La fotografia si fa satira sulle rovine ambientali e sui nostri tic culturali. Un progetto spassoso e amaro. Un atlante del degrado interpretato, in chiave grottesca, nelle schede di analisi delle opere dove vengono riportati gli artisti, “furbetti ambientali”, i cui nomi sono la traduzione in altre lingue dei vizi capitali del nostro tempo, dall’ingordigia all’accidia, in tutte le declinazioni. Tra il serio e lo scherzoso, i paradossi di Andrea Angelini diventano una dirompente provocazione.
Piera Cavalieri
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