Mostre

“Disvelamenti”

Domenica 23 Dicembre 2018
dalle ore 19:00
VERNISSAGE
con brindisi aperitivo
DISVELAMENTI
di
NICOLA LOVIENTO
INFO:
Disvelamenti:
Queste foto, loro malgrado, non mancheranno di far ripensare agli spettatori a ciò che il velo ha rappresentato e rappresenta. Anzitutto una parte dell’abbigliamento femminile usata per coprirsi il capo nei luoghi pubblici e di culto e in ambiti culturali e religiosi diffe-renti, acquistando storicamente significati diversi e simili. Quello nero e molto fitto del lutto delle vedove ad esempio, o quello tradizionalmente portato dalle donne per entrare in chiesa e assistere alle funzioni o invece come un segno di distinzione che indicava lo status sociale: indossato da donne altolocate, vietato a schiave e prostitute, fino al Novecento quando si usava il cappello, corredato di veletta. Per lungo tempo l’Oriente ha alimentato le fantasie erotiche maschili dell’Occidente e proprio i veli femminili sono stati la cifra di quell’intero mondo. In particolare attraverso l’esotismo dell’harem si è formato il miraggio dell’Altro: dalle Mille e una notte alle Donne di Algeri nei loro appartamenti di Delacroix, dalla Salomè di Oscar Wilde al segreto delle città islamiche spiegato attraverso i veli delle sue donne nel Viaggio in Oriente di Gérard de Nerval. L’Autore ci spiega invece che questa fotografie, nascono come un semplice gioco tra il fotografo e le modelle che interpretano il ruolo di ancelle della seduzione. Manca, a detta dell’autore, qualunque volontà di riferimento religioso, ma deve essere letto semmai come l’arte di velare e svelare che piuttosto rimanda al vedere attraverso, al baluginio dell’intravedere, all’oscurità enigmatica, al mistero. Emerge infatti in “Disvelamenti” un richiamo chiaro all’erotismo, di cui il vedo/non vedo ne è parte essenziale, ed un esplicito rimando ai canoni tanto del pudore quanto della seduzione femminili e i più attenti non mancheranno di ripensare a certi scatti di Irina Ionesco. Le donne qui ritratte appaiono muoversi a loro agio in questo meccanismo interpretativo consce del loro essere donna e della loro bellezza. 
Nicola Loviento 
nasce a Foggia nel luglio del 1958 scopre la fotografia ai tempi della Università grazie alla sua fidanzata, oggi sua moglie, che gli regala la sua prima macchinetta fotografica. 
Da sempre curioso e attento osservatore, utilizza la macchina fotografica per conoscere la gente che davanti al suo obiettivo spesso si racconta. I volti e i corpi, soprattutto femminili, sono i suoi soggetti preferiti. 
E’ interessato ai paesaggi per i quali utilizza il colore e si è cimentato anche con la fotografia di strada, ma le leggi sulla privacy, sempre più restrittive, lo hanno convinto negli ultimi tempi ad allontanarsene.
Da alcuni anni porta avanti più percorsi che hanno tutti come matrice comune l’indagare l’essere umano. Smokezone :serie di ritratti di donne che fumano è stato in esposizione a Lucera, a Bari, a Foggia e a Brindisi. Erossequenze: titolo di per sé chiaro, dopo alcune timide uscite a Foggia e a Taranto, sta cercando una sua definizione nel blog dell’autore che non ha ancora chiarito a se stesso se e quando concentrarle in una mostra.
Il bianco e nero, a causa delle lunghe serate un tempo passate in camera oscura, gli è più congeniale e lo trova più adatto ai suoi lavori, il colore lo sta interessando di recente , ciò che non gli interessa affatto è il mezzo utilizzato per scattare una foto, certo del fatto che la cosa importante è che cosa si vuole raccontare con una fotografia e non quale è il sistema utilizzato.
Convinto assertore dell’associazionismo è da oltre un decennio Presidente del FotoCineClubFoggia storico sodalizio attivo dal 1969 e dopo essere stato Delegato per la Regione Puglia è ora Consigliere Nazionale della FIAF la Federazione Italiana delle Associazioni Fotografiche nata nel 1948 che rappresenta la fotografia amatoriale in Italia. 
Docente in corsi di fotografia organizzati dai circoli fotografici e nelle scuole pubbliche, è direttore artistico di “FoggiaFotografia: La Puglia senza confini” manifestazione fotografica nata nel 2012 e aperta a tutte le altre arti espressive.
www.instagram.com/nicolaloviento
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PROVO.CULT C.Lab
via Cocle, 28/32
San Giovanni Rotondo (FG)
LOV
 
Queste #foto, loro malgrado, non mancheranno di far ripensare agli #spettatori a ciò che il #velo ha rappresentato e rappresenta. Anzitutto una parte dell’abbigliamento femminile usata per coprirsi il capo nei luoghi pubblici e di culto e in ambiti culturali e religiosi diffe-renti, acquistando storicamente significati diversi e simili. Quello nero e molto fitto del lutto delle vedove ad esempio, o quello tradizionalmente portato dalle donne per entrare in chiesa e assistere alle funzioni o invece come un segno di distinzione che indicava lo #status sociale: indossato da donne altolocate, vietato a schiave e prostitute, fino al Novecento quando si usava il cappello, corredato di veletta. Per lungo tempo l #’Oriente ha alimentato le fantasie erotiche maschili dell’Occidente e proprio i veli femminili sono stati la cifra di quell’intero mondo. In particolare attraverso l’ #esotismo dell’ #harem si è formato il miraggio dell’Altro: dalle Mille e una notte alle Donne di #Algeri nei loro appartamenti di Delacroix, dalla #Salomè di Oscar Wilde al segreto delle città islamiche spiegato attraverso i veli delle sue donne nel #Viaggioin Oriente di Gérard de #Nerval. L’Autore ci spiega invece che questa fotografie, nascono come un semplice gioco tra il fotografo e le modelle che interpretano il ruolo di #ancelle della #seduzione. Manca, a detta dell’autore, qualunque volontà di riferimento religioso, ma deve essere letto semmai come l’arte di velare e svelare che piuttosto rimanda al vedere attraverso, al baluginio dell’intravedere, all’oscurità enigmatica, al mistero. Emerge infatti in un richiamo chiaro all’erotismo, di cui il vedo/non vedo ne è par
te essenziale, ed un esplicito rimando ai canoni tanto del pudore quanto della seduzione femminili e i più attenti non mancheranno di ripensare a certi scatti di #Irina #Ionesco.
 

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