I Giudei di San Fratello

Visitabile tutti i venerdì e i lunedì (non festivi) fino al 15 Aprile 2013 dalle ore 20,00 alle ore 22,00.
Riconoscimento FIAF V04/2013.
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Dopo Scianna, Leone, Minnella la ricognizione fotografica si appunta ancora sulla Pasqua isolana e sui riti del Venerdì Santo. Sembra un ripetersi dell’evento e invece devo ricredermi: Gaetano Bonanno, Giuseppe Fichera e Pietro Urso dimostrano che qualcosa scompare e qualcosa sopravvive; anzi, acquista significato più evidente, costringendoci a guardare all’evento pasquale in modo diverso.
Ciò che vedete è la processione del Venerdì Santo in quel di San Fratello in provincia di Messina. Il sopravvivere di una tradizione dove il burlesco o il carnevalesco, diciamo pure l’irriverenza e la dissacrazione, hanno il sopravvento visivo su un rito che rimane penitenziale e religioso. Mentre questi caratteri, però, vanno affievolendosi nella ritualità folklorica e pietistica, o prendono adeguatamente altre direzioni, il protagonismo trasgressivo dei Giudei sopravvive, inquietante per occhi che vogliono vedere e per orecchie che vogliono ascoltare.
Nel loro silenzio – solo profane marcette musicali – e nelle fotografie che li ritraggono c’è solo una domanda che si para davanti agli obiettivi: “Cosa siete venuti a cercare? I morti stanno tra i morti e i vivi stanno tra i vivi. Se cercate un dio che è morto, non occorre salire su queste franate montagne; se volete incontrare un dio che cammina, vivo tra uomini vivi, allora unitevi a noi”.
I nostri autori, allora, non individuano nei Giudei chi ha fatto un (dei)cidio nel corpo di (Ge)sù, o coloro che sono coinvolti nella responsabilità della sua morte (il potere, via), ma quelli che, paradossalmente, professano nel rito una diversa dimensione religiosa: fanno ritratto, infatti, sia dell’atteggiamento sospetto, diffidente della Samaritana ma anche della sincerità del piccolo Zaccheo che sa arrampicarsi sul sicomoro perché vuole capire.
Pippo Pappalardo, Critico Fotografico