Lunedì 7 ottobre 2024 alle ore 18:00 si inaugura la personale di Pino Di Cillo
presso il Centro Polifunzionale dell’Università Aldo Moro di Bari
‘SCENE’
fotografie di Pino Di Cillo
a cura di Pio Meledandri
Sono foto ‘di gruppo’, non in posa ma come se lo fossero. Come comparse su un invisibile palcoscenico teatrale.
La percezione è che, mentre vengono fotografate – quasi sempre senza che lo sappiano -, queste persone stiano continuando a parlare con gli amici, rispondendo a domande, ridendo, meravigliandosi, emozionandosi per ciò che gli sta intorno, coinvolgendoli.
In questa maniera la foto ritrae loro sì, ma anche il contesto intorno al quale ruota l’immagine estrapolata.
Quell’immagine fa scaturire una domanda. La provoca. E la domanda è il ‘rimando’ all’invisibile. A ciò che non si vede mentre si fotografa il ‘visibile’. Lo scopo essenziale è chiedersi ‘cosa avviene lì intorno?’. Cosa guardano? Cosa dicono? Come commentano? Chi è l’Altro che non viene ritratto?
L’Altro: nell’attuale visione imperante occupata stabilmente dal selfie, dal personale, dall’io, dalla singolarità che si ritrae in un continuum costante ponendo la propria storia in primo piano ed escludendo tutto il resto, queste immagini rimandano all’inespresso, a chi non c’è – o meglio – a chi ci sta intorno senza essere visto, al non visibile.
Sono immagini che creano smarrimento, incomprensione, sospensione, incomprensione laddove realtà e finzione si confondono.
Ecco perché il titolo “Scene”. Perché le persone ritratte possono apparire come personaggi di pièces teatrali in cui, fingendo, si rappresenta la realtà; “Scene” dove le dimensioni del reale/irreale si intrecciano stabilmente e precariamente allo stesso tempo.
Sono personaggi che ambiscono a un riequilibrio paradossale, che tentano di recuperare una storia che accomuni – seppure in un ambito ristretto di tempo – persone che non si conoscono e che continueranno a parlare – seppure in un ambito ristretto di tempo – della stessa storia che li ha visti inconsci protagonisti.
Bari, ottobre 2024, Pino Di Cillo
Pino Di Cillo:
“In vacanza a Firenze investe centomilalire in una ZenithE. Da allora fotografa essenzialmente ‘il jazz’ ma non disdegna ‘la strada’. Ha un archivio in perenne disordine, però ritrova sempre i suoi scatti. Il digitale non lo appassiona, ma ci convive. forzatamente.”
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“siamo una minoranza di indesiderabili che grida nel deserto. ma non sarà sempre così.” 1953, Ray Bradbury, “Farenheit 451”