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Laboratori di "FUTURA – Storia di Donne"

Futura Correggio_Laboratori_per FIAF

Perché “FUTURA, storie di donne”?

Le donne sono bellezza e solidità, sono un universo meraviglioso e sfaccettato, fatto di sfumature complesse. E sono molto amate dagli uomini.
Rappresentano il futuro per antonomasia e per questo è stato scelto come titolo, ma declinato al femminile: Futura.
Futura è il nome della donna ideale raccontata nelle storie delle quattordici donne che troverete fotografate in questa mostra e nella sua pubblicazione.
Una raccolta di immagini di forte rilievo estetico con valori aggiunti come la semplicità, la freschezza e l’autenticità.
Sostantivi che sembrano scontati ma non lo sono e, anzi, mi auguro portino a riflettere sulla grandezza delle relazioni che, anche grazie alla fotografia, possono nascere tra persone che non si conoscono. O si possono riscoprire e consolidare tra chi si frequenta da una vita.
 
Perché un progetto condiviso?
Perché il lavoro collettivo è bello, creativo e fa bene alla salute.
Lavorare insieme, io con gli undici autori approdati alla conclusione del progetto e, a nostra volta, con le donne fotografate, ha creato un circuito meraviglioso, di amore necessario.
Ognuno di noi ha bisogno e diritto di esprimersi e anche di volersi raccontare; l’empatia tra tutti è stata immediata e forte.
 
Grazie Andrea, Danilo, Elena, Gabriele, Katty, Lisa, Lucia, Manuela, Maurizio, Renza, Stefania per l’impegno, la capacità e l’entusiasmo.
 
Ringrazio Anna, Elisabetta, Elizabeth, Eva, Florencia, Francesca, Isa, Luisa, Michelle, Monica, Morena, Ninni, Serena, Sonia Maria Luce per aver accettato l’invito a raccontarsi e per il forte spirito di collaborazione.
 
“FUTURA, storie di donne” è un progetto sano e generoso, che si è palesato in una mostra e in un libro, è un format che potrà continuare il suo percorso, magari in altre realtà.
Sempre sotto lo stesso denominatore comune: raccontare le donne.
 

Antonella Monzoni

 
“E se è una femmina si chiamerà Futura”
 
Così cantava, con forte personalità e vocalità unica, Lucio Dalla spingendo con questa frase i nostri pensieri a riflettere sulla potenza innovatrice che fin dalla creazione del mondo è stata affidata alla donna, al suo essere ancora di salvezza e al contempo levità che sa far volare oltre l’ostacolo. Lo stesso rimando ma arricchito di nuovi ed altri spunti ci arriva dal progetto “Futura, storie di donne” realizzato da undici fotografi-autori di Carpi, con la condivisione e il supporto di Antonella Monzoni. Un progetto che ha dato vita ad una mostra ed a un volume. Raccontando fotograficamente quattordici “donne” (in un racconto sono quattro) nella loro unicità è espressione di un ideale abbraccio alla vita e alla gioia del fare e dell’essere.
Storie che con accenti diversi, perché diverso è stato il percorso di ciascuna delle protagoniste, hanno un unico filo conduttore: l’amore. Amore che traspare da ogni gesto, da ogni dettaglio che gli autori mostrano a noi. Sfogliando il volume che accompagna la mostra e leggendo pagina dopo pagina le fotografie, realizzate con attenti punti di vista, dai ritratti fortemente espressivi, dal tono cromatico senza forzature e saturazioni eccessive, in alcuni casi scegliendo un colore meditato per esigenza poetica, riusciamo a comprendere la forza della speranza, il desiderio di riuscire e la soddisfazione che ciascuna di queste protagoniste esprime di fronte al proprio viaggio nel mondo.
È come un arcobaleno dalle mille sfumature nel quale da Isa, che apre la narrazione, a Serena, che la chiude, tutte si svelano al fotografo con generosità e slancio mostrando interessi, affetti, ricordi e sogni. Accogliendoli, e di rimando accogliendo noi, ci aprono oltre le porte della loro casa anche quelle della loro vita.
Un progetto che ne percorre tutte le tappe temporali perché varie sono le età delle donne raccontate e che per questo riesce ad essere ben strutturato e completo anche dal punto di vista rappresentativo. Hanno avuto ed hanno ruoli diversi e diverse storie, ma sono sempre protagoniste capaci. Donne mature, tenaci nelle scelte e perseveranti. Sicure delle loro possibilità sono riuscite a realizzare gli ideali sognati. Fili conduttori per chi era nel loro spazio esistenziale, dalla famiglia al lavoro. Ragazze che hanno già trovato una loro strada e la percorrono con entusiasmo nella gioia della scelta fatta, fiere di quello che stanno ottenendo, dinamiche e profonde. Per chiudere, un racconto che profuma di giovinezza. La vita vissuta ancora come un gioco, tutto da inventare. Incertezze, dubbi, ricerca di un proprio ruolo. Voglia di condividere, a volte di isolarsi, ma anche felici di tutto il bello che si intravede possa capitare.
Un progetto che si serve del potere rappresentativo ed espressivo della fotografia per raccontare con efficacia e profondità un gruppo di donne che sono specchio di tutto il meraviglioso, multiforme e prezioso universo femminile, quello che spesso vien definito l’altra metà del cielo.
 

Orietta Bay

 
FUTURA, STORIE DI DONNE, Laboratori Fotografici per le Scuole
L’esperienza  dei  laboratori fotografici per bambini del Gruppo Fotografico Grandangolo BFI

 Lo sguardo curioso, la voglia di scoprire, la meraviglia negli occhi.

Ecco le caratteristiche dei giovani fotografi che ci hanno accompagnato dal 2015, anno in cui il Gruppo Fotografico Grandangolo BFI si è fatto promotore di una serie di iniziative dedicate a bambini e ragazzi per avvicinarli, e far loro scoprire, il linguaggio fotografico. I bambini hanno sperimentato con la macchina fotografica, trasformando, interpretando e raccontando il mondo che li circonda, con uno sguardo leggero e sempre inaspettato. Ed è in questa sperimentazione che si inserisce l’esperienza proposta alle scuole d’infanzia di Correggio in collaborazione con il Comune di Correggio ed il Museo del Palazzo dei Principi a Correggio, esperienza legata alla presentazione della mostra “Futura, storie di donne”. Cosa contraddistingue il viso di una donna? La forma degli occhi, delle labbra, del naso e di ogni parte del viso dei bambini e delle donne della loro famiglia. E se il naso di mia sorella fosse come il mio? E se gli occhi di mia madre fossero diversi dai miei? E in che modo le orecchie di mia cugina hanno una forma simile alle mie? Attraverso la fotografia i bambini hanno affrontato con leggerezza e creatività  il concetto di identità scoprendo i segreti degli elementi del proprio volto. Ma non solo. La fotografia è stata il mezzo per scoprire forme e colori, per rappresentare la propria visione della natura e dei rapporti dimensionali. Le loro immagini ora arricchiscono questa esposizione, dimostrandoci come la fotografia sia un linguaggio trasversale non solo tra le culture ma anche tra le differenti età.
 

Valeria Cremaschi, Danilo Baraldi, Renza Grossi

Coordinatori del Gruppo Fotografico Grandangolo BFI Carpi

 

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