Mostra Fotografica

Contro Luce di Dario Cavadini

Spazio espositivo Sorgente

 

“Contro Luce”

 

Dario Cavadini: se la luce nasconde il presente nasce il futuro
Dario sorride raramente. Le labbra sottili sono spesso pensose, strette in un’espressione di concentrazione
che ormai è parte di lui: una ricerca tesa dell’attimo, della filigrana segreta del mondo e di sé.
La sua passione per la fotografia nasce analogica, la macchina fotografica è uno strumento di ricerca della
realtà, una “protesi” con cui da autodidatta esplora il mondo, non per caso nasce durante un viaggio. E
come ogni grande storia d’amore anche quella di Dario con la fotografia è fatta di rincorse, pause, scoperte,
anche di nuove tecnologie, come il digitale. È fatta di sospensioni, curiosità, tentativi fino alla scoperta di un
personalissimo alfabeto con cui riscrivere la realtà che indaga.
Lo sguardo di Dario è insieme rigoroso e laico: conosce le regole dello scatto perfetto, ma non lo insegue,
non è quello il “fuoco” della sua ricerca. Nemmeno nei ritratti in cui ciò che gli importa è cogliere
l’emozione, l’anima del soggetto, nascosta sotto il profilo del volto, nell’incanto dinamico del gesto e
rivelata da un taglio di luce, da un contrasto, dall’inarcarsi inatteso di un sopracciglio.
Ad interessagli è l’attimo: frazione infinitesima del continuum temporale, l’istante sintesi del tempo passato
e presagio di futuro. È qui che la sua ricerca personale lo spinge e lo conduce a esiti sorprendenti.
Affascinato dalla street photography e sedotto dall’intensità della luce estiva, fotografa persone in
movimento sul lungo mare, sulle spiagge, totalmente immerse nella luce. Come un alchimista gioca con gli
elementi naturali, il tempo e lo spazio: sovraespone, allunga i tempi, e scatta, scatta con la fotocamera
all’altezza del cuore, non degli occhi, perché forse, chissà, come diceva il Piccolo Principe “si vede bene solo
col cuore”.
Il risultato lascia incantati: gli esseri umani investiti dalla luce, privati dell’ombra, perdono i loro contorni e
diventano macchie di colore, linee appena intuite, ma soprattutto diventano “segni”, in senso puramente
semiotico,” unità di senso e significato” che rimandano ad altro.
Nel presente dilatato dalla sovraesposizione e dai tempi lunghi dello scatto, l’attimo diventa eterno, il
presente temporale si fa futuro e passato, e la luce, finalmente, nasconde.
La luce nelle fotografie di Dario non rivela la realtà, la copre, di più: la riscrive. La luce totalmente privata
dell’ombra ne assume la funzione e crea una realtà onirica, evocativa, rarefatta eppure potente.
E basterebbe questo a fare della fotografia di Cavadini un terreno di scoperta e una straordinaria
esperienza estetica. Ma c’è di più: in quel nascondersi della realtà si rivela l’anima dell’autore alla ricerca di
un alfabeto capace di raccontarla.
La mostra Contro-Luce racconta questa ricerca, ne avvicina i gradi, ne propone l’elaborazione costante negli
anni. Gli scatti ipnotizzano lo spettatore che, istintivamente, avverte la tensione e l’intensità del percorso,
stregano lo sguardo che si smarrisce nel bianco accecante di una luce assoluta che non mostra, ma
nasconde.

 

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