Risultati della 3^ Tappa 2024 – 25° FotoConfronti – Bibbiena (Arezzo)

Risultati del «25° FotoConfronti» terza delle dieci Selezioni aderente al «21° Portfolio Italia 2024 – Gran Premio Fowa»

Il «25° FotoConfronti», organizzato nell’ambito del «1° Festival della Fotografia Italiana», si è tenuto a Bibbiena (Arezzo), in Piazza Tarlati, nelle giornate di sabato 15 e domenica 16 giugno 2024. Agli Incontri hanno partecipato 63 Autori con 78 Opere. Sono state effettuate 198 Letture.
A conclusione delle due giornate la Commissione Selezionatrice, composta dai Signori Massimo Agus, Leonello Bertolucci, Silvano Bicocchi, Alessandra Capodacqua, Lorenzo Cicconi Massi, Massimo Mazzoli, Fulvio Merlak (Presidente di Giuria) e Bärbel Reinhard (Mariateresa Cerretelli, Simone Donati, Benedetta Donato, Michela Fabbrocino, Cosmo Laera, Sara Munari e Stefano Schirato hanno svolto unicamente funzioni di Lettori), ha deliberato di assegnare i riconoscimenti come segue:

1° Premio a «Identità» di Ermes SIGNORILE di Ceglie del Campo – Bari (Portfolio composto da 15 Immagini in Bianco&Nero e a Colori realizzate nel 2024) con la seguente motivazione: «Il lavoro ha colpito la Giuria per il linguaggio diretto, privo di anestesia, che obbliga all’attenzione verso un vissuto affatto ordinario. Un percorso alla ricerca di una consapevolezza che apre lo sguardo a nuovi riferimenti con i quali sentirsi liberi di confrontarsi.»

2° Premio a «Yes, we do» di Elisa MARIOTTI di Bibbiena (AR) (Portfolio composto da 15 trittici a Colori realizzati fra il 2021 e il 2024) con la seguente motivazione: «Ma è un mestiere da uomini! Questa esclamazione, tante volte ascoltata, racconta già di un pregiudizio. L’Autrice, con un lavoro lungo, metodico, programmatico, ha ritratto, con perizia e vicinanza, un certo numero di donne con mestieri ritenuti “da uomini”. Ha poi completato, quasi guarnito, la serie con foto che contestualizzano l’ambiente di lavoro e alcuni dettagli rivelatori. Emergono gli sguardi fieri, consapevoli e appassionati di queste donne che ci dimostrano quanto i fatti possano segnalare qualche pregiudizio, “gender gap” compreso.»

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