Mostre

Our Hours – Seravezza Fotografia 2013

MOSTRA FOTOGRAFICA

” OUR HOURS “

23 MAGGIO – 2 GIUGNO

Scuderie Granducali – Seravezza (LU)

Con questo lavoro il Circolo l’Altissimo propone, anche all’interno di una rassegna come questa Seravezza Fotografia 2013, una riflessione sull’uso di un linguaggio espressivo che rifugga dai toni spettacolari di più recente ed attuale indirizzo; lo fa con un’opera collettiva per progettazione e sviluppo linguistico.

Our hours è un viaggio nella quotidianità: un racconto fotografico che si snoda attraverso la sottolineatura di gesti ed azioni rituali e comuni a ciascuno di noi.

Le immagini riproducono attimi, momenti, emozioni e visioni di una “quotidianità” che gli occhi di un personaggio/i immaginario/i che non svela, se non per indizi, la propria identità, ha colto e fissato, con la sua peculiare sensibilità, lungo lo svolgersi di un giorno ordinario e qualunque.

La strada verso il posto di lavoro, obliterare un biglietto del treno, svitare la caffettiera, aprire il frigo, rifare il letto, accendere il computer, scrivere un sms, chiudere le persiane.
Sono tanti i gesti che in una giornata compiamo meccanicamente, senza accorgercene, o addirittura mentrefacciamo qualcos’altro ancora. Apriamo il frigo mentre parliamo con i nostri figli, obliteriamo il biglietto del treno mentre siamo al telefono, siamo al telefono mentre raggiungiamo il nostro posto di lavoro, chiudiamo le persiane ascoltando le ultime notizie del tg.

Azioni interscambiabili, ma immancabili, che ci accomunano, ci uniscono. Questi gesti quotidiani infatti si ripetono, giorno dopo giorno, nello schema che applichiamo alle nostre ore.

La mente conosce la suddivisione di una giornata in ore, ma vivendo si ha l’illusione di ignorare questa partizione, e il desiderio di godere del nostro tempo, pensato astrattamente come una massa luminosa informe, pulsante, da sfruttare tutta fino in fondo.

I fotografi del circolo fotografico L’Altissimo ci propongono istantanee di momenti quotidiani, che si ripetono con insistenza, uno accanto all’altro, in un percorso da seguire e da inseguire.

La ripetitività delle immagini tuttavia non è opprimente, anzi, è un patchwork di colori da cogliere a colpo d’occhio, che ci proiettano in situazioni a noi familiari, ma che siamo abituati a vivere dall’interno, come soggetti attivi e non come spettatori.
Interessante è la scelta di non attribuire le fotografie, scelta progettuale altamente simbolica e significativa che si propone di sottolineare ancora di più la coesione e la compattezza delle esperienze, che ci accomunano tutti.
L’unica differenza sta ancora una volta non nell’oggetto quindi, ma nel soggetto che percepisce, in questo caso nell’individualità del fotografo che getta un sguardo proprio, personale, quasi intimo sul vivere quotidiano.

La quantità di immagini rende quasi impossibile al visitatore della mostra soffermarsi su ciascuna fotografia, ma anche questo non è casuale: alla fine di una qualsiasi nostra giornata è assurdo credere di poter ricordare ogni singola cosa che abbiamo fatto, visto, detto, ascoltato, pensato, percepito. Soltanto alcune cose restano impresse nella nostra memoria. Fino a domani, quando un nuovo giorno, nuove ore, ci offriranno tempo da vivere.

« Un’ora, non è solo un’ora, è un
vaso colmo di profumi, di suoni, di
progetti, di climi».
(Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto)

seravezza

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