INGE MORATH. LA FOTOGRAFIA È UNA QUESTIONE PERSONALE – AOSTA
RIDUZIONE INGRESSO per i TESSERATI FIAF a 6 €
Sede della mostra:
CENTRO SAINT-BÉNIN
Via Festaz, 27 – 11100 AOSTA
Tel. 0165.272687
Orari di apertura: martedì-domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18
Info sulla mostra: https://www.regione.vda.it/cultura/mostre_musei/musei/saint_benin/archivio_2024/morath_i.aspx
https://www.regione.vda.it/cultura/default_i.asp
INGE MORATH. LA FOTOGRAFIA È UNA QUESTIONE PERSONALE
dal 19 ottobre 2024 AL 16 marzo 2025
L’Assessorato dei Beni e Attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali lo scorso ottobre ha inaugurato, presso il Centro Saint-Bénin di Aosta, la Mostra “Inge Morath. La fotografia è una questione personale”, a cura Brigitte Blüml-Kaindl, Kurt Kaindl e Daria Jorioz che sarà visitabile fino al 16 marzo 2025.
Si tratta di un’importante esposizione dedicata a Inge Morath, la prima fotografa ad essere nominata membro della celebre agenzia Magnum Photos, realtà fondata nel 1947 a New York da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger e William Vandiver. È un nuovo progetto espositivo, prodotto da Suazes con la collaborazione di Fotohof e Magnum Photos, che permetterà al pubblico di apprezzare la sensibilità di questa autrice e di conoscere, per la prima volta in Italia, parti del suo lavoro mai esposte prima, alcune di stretta attualità. Attraverso oltre 150 immagini e documenti originali, l’esposizione ripercorre il cammino umano e professionale di Inge Morath, dagli esordi al fianco di Ernst Haas e Henri Cartier-Bresson fino alla collaborazione con prestigiose riviste quali Picture, Life, Paris Match, Saturday Evening, Post e Vogue, attraverso i suoi principali reportage di viaggio.
Il titolo scelto La fotografia è una questione personale è tratto da una dichiarazione dell’autrice e vuole evidenziare la stretta correlazione fra il suo cammino umano e quello professionale.
Che si trattasse di celebrità o di gente comune, di singole persone o di comunità, le sue immagini sanno cogliere gli aspetti più intimi e profondi dei soggetti. Le sue fotografie ne riflettono la sensibilità umana ancor prima che professionale, ma al tempo stesso sono assimilabili a vere e proprie pagine del suo diario di vita. Lei stessa, infatti, disse: “La fotografia è essenzialmente una questione personale, la ricerca di una verità interiore”. Il suo lavoro riesce anche a cogliere l’anima dei luoghi, attraverso i suoi principali reportage di viaggio, che preparava con cura maniacale, studiando la lingua, le tradizioni e la cultura di ogni paese dove si recava, fossero essi l’Italia, la Spagna, l’Iran, la Russia, la Cina, al punto che il marito, il celebre drammaturgo americano Arthur Miller, ebbe a ricordare che “Non appena vede una valigia, Inge comincia a prepararla”.
“Inge Morath è stata non soltanto l’assistente di Henri Cartier-Bresson ma anche una delle prime donne, assieme a Eve Arnold, ad entrare nella famosa Agenzia Magnum, sottolinea l’Assessore Jean-Pierre Guichardaz. Il Centro Saint-Bénin di Aosta, sede che si è distinta negli ultimi decenni per la realizzazione di mostre fotografiche di riconosciuto rilievo, ospitando i grandi nomi della fotografia, da Robert Doisneau a Robert Capa, Steve McCurry, Edward Burtynsky, Pepi Merisio, Vittorio Sella e Tina Modotti, conferma la sua vocazione culturale legata a questo mondo e la solidità della sua programmazione espositiva”.
Il progetto espositivo, realizzato specificamente per il Centro Saint-Bénin, si sviluppa in quattordici sezioni tematiche che ripercorrono le principali esperienze professionali di Inge Morath: prende avvio con le fotografie dei suoi esordi realizzate a Venezia del 1955, dove sono nati la passione e il rapporto con la fotografia, per arrivare ai celebri reportage in Spagna, Inghilterra, Iran, Francia, Austria, Messico, Irlanda, Romania, Stati Uniti d’America e Cina. Un’ulteriore sezione sarà dedicata alla serie Mask, frutto della collaborazione con l’illustratore Saul Steinberg. Il percorso all’interno di queste sezioni sarà arricchito da fotografie a colori che dialogheranno con la produzione in bianco e nero di questa autrice.
La mostra, inoltre, si arricchisce di due nuove sezioni mai esposte prima in Italia, con istantanee a colori ricavate dai reportage che la fotogiornalista, originaria di Graz, realizzò nel 1959 in Tunisia e nel 1960 presso la striscia di Gaza.
Il visitatore potrà così approfondire il lavoro di Inge Morath attraverso una selezione di opere che attiveranno un dialogo fra la sua produzione in bianco e nero e quella a colori. Un rapporto, questo, che sarà analizzato all’interno del percorso espositivo con l’impiego di documentazione e pubblicazioni d’epoca, permettendo così di cogliere l’importanza del colore nel suo lavoro. Come evidenzia John P. Jacop, primo direttore della Fondazione Inge Morath e autore di uno dei testi presenti nel catalogo: “Nonostante un’apparente preferenza per il bianco e nero, la prova dell’importanza del suo lavoro a colori per la stessa Morath è supportata sia dall’elevata concentrazione di immagini a colori che ha selezionato per l’inclusione nel database Magnum Photos, sia dall’ampia raccolta di materiale a colori che ha conservato nel suo archivio personale.”
L’esposizione è accompagnata da un catalogo bilingue italiano-francese edito da Dario Cimorelli Editore, con le riproduzioni delle opere e con i testi critici di John P. Jacop, Kurt Kaindl e Brigitte Blüml-Kaindl, Daria Jorioz e Marco Minuz. Il catalogo sarà acquistabile in mostra al prezzo di 30 euro.
Inge Morath. Note biografiche
Nasce a Graz nel 1923. Studia lingue all’università di Berlino e Bucarest e lavora come interprete per il Servizio americano d’informazione. Nel 1953 si unisce alla celebre Magnum Photos Agency, diventando membro ufficiale nel 1954. In quegli anni lavora, come assistente, per i fotografi Ernst Haas e Henri Cartier-Bresson. Nel 1955 pubblica la sua prima collezione di fotografie e alla fine della carriera si contano 30 monografie. Il 17 febbraio 1962 sposa il celebre scrittore Arthur Miller che era stato in precedenza marito dell’attrice Marilyn Monroe. La coppia ha due figli, Rebecca (diventerà una celebre regista e sceneggiatrice) e Daniel. Le sue fotografie hanno la forza di scavare nell’intimità delle persone ritratte e sono sempre il frutto di un percorso di conoscenza e vicinanza. Muore all’età di 78 anni nel 2002 a New York. Negli anni Duemila viene costituita la Fondazione Inge Morath negli Stati Uniti d’America e il suo archivio viene conservato presso l’Università di Yale.
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