Mostra “MARIO GIACOMELLI. IL FOTOGRAFO E IL POETA” – ROMA

RIDUZIONE INGRESSO per i TESSERATI FIAF a 10 €

 

PALAZZO ESPOSIZIONI ROMA

via Nazionale 194, Roma

Info sulla mostra: https://www.palazzoesposizioniroma.it/mostra/mario-giacomelli-il-fotografo-e-l-artista

Orari:

Da domenica a mercoledì 10.00_20.00

Da giovedì a sabato 10.00_22.30

L’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura.

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A cura di Bartolomeo Pietromarchi e Katiuscia Biondi Giacomelli

Mostra promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo

Prodotta e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con Archivio Giacomelli

 

MARIO GIACOMELLI. IL FOTOGRAFO E IL POETA

dal 20 maggio al 3 agosto 2025

In occasione del centenario della nascita di Mario Giacomelli, l’Archivio Giacomelli ha promosso una serie di iniziative volte a celebrare l’eredità artistica e culturale di uno dei più grandi maestri della fotografia italiana. Il cuore delle celebrazioni è un importante progetto espositivo che si svolge simultaneamente a Roma, presso Palazzo Esposizioni, e a Milano, a Palazzo Reale, offrendo due percorsi complementari che approfondiranno le molteplici sfaccettature del lavoro di Giacomelli.

Curato da Bartolomeo Pietromarchi e Katiuscia Biondi Giacomelli, il progetto espositivo propone una vasta selezione dell’intera opera fotografica del maestro, sottolineandone la straordinaria capacità di attraversare e contaminare diverse discipline artistiche. Entrambe le mostre saranno composte da circa 300 stampe originali, molte delle quali inedite e mai esposte. A Roma, il focus è sulle relazioni tra l’opera di Giacomelli e le arti visive contemporanee. Milano, invece, dedica la mostra al profondo legame di Giacomelli con la poesia, evidenziando come la sua ricerca si intrecci con l’universo lirico, trasformando l’immagine in una forma di narrazione poetica.

(Mario Giacomelli, Presa di coscienza sulla natura, 1980 ©  Archivio Mario Giacomelli)

La mostra a Palazzo Esposizioni Roma propone una vasta selezione dell’intera opera fotografica di Giacomelli, dimostrando la straordinaria capacità con la quale l’autore ha attraversato e contaminato diverse discipline artistiche. Sono in mostra oltre 300 stampe originali, molte delle quali inedite e mai esposte. Il focus è sulle relazioni tra l’opera di Giacomelli e le arti visive contemporanee, con l’esposizione, lungo il percorso espositivo, di lavori di Afro (Afro Basaldella), Roger Ballen, Alberto Burri, Enzo Cucchi, Jannis Kounellis che dialogano con la poetica e la visione del fotografo.

Si parte da un confronto con le opere pittoriche e grafiche di Afro e Alberto Burri, che esplorano il rapporto tra astrazione e materia. Le sperimentazioni di Giacomelli sulla superficie fotografica riecheggiano le ricerche materiche, alchemiche e pittoriche di Afro e Burri, in una comune indagine sulla densità del nero e del bianco, sul contrasto e sul segno.

Profondamente attratto dall’arte di Afro e amico personale di Burri, Giacomelli trovò nell’arte un costante punto di riferimento, visibile nelle sue sperimentazioni, soprattutto in camera oscura. In mostra sono presenti le sue celebri serie paesaggistiche (dagli anni ‘50 al 2000), Motivo suggerito dal taglio dell’albero (1966/1968), Territorio del linguaggio (1994) e Bando (1997/1999).

(Mario Giacomelli, 1969, tecnica mista su pannello MDF telato © Archivio Mario Giacomelli)

Un altro significativo dialogo si sviluppa attorno al tema del realismo, attraverso il confronto con l’opera di Jannis Kounellis. In questa sezione sono esposte le serie Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (1966/1968), E io ti vidi fanciulla (1993/1994), Lourdes (1957) e Mattatoio (1960). La dichiarata vicinanza di Giacomelli al protagonista dell’Arte Povera emerge non solo nella scelta dei soggetti, ma anche nella sensibilità estetica condivisa, fatta di riferimenti alla cultura contadina, alla materia e a una visione artistica fortemente improntata al realismo. Le opere in mostra testimoniano questa affinità, restituendo immagini intense e poetiche sulla condizione umana, sul tema della vita e della morte e sul sottile confine che le separa, tra suggestioni liriche e narrazioni.

Segue poi un confronto con l’opera di un altro artista, suo conterraneo e con il quale Giacomelli condivise anche occasioni espositive, Enzo Cucchi. Il tema di questa stanza è il paesaggio, inteso in senso ampio: non solo come rappresentazione del territorio, ma come espressione culturale, visione ed elemento identitario che definisce il legame tra l’uomo e la terra. Anche in questo caso, emergono forti richiami e rimandi tra le immagini oniriche e visionarie del pittore e quelle del fotografo, che si intrecciano in un’ampia composizione di scatti provenienti da diverse serie realizzate nel corso degli anni.

A concludere il percorso tematico è un dialogo diretto con uno dei grandi interpreti della fotografia contemporanea, Roger Ballen, che ha più volte dichiarato la sua ammirazione e il suo debito artistico nei confronti di Giacomelli. Il confronto si sviluppa attorno alle ultime opere del maestro marchigiano, tra cui Questo ricordo lo vorrei raccontare (2000), La domenica prima (2000), Astratte (’90) e Per poesie (ferri e lenzuola) (‘60/’90), in un intenso scambio tra linguaggi e sensibilità artistiche.

Al cuore del percorso espositivo si trova una sala interamente dedicata alla celebre serie Io non ho mani che mi accarezzino il volto (1961/1963), che, nei primi anni Sessanta, ha consacrato Mario Giacomelli sulla scena internazionale.

(Mario Giacomelli, Io non ho mani che mi accarezzino il volto, 1961-63 И © Archivio Mario Giacomelli)

Per la prima volta, viene presentata la più ampia selezione di stampe della serie, comprendente numerose immagini inedite, accompagnata da una preziosa raccolta di provini di stampa. Concepita come una vera e propria installazione, la sala restituisce l’energia e il movimento circolare che animano la serie, esaltandone la dimensione performativa. Le immagini dei giovani seminaristi, sospese tra gioco e spiritualità, si fanno pura poesia visiva, capaci ancora oggi di emozionare e coinvolgere lo spettatore con la loro intensità senza tempo.

Ad aprire e chiudere la mostra sono due stanze immersive. All’inizio del percorso una installazione multimediale in cui la voce di Giacomelli e una colonna sonora appositamente concepita accompagnano la proiezione delle sue immagini, regalando un’esperienza coinvolgente e suggestiva.

(Mario Giacomelli, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, 1966-68 © Archivio Mario Giacomelli)

Al termine della mostra, la riproduzione fotografica dello studio dell’artista è ulteriormente impreziosita dall’esposizione dell’ingranditore e della mitica Kobell, la sua unica macchina fotografica.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale.

(Allestimento della mostra foto ©Alberto Novelli)

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