RODNEY SMITH in mostra a Palazzo Roverella ROVIGO

RIDUZIONE INGRESSO per i TESSERATI FIAF a 8 €

Sede: Palazzo Roverella – ROVIGO
Via Giuseppe Laurenti, 8/10 Rovigo 45100 (RO)

Orari di apertura:

Dal lunedì al venerdì: 09.00 – 19.00

Sabato, domenica e festivi: 9.00 – 20.00

Ultimo accesso un’ora prima della chiusura.

INFO sulla mostra: https://www.palazzoroverella.com/rodney-smith-fotografia-tra-reale-e-surreale/

Curatrice: Anne Morin

La mostra è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con diChroma photography, il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, con il sostegno di Intesa Sanpaolo, e prodotta da Silvana Editoriale

RODNEY SMITH

FOTOGRAFIA TRA REALE E SURREALE

dal 4 OTTOBRE 2025 al  1° FEBBRAIO 2026

“Mi avventuro nel mondo per respirare la sua dubbia reputazione
 e il suo umorismo, per vedere più chiaramente, per cercare finalità e conoscenza,
 per aprirmi, per cogliere in modo esuberante e inesorabile la luce.”
 
Rodney Smith

Skyline, Hudson River, New York, 1995 © Rodney Smith

 

Un viaggio fotografico tra ironia, rigore e poesia visiva

Per la prima volta in Italia, Palazzo Roverella ospita una grande mostra dedicata a Rodney Smith, fotografo newyorkese tra i più iconici del XX secolo. Con oltre cento immagini, l’esposizione ripercorre l’intera carriera dell’autore, celebrando la sua raffinata combinazione di eleganza, rigore compositivo e humour surreale. Le sue fotografie evocano mondi sospesi tra realtà e sogno, in cui i riferimenti alla pittura di Magritte e al cinema di Hitchcock e Wes Anderson arricchiscono una poetica visiva unica, fatta di armonia formale e narrazione simbolica. Il percorso espositivo, suddiviso in sei sezioni conduce il visitatore lungo scenari sospesi, ricchi di grazia e mistero, accompagnandolo, attraverso un dialogo costruito su emozione e stupore, alla scoperta di un autore che ha saputo trasformare l’ordinario in straordinario.

Caroline at the Top of Circular Staircase, Charleston, South Carolina, 2000 © Rodney Smith

 

Il mondo immaginifico di Rodney Smith

Immergersi nell’universo di Rodney Smith significa entrare in un mondo dove il tempo si ferma e la leggerezza diventa forma. Ogni scatto di Rodney Smith è un invito a varcare una soglia: quella tra il reale e l’immaginario, tra rigore e levità, tra concretezza e lirismo. Le sue immagini – mai ritoccate, illuminate solo dalla luce naturale – si muovono tra la nostalgia del bianco e nero e la scoperta dei cromatismi, restituendo una visione intima, ma allo stesso tempo universale. Rodney Smith osserva il reale per trasformarlo: gioca con la gravità, riflette sugli spazi, oltrepassa canoni simbolici e temporali. Allievo e seguace di grandi maestri come Walker Evans e Cartier-Bresson, ispirato dal cinema e dalla filosofia, ha fatto della fotografia il linguaggio per offrire un invito a fermarsi, osservare e lasciarsi trasportare, con meraviglia, nell’attimo sospeso dove tutto sembra possibile.

Danielle in Boat, Beaufort, South Carolina, 1996 © Rodney Smith

James in Inner Tube with Duck, Lake Placid, New York, 2006 © Rodney Smith

 

Il tempo, la luce e la permanenza

Sono poche le tracce dello scorrere del tempo nelle fotografie di Smith: nessuna ombra a indicare le ore, nessun indizio per dedurre le stagioni, gli anni, persino il secolo. Tutto è accuratamente obliterato, come i passi che conducono a un luogo segreto e su cui non si può ritornare, poiché ogni traccia è stata coperta. Solo Smith sa come accedervi, giacché questo luogo gli appartiene. È stato lui, come un divino geometra, a disegnarne i contorni. In questo luogo, il sole si trova sempre a mezzogiorno, al suo solstizio: non c’è ombra proiettata ad attestare la realtà di ciò che si vede, poiché un oggetto senza ombra non esiste. Qui, il giorno non si ricongiunge alla notte, la notte non si riverserà più nel mattino successivo – tutto è cristallizzato come una scheggia di luce conficcata per sempre nella permanenza del mondo. Il tempo è un’invenzione degli esseri umani, l’eternità appartiene al divino. Ogni immagine di Smith ci riporta in un paradiso perduto dove la luce bianca regna sovrana.

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Allievo di Walker Evans, influenzato da Ansel Adams e ispirato dall’opera di Margaret Bourke-White, Henri Cartier-Bresson e William Eugene Smith, le sue fotografie sono apparse su pubblicazioni di spicco quali “TIME”, “Wall Street Journal”, “The New York Times”, “Vanity Fair” e molte altre. Non da ultimo, Smith ha ottenuto grandi riconoscimenti per la sua fotografia di moda in collaborazione con rinomati marchi tra cui Ralph Lauren, Neiman Marcus e Bergdorf Goodman.

L’estetica di Smith mostra inoltre evidenti parallelismi con la tradizione cinematografica, e si avvale di netti rimandi all’opera di registi del calibro di Alfred Hitchcock, Terrence Malick e Wes Anderson, e a leggende del cinema muto quali Buster Keaton, Charlie Chaplin e Harold Lloyd.

Rodney Smith, uomo colto e studioso di teologia e filosofia, mosso da una ricerca continua del significato della vita, ha trovato nella fotografia il linguaggio che gli ha consentito di esprimersi al meglio.

Proprio Smith che si descriveva come un “ansioso solitario”, trovava conforto nel catturare immagini considerandole un modo per “riconciliare il quotidiano con l’ideale”, per tradurre le proprie emozioni nella forma e per tramutarsi da osservatore a partecipe.

Le sue immagini iconiche catturano il mondo con humour, grazia e ottimismo. Con il suo stile distintivo ha affinato la percezione, portando ordine nel caos.

Le fotografie di Rodney Smith stupiscono, affascinano e intrigano, conducendo l’osservatore in regni poetici di riflessi e riflessioni. Sereni luoghi immaginari evocano un senso di benessere e inducono chi li osserva a sorridere e ad abbandonarsi alla tenerezza e, grazie a questa apertura e distensione, a provare stupore e ammirazione.

Woman with Hat between Hedges, Parc de Sceaux, France, 2004 © Rodney Smith

Così la curatrice Anne Morin descrive il lavoro di Rodney Smith: “Ogni immagine creata da Smith, con la cura e la precisione di un orafo, è un tentativo sempre nuovo di ricreare questa armonia divina e di raggiungere uno stato superiore, anche solo per un istante. Ogni immagine è eterea ed estatica. (…) In qualsiasi punto dell’immagine si posi lo sguardo, l’occhio è immediatamente sedotto dalla grazia, dalla raffinatezza, dallo squisito accostamento di forme e contro forme, dalla diversità delle materie e dalla ricchezza narrativa che eccelle per sobrietà, parsimonia e silenzio.”

Il percorso espositivo è suddiviso in sei sezioni tematiche: La divina proporzione, Gravità, Spazi eterei, Attraverso lo specchio, Il tempo e la permanenza, Passaggi.

La maggior parte delle opere esposte sono in bianco e nero, a testimonianza del fatto che Smith ha iniziato a lavorare con il colore solo a partire dal 2002.

Come spiega lo stesso fotografo: “Dopo quarantacinque anni e migliaia di rullini, provo ancora questo amore incondizionato per la pellicola in bianco e nero. Tuttavia, contrariamente a quanto pensavano molti miei conoscenti, ho cambiato idea e circa otto anni fa ho iniziato a scattare anche a colori. Assolve a una funzione diversa per me, e ne parlerò più avanti, tuttavia non c’è niente per me come l’oscurità e la sfolgorante intensità del bianco e nero. È un’astrazione che avviene per aggiunta. Sì, c’è molto più colore nel bianco e nero di quanto non ve ne sia nel colore”.

Di fatto, una volta che Smith ha abbracciato il colore e la fotografia di grande formato, i risultati sono stati sorprendenti. Le opere di Rodney Smith sono ora esposte in musei, gallerie e importanti collezioni private in tutto il mondo.

Accompagna la mostra un catalogo edito da Silvana Editoriale, curato da Anne Morin e corredato dai testi delle curatrici internazionali Anne Morin e Susan Bright e di Leslie Smolan, Executive Director presso Estate of Rodney Smith.

Autoritratto con Leslie, Siena, Italy, 1990 © Rodney Smith

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