta l’iconografia che lo ha ispirato: poster, foto, riviste e libri d’epoca, pagine di diario, copertine di dischi, autografi e memorabilia.

 

  1. FRONTE DEL PALCO

In una sala immersiva prende vita la dimensione propulsiva dei concerti, cogliendo la melodia cinetica di artisti come Bowie, i Queen, Bob Dylan, Bruce Springsteen, Bob Marley, Pink Floyd, Paul McCartney, Rolling Stones, Miles Davis, Neil Young, Clash, Led Zeppelin, Prince, Police, Talking Heads, Michael Jackson, Stevie Wonder, James Brown, Nirvana, Simon & Garfunkel, Santana, Ray Charles, Tina Turner, Vasco Rossi, Giorgio Gaber. 

 

  1. ALL AREAS ACCESS

Uno sguardo privilegiato e molto ravvicinato sul backstage di tournée e sale di registrazione, alla ricerca di un’intimità con gli artisti, che esploderà presto nella dimensione più esclusiva del ritratto: da Fabrizio De André a Paolo Conte, Lou Reed, Laurie Anderson, Peter Gabriel, Kate Bush, Frank Zappa, Keith Jarrett, Mark Knopfler, Vasco Rossi, Claudio Baglioni, Gianna Nannini, PFM e altri.

 

  1. REMAIN IN LIGHT

I ritratti dei musicisti del cuore, tra cui Tom Waits, Lou Reed e Laurie Anderson, Jeff Buckley, George Harrison, Keith Richards, Patti Smith, B.B. King, Frank Zappa, Van Morrison, Bob Marley, Eric Clapton, Elton John, Kate Bush, i Clash, Joni Mitchell, Leonard Cohen, Philip Glass, Peter Gabriel, Nick Cave, George Michael, R.E.M., Iggy Pop, Ute Lemper, Brian Eno e molti altri.

 

  1. IL RITRATTO COME INCONTRO

Alcuni incontri del cuore: lunghe frequentazioni e collisioni isolate, tra cui José Saramago, Wim Wenders, Richard Gere, Pina Bausch, Greta Thunberg, Luis Sepulveda, Amos Oz, Zygmunt Bauman, Allen Ginsberg, Gregory Corso, Hanna Schygulla, Lindsay Kemp, Daniel Ezralow, Alejandro Jodorowsky, Noa, Mikhail Baryshnikov, Frank O. Gehry, Robert Altman, Jean-Luc Godard, Madre Teresa.

 

  1. LA MUSICA CHE MI GIRA INTORNO

Le eccellenze della canzone italiana d’autore, le grandi signore della musica italiana, la primavera dei gruppi indie: da Paolo Conte a Franco Battiato, Fabrizio De André, Lucio Dalla, Ivano Fossati, Gino Paoli, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Pino Daniele, Francesco De Gregori, Roberto Vecchioni, Zucchero, Francesco Guccini, Vasco Rossi, Ligabue, Vinicio Capossela, Ezio Bosso, Morgan, Litfiba, C.S.I., Milva, Ornella Vanoni, Mia Martini, Loredana Bertè, Alice, Giuni Russo, Antonella Ruggiero.

 

  1. ITALIANS

I protagonisti della cultura e della società, eccellenze italiane tra Novecento e Duemila, fotografate quasi fossero tutte delle rockstar, da Gianni Agnelli a Rita Levi Montalcini, Ennio Morricone, Nanni Moretti, Roberto Benigni, Umberto Eco, Michelangelo Antonioni, Dario Fo e Franca Rame, Bernardo Bertolucci, Carmelo Bene, Roberto Baggio, Ettore Sottsass, Renzo Piano, Carla Fracci, Vittorio Gassman, Lina Wertmuller, Monica Vitti, Gino Strada, Luciano Pavarotti, Sophia Loren, Giorgio Armani, Carla Fracci, Margherita Hack, Alda Merini, Marcello Mastroianni, Tiziano Terzani, Michelangelo Pistoletto, Enzo Biagi, Miuccia Prada, Liliana Segre, Toni Servillo e molti altri

8. IL SENTIMENTO DELLO SGUARDO. I FOTOGRAFI

I ritratti di alcuni grandi fotografi che hanno ispirato Harari, colti in primi piani che emergono dal buio, quasi a volerlo esorcizzare: Duane Michals, Richard Avedon, Sebastião Salgado, Helmut Newton, Steve McCurry, Letizia Battaglia, Ferdinando Scianna, Nino Migliori, Gianni Berengo Gardin, Mario Giacomelli, Franco Fontana, Anton Corbijn con Tom Waits, Paolo Pellegrin.

 

  1. FOTOGRAFARE SENZA MACCHINA FOTOGRAFICA

Una passione parallela: la curatela dei libri, l’editing di testi, documenti e immagini, il recupero e il restauro di archivi dimenticati, il progetto grafico come elemento essenziale del racconto, libri come occasioni di incontri vecchi e nuovi. Le biografie illustrate di Fabrizio De André, Fernanda Pivano, Mia Martini, Giorgio Gaber e Pier Paolo Pasolini, presentate con doppie pagine tratte dai libri e una video proiezione con filmati inediti di lavorazione relativi al libro “Pasolini. Bestemmia”.


  1. IN CERCA DI UN ALTROVE

Antidoti ai rituali della fotografia commerciale e ai ritratti di celebrità, sono schegge di reportage, ricerche e sperimentazioni inedite, alla ricerca di nuovi linguaggi che puntino oltre la fotografia.

 

  1. OCCHI DI FERRARA

Durante il periodo di apertura della mostra, nell’ultima sala del percorso verranno esposti in tempo reale i ritratti che Guido Harari avrà realizzato nella Caverna Magica, dando vita ad una sorta di “mostra nella mostra” che, una volta completata, rappresenterà idealmente gli sguardi della città.

 

  1. CAVERNA MAGICA

A margine del percorso espositivo il visitatore che lo desideri, prenotandosi in anticipo sul sito www.mostraguidoharari.it, potrà farsi ritrarre da Harari nel suo set fotografico, allestito nello spazio adiacente al bookshop di Palazzo dei Diamanti. 

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GUIDO HARARI 

Incontri

50 anni di fotografie e racconti

Ferrara

Palazzo dei Diamanti

16 luglio – 1 ottobre 2023

 

Mostra organizzata da 

Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara 

in collaborazione con 

Rjma Progetti culturali e Wall Of Sound Gallery

con il contributo del Comune di Ancon

Aperto tutti i giorni (anche 15 agosto), dalle 11.00 alle 20.00 

Informazioni e prenotazioni 

tel. 0532 244949 | diamanti@comune.fe.it www.palazzodiamanti.it 

Radio Monte Carlo è la radio ufficiale della mostra.

La Caverna Magica è resa possibile dalla collaborazione con Epson.

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Ufficio Stampa 

Fondazione Ferrara Arte, Anja Rossi 333.2623717

comunicazione.ferrararte@comune.fe.it

in collaborazione con

Creation, Federica Mariani 366.64933235

federicamariani.mail@gmail.com 

e con
Rizzoli Lizard, Donatella Giancola 347.3305377
donatella.giancola@rizzolilibri.it

 

GUIDO HARARI / BIO

Ispirato dai grandi fotografi di rock e jazz degli anni Cinquanta e Sessanta, Guido Harari si è affermato nei primi Settanta come fotografo e giornalista musicale. Nel tempo ha esplorato e approfondito anche il reportage, il ritratto istituzionale, la pubblicità e la moda, collaborando con le maggiori testate italiane ed internazionali. 

Numerose le copertine di dischi firmate per artisti internazionali come Kate Bush, David Crosby, Bob Dylan, B.B. King, Ute Lemper, Paul McCartney, Michael Nyman, Lou Reed, Simple Minds e Frank Zappa, oltre ai lavori per Dire Straits, Duran Duran, Peter Gabriel, Pat Metheny, Santana e altri ancora.

In Italia ha collaborato soprattutto con Claudio Baglioni, Andrea Bocelli, Angelo Branduardi, Vinicio Capossela, Paolo Conte, Pino Daniele, Fabrizio De André, Eugenio Finardi, Ligabue, Mia Martini, Gianna Nannini, PFM, Vasco Rossi, Zucchero e la Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Muti. 

Ha realizzato diverse mostre personali, tra cui Wall Of Sound presentata al Rockheim Museum in Norvegia, alla Galleria nazionale dell’Umbria a Perugia, e al Museo nazionale Rossini di Pesaro. 

È stato anche tra i curatori della grande mostra multimediale su Fabrizio De André, prodotta da Palazzo Ducale a Genova, e di Art Kane. Visionary per la Galleria civica di Modena e per Made in Cloister a Napoli.

Tra i suoi libri illustrati Fabrizio De André. E poi, il futuro (2001), The Beat Goes On (con Fernanda Pivano, 2004), Vasco! (2006), Fabrizio De André. Una goccia di splendore (2007), Fabrizio De André & PFM. Evaporati in una nuvola rock (con Franz Di Cioccio, 2008), Mia Martini. L’ultima occasione per vivere (con Menico Caroli, 2009), Gaber. L’illogica utopia (2010), Pier Paolo Pasolini. Bestemmia (2015), The Kate Inside (2016), Fabrizio De André. Sguardi randagi (2018). 

Nel 2011 ha aperto ad Alba, dove risiede da diversi anni, una galleria fotografica (Wall Of Sound Gallery) e una casa editrice di cataloghi e volumi in tiratura limitata (Wall Of Sound Editions), interamente dedicate all’immaginario della musica.

www.guidoharari.com

www.wallofsoundgallery.com

 

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HANNO DETTO DI LUI:

 

Philip Glass: Non so proprio come faccia a creare queste fotografie. Conosco il 90% di questi artisti e non ne ho riconosciuto uno!

 

Lou Reed: Sono sempre felice di farmi fotografare da Guido. So che le sue saranno immagini musicali, piene di poesia e di sentimento. Quello che Guido cattura nei suoi ritratti – nei miei e certamente in quelli di mia moglie Laurie (Anderson) – viene generalmente ignorato da altri fotografi. E poi questo genere di fotografie è possibile solo con una persona che ti è amica, non con un estraneo. Io considero Guido un amico, non un fotografo, e per questo motivo riesce a cogliere immagini come queste.

 

Laurie Anderson: Guido è diverso da qualunque altro fotografo. Non ama programmare una session fotografica, o magari sì, ma è sempre lì, presente, e “Ti dispiace se ti faccio un ritratto?”. È fantastico perché di solito rispondo: “Sì, mi dispiace. Vorrei, ma sono molto stanca”, e d’improvviso Guido salta da dietro l’angolo con un grande “Ah!”. Però Guido ha un suo certo modo di saltare fuori da dietro l’angolo, e così pensi: perché no, in fondo si tratterà di pochi secondi. 

La nostra è una collaborazione che si sviluppa sempre rapidamente, secondo modalità inattese. Nulla a che vedere con quelle photo session dove metti in mostra soltanto una certa parte, molto limitata, di te. La sua è davvero una fotografia da kamikaze, molto diversa da quella di un paparazzo. Perché si tratta di autentica collaborazione. Guido non vuole rubarti nulla, ma piuttosto provare ad andare oltre l’apparenza delle cose. Questo è un modo molto eccitante di affrontare la fotografia, che produce risultati sempre imprevedibili. 

 

Lindsay Kemp: Volete sapere il segreto del talento di Guido? Possiede la tecnica, il gusto e la pazienza per organizzare delle foto concettuali estremamente sofisticate e perfettamente studiate, in situazioni meticolosamente controllate. Guido contribuisce con la sua arte a quella degli artisti che ama fotografare, ma è anche un maestro nel catturare attimi fuggenti, sempre pronto a fare un passo indietro e rientrare nell’ombra, per cogliere l’effimero balenio di risate, di noia o di lacrime: l’umanità non in posa dall’altra parte della fama, la magia casuale delle cose semplici. 

 

David Crosby: Guarda i miei occhi. Il modo in cui mi hai fotografato ti risucchia proprio al centro dell’immagine. Mi piace davvero. Perché si capisce che non stavi solo scattando una fotografia: tu stavi guardando la persona. Occorre avere il senso di chi si sta fotografando. Gran parte dei fotografi si concentra sull’immagine, sulla composizione, sulla luce, e non si focalizza allo stesso modo sul soggetto. Ma se vuoi fissare un’immagine significativa, devi riconoscere l’esatto istante in cui la sua espressione mostra chi è davvero. 

 

Ute Lemper: Tutto iniziò con un servizio fotografico per l’edizione italiana di Max nel 1992. Ricordo che d’improvviso, quasi per caso, si trasformò in qualcosa di molto interessante. Dapprima pensai: “Ok, il solito servizio fotografico”, ma poi, senza che Guido ed io ci fossimo conosciuti prima, lui si dimostrò prima di tutto molto interessato alla mia persona e alla mai sensualità, lasciando spazio alla mia immaginazione. 

D’improvviso lo shooting si concentrò sul linguaggio del corpo con meravigliose pose sexy e sensuali. In quegli anni ero molto presa dallo “stile”, sempre ispirata dall’Art Nouveau e dall’Art Déco, dai lunghi e sinuosi movimenti della danza moderna di Martha Graham, e Guido mi ha assecondata. Amavo molto Sarah Bernhardt e le litografie Art Nouveau, con queste donne dalle dita lunghissime da strega, come fiori, con cui mi presi la testa identificandomi in Greta Garbo. Allora pensai: “Al diavolo! Andiamo fino in fondo e vediamo cosa ne esce”. 

Poi realizzai l’album Illusions, con canzoni di Edith Piaf e di Marlene Dietrich. Immediatamente per la copertina del disco proposi le foto di Guido alla mia casa discografica. E le presero! Non so quanto siano costate, ma le presero!

Mio Dio, che incredibile collezione di personaggi hai qui! Questo è il mio mondo, ma sai che c’è? Siamo vecchi! Questo non è il mondo di oggi, il mondo dei miei figli. Qui c’è il meglio, i gioielli della fine del secolo passato che hanno operato la transizione in questo nuovo secolo. Saranno loro le colonne della storia della musica. Tutto il resto scomparirà nell’insensatezza dell’etere radiofonico e della commercialità. 

 

Vittorio Sgarbi: Guardate la faccia di Vasco: ammansito; guardate la faccia di Paolo Conte: conquistato; guardate la faccia di De André: tranquillo come non è mai stato. Harari rassicura, sorride, rapina, conquista. L’operazione sarà breve, indolore. Perfino Lou Reed è sereno, pacificato, intenerito con Laurie Anderson. Sa di essere in mani sicure. Quelle di Harari. 

Harari non cerca lo scontro, non vuole conflitti, non ruba l’anima. Troppo scomodo. Non c’è niente di più profondo della superficie.

[…] Tutto questo non vuol dire che Harari evita di indagare le profondità, intercettare i turbamenti e i pensieri oscuri. Ma il problema non è suo. A chi interessano i tormenti di Patti Smith? O di Bob Dylan? O di Dario Fo? O di Marcello Mastroianni? O di Enzo Jannacci? Ad Harari e a noi interessano l’intimità, la confidenza, la complicità di personaggi naturalmente lontani, che lui avvicina per noi. Sono la consuetudine, la confidenza che abbattono muri, distanze. Harari travolge la turris eburnea nella quale tutti noi ci rifugiamo. Ha le chiavi. 

Ecco: le sue fotografie sono le chiavi con le quali entra nella nostra intimità. E la rivela. Rivelazioni dunque sono le sue fotografie.

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