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Il futuro è sempre esistito – Marco Fantechi

“Il motore del 2000 sarà bello e lucente. Sarà veloce e silenzioso, sarà un motore delicato. Avrà lo scarico calibrato e un odore che non inquina. Lo potrà respirare un bambino o una bambina” è così che si apre “Il motore del 2000” di quel genio di Lucio Dalla, scritta insieme al poeta Paolo Roversi, nel 1976. Ed eccoci qui nel terzo millennio, a fare i conti con il fascino irresistibile delle automobili ruggenti e i nuovi motori rivoluzionari e silenziosi. Ma davvero sono così nuovi? Marco Fantechi ci racconta tutt’altro. Nelle sue ricerche trova che, nel 1902, la società Ausonia iniziò a produrre automobili e piccoli pullman alimentati a batterie o da trolley per sfruttare le reti elettriche pubbliche, installate per i tram, ma l’interesse per “l’elettrico” durò fino al termine del secondo conflitto bellico. Scemò a poco a poco travolto dagli interessi economici che il fiorente mercato petrolifero stava portando. Oggi, secondo la linea di molti Paesi europei, sarebbe auspicabile che tutte le auto vendute dopo il 2030 siano elettriche, a batteria ricaricabile. E come suggerisce Marco Fantechi Il futuro è sempre esistito, ma non lo abbiamo voluto vedere. Anche la macchina di Nonna Papera è esistita veramente, era una Detroit elettrica del 1911. Tornando a Dalla, “Noi sappiamo tutto del motore ma non riusciamo a disegnare il cuore di quel giovane del futuro”, risuona tanto più commovente.

Piera Cavalieri

 

 

 

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