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Street Photography – Mostra fotografica.

Espongono: Franco Alloro, Cristian Cacciatore, Salvo Cristaudo

Venerdì 19 maggio 2023, alle ore 18:30 presso la Galleria FIAF ARVIS, sita a Palermo in via Giovanni di Giovanni n.14  verrà inaugurata la mostra fotografica Street Photography. Espongono: Franco Alloro, Cristian Cacciatore, Salvo Cristaudo. La mostra sarà esposta fino al 4 giugno 2023.

Lo spirito guida della SP è il reale, tale e quale, e il suo valore fondamentale sta nella spontaneità: spontaneità del soggetto fotografato in un ambiente non costruito e impegnato in una qualche attività; e spontaneità del fotografo che deve improvvisare, che deve saper cogliere l’attimo interpretando la realtà mutevole che si crea davanti agli occhi, come in alcune foto di Franco Alloro (ad es.:Tempus fugit – Valencia).
Altra peculiarità è data dalla presenza delle persone negli scatti che documentano emozioni, relazioni, eventi quotidiani in cui gli esseri umani sono protagonisti, caratteristica ben nota a Cristian Cacciatore (ad es.:Street artist – Milano); una vitalità che varia a seconda del luogo in cui si scattata la foto, anche se ogni luogo può offrire grandi potenziali.
La terza peculiarità sta nella presenza delle città. Non si tratta di grandi metropoli, ma nelle città è sicuramente più facile trovare occasioni per buone foto di strada; un aspetto ben presente nelle foto di Salvo Cristaudo (ad es.:Opposti – Palermo). Nelle città troviamo il traffico, le manifestazioni, i cartelloni pubblicitari, le vetrine e migliaia di attività diverse; ingredienti che, opportunamente mescolati tra loro, danno vita ad una moltitudine di opportunità fotografiche presenti in questa mostra.
Infine c’è un elemento un po’ più astratto, che è legato al forte peso dato nella fotografia di strada alle relazioni che intercorrono tra gli elementi inquadrati: relazioni tra persone, tra persone e cose nell’ambiente urbano, tra forme sfuggenti che si creano in conseguenza all’eterno movimento della città.

Le foto di strada, che compongono questa collettiva, non sono solo forma, ma anche delicata poesia visuale i cui versi sono ombre, movimenti, sguardi e inaspettate relazioni suggerite da quell’inganno geometrico che è l’inquadratura operata dall’autore. Un banco di prova, per un fotografo, che deve saper cogliere il continuo divenire prima che si manifesti, sempre in bilico tra il troppo presto e il troppo tardi.

ESTRATTO DALLA PRESENTAZIONE DI
Giancarlo Torresani

 

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