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Ambiente, Clima, Futuro_ Elaborazione del Concept_07– a cura di Walter Turcato

Un dialogo nuovo con la Natura, con i luoghi abbandonati dall’uomo dove crescono le erbacce necessarie per la conservazione della biodiversità.  Una riflessione sul “Terzo paesaggio” di Gilles Clément . Ecco gli spunti di Walter Turcato.

Piera Cavalieri

 

Elaborazione del Concept_07
a cura di Walter Turcato 
“naturans” – LAB DiCult 104 FIAF

 

“Natura naturans” è un’espressione latina, traducibile con “natura naturante”.

Il verbo “naturare”, un neologismo latino, vuole rendere l’azione tipica della natura, ovvero il produrre della natura la sua stessa realtà…

In questo laboratorio propongo di lavorare su progetti orientati ad osservare e celebrare la capacità della natura di riprendersi gli spazi – ormai abbandonati – di cui l’uomo si era precedentemente appropriato.

Presa coscienza di quanto la natura possa “fare a meno della nostra presenza”, il passo successivo  sarà quello di cercare modalità nuove di convivenza, per recuperare – nel rispetto reciproco – il giusto equilibrio e poter partecipare attivamente ad uno sviluppo globale sostenibile ed appagante, in cui “stare bene”.

Nella presentazione di questo progetto mi avvalgo di diversi contributi fotografici e video, che illustrano attività simili già intraprese da vari autori, sia italiani che internazionali.

Dopo un inizio scandito da un curioso spot pubblicitario, il primo gruppo di immagini è dedicato al lavoro “Naturalia: Chronicle of Contemporary Ruins”, del fotografo francese Jonathan Jimenez (Jonk). L’abbandono di strutture abitative o industriali sta subendo una sorta di “makeup” naturale, in cui è possibile individuare elementi di una nuova bellezza formale, che si affiancano alla testimonianza di un tempo passato per una proiezione sul futuro.

 Una testimonianza della volontà dell’uomo di contribuire ad una rinascita naturale dell’ambiente arriva anche dall’architetto Gille Clément, che ha da tempo riconvertito il tetto della vecchia base militare sottomarina di Saint Nazaire in un “giardino spontaneo” con diverse specie vegetali – anche catalogate – i cui semi sono stati portati dal vento o dagli uccelli, arrivando addirittura a formulare un nuovo concetto/definizione di “Terzo Paesaggio”.

 Altro esempio di “riconciliazione” tra uomo e natura, è rappresentato dal progetto di riqualificazione della vecchia linea ferroviaria di New York, la “High Line”, trasformata dal 2015  in un parco urbano, ricco di vegetazione, che conferisce una nota di vita a tutta la città, favorendone l’abitabilità e lo sviluppo di relazioni umane.

In queste scelte si manifesta l’attenzione all’ambiente, che poi si riflette sulle condizioni del clima e conseguentemente sulla qualità del nostro futuro

 La presentazione prosegue con un filmato relativo alla recente assegnazione del prestigioso “Leica Oskar Barnack Award 2020”, all’italiano Luca Locatelli, per un suo portfolio tematico di fotografie dedicate al nostro rapporto con la natura e la tecnologia, intitolato “Future Studies”,  che se da una parte ci presenta nuove verità, dall’altra fa sorgere nuovi interrogativi e apre nuove riflessioni, consolidando la necessità di “rimanere vigili”.

 Ma un laboratorio di questo tipo, su questa tematica, può anche avvalersi di immagini che esulano dal puro reportage, per approdare ad una fotografia “concettuale”, dove l’autore propone e condivide il medesimo messaggio tramite la realizzazione di immagini apparentemente formali, in cui tutti gli elementi sono accuratamente predisposti ad occupare un impianto scenico con effetto teatrale minimalista.

Così ho volutamente inserito a questo punto della narrazione, delle immagini della fotografa russa Eva  Milkonskaya,  che ambienta i suoi soggetti in scenari naturali profondamente evocativi, e l’uomo/donna modelli sono protagonisti di un dialogo con l’ambiente che va oltre la rappresentazione formale dei loro corpi/volti, per fornire un ulteriore occasione di riflessione (e conseguentemente di possibile ricerca).

E dopo gli sguardi e i lavori dei professionisti, dedico anche un piccolo spazio anche alla nostra realtà fotoamatoriale, con le prime immagini giunte al Laboratorio, in attesa di altri aggiornamenti e condivisioni: per le note emergenze sanitarie infatti, anche questo laboratorio ha necessariamente dilatato i tempi e le modalità di sviluppo del suo programma, ma rimango sempre disponibile ad accogliere nuovi autori con nuove proposte…

Questo laboratorio si propone di bypassare la fase di denuncia – anch’essa utile ma occasioni di “riscatto” che  – recuperando valori dimenticati – potrebbero essere concretizzate in nuove soluzioni esistenziali.

Ne sono un esempio alcune proposte abitative (ancora poche purtroppo…) che pongono al centro della loro progettazione un’integrazione dell’ambiente naturale sul quale sorgono e dal quale possono ricavare energia e vitalità. Nelle foto, vediamo un condominio di Torino strutturato come un grande albero sul quale sono disposte le unità abitative.

Simile a questo è il “bosco verticale” di Milano.

 Un ultimo suggerimento (per ora…) per un’ulteriore possibilità di sviluppo del tema, può nascere da un’attenta osservazione urbana delle capacità espressive messe in atto dai writer sui muri e/o sulle strade… può sembrare un gioco, ma può rivelare sentimenti profondi, legati al proprio territorio, alla propria nazione, al mondo intero.

 E per terminare la presentazione con una nota “curiosa” – come ormai mia abitudine  – propongo un filmato di animazione, che riesce a riassumere bene tutto il ciclo di riflessioni che abbiamo condiviso.

 Come già accennato, sono ovviamente disponibile ad accogliere nel laboratorio quanti vorranno sottopormi le loro idee e/o progetti, per una condivisione allargata, in preparazione ai futuri sviluppi del Progetto Nazionale, con le conseguenti opportunità espositive ed editoriali.

Buon lavoro a tutti!

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