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“Oggi, un’altra notte”, di Fabrizio Tempesti

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“Oggi, un’altra notte”, di Fabrizio Tempesti

Oggi vi presento il primo dei lavori di un altro dei Testimonial SAMSUNG, Fabrizio Tempesti, realizzato con la collaborazione dei volontari della Caritas di Prato.

Attilio Lauria

  • Ciao Fabrizio, per questo tuo lavoro hai scelto un’attività di volontariato piuttosto impegnativa, è una realtà che conoscevi già prima di TpT?

Questo primo lavoro che ho intitolato “Oggi, un’altra notte”, nasce dalla lettura di un articolo comparso mesi fa su la Cronaca di Prato de La Nazione in cui si parlava della volontà di chiudere le porte della Stazione Centrale prima della mezzanotte, subito dopo l’arrivo del treno da Bologna sul binario 7, per evitare che i passeggeri della mattina si trovassero di fronte a scene di degrado e sporcizia lungo i binari e sotto le pensiline.

I volontari del Servizio di Ronda Notturna si chiedevano cosa sarebbe successo ai senza dimora, uomini e donne di ogni età, che tutte le notti trovano riparo all’interno della Stazione.

La curiosità e la voglia di approfondire quella situazione mi ha spinto a contattare la Caritas di Prato che da tempo organizza la Ronda Notturna e la Ronda Rosa.

  •  Hai trovato disponibilità alla collaborazione da parte di Caritas?

Assolutamente si, ho illustrato il progetto “Tanti per Tutti”, e abbiamo discusso sul tipo di approccio da assumere per rispettare la dignità delle persone che avrei incontrato, e mi sono impegnato formalmente a non divulgare alcuna fotografia senza il loro consenso.

Dopo circa una settimana dal primo incontro ero già in macchina con i volontari, lungo le strade e nei giardini vicino alla Stazione a fotografare la distribuzione di bevande calde, spuntini dolci o salati e coperte per ripararsi dal freddo della notte.

  •  Essere in compagnia dei volontari ti ha aiutato ad essere accettato con la macchina fotografica?

Le  difficoltà ci sono comunque state, perchè negli angoli più riparati dello scalo ferroviario e sotto le pensiline si incontrano storie di ogni tipo: figli fuggiti dai genitori, anziani abbandonati dai figli, disperati che hanno perso il lavoro, tossicodipendenti, spacciatori, ex carcerati, psicolabili, e persone uscite da tante altre situazioni; persone difficili che in alcune sere ti accettano, ed in altre ti rifiutano in modo spicciolo e pericoloso, a volte ti salutano amichevolmente, ed altre nemmeno ti riconoscono per quanto sono “fatte” di droga, di alcol e di disperazione.

  •  Nel tuo lavoro ci sono anche immagini di prostitute, hai avuto qualche difficoltà anche con loro?

Anche con la Ronda Rosa altri incontri, altre storie di prostituzione più o meno consapevole, di sfruttamento, di vergogna e timore di essere riconosciute attraverso le fotografie da un genitore, da un figlio da un vicino di casa.

In ogni caso i volontari della Caritas, oltre a porgere un aiuto di primo sostentamento, cercano di attivare “un centro di ascolto itinerante” mediante il quale si agevolano percorsi di approccio ai servizi e, quando è possibile, si iniziano percorsi di inclusione sociale per i senza dimora e prostitute.

Al prossimo post, con un altro lavoro di Fabrizio Tempesti

Il lavoro di Fabrizio Tempesti è realizzato con una SAMSUNG NX 500

  1. Andrea Angelini says:

    Un pregevole lavoro quello che ci propone Fabrizio.
    Un lavoro borderline in una delle tante città Italiane, dove, ogni notte, si cerca di sopravvivere.
    Fabrizio ci racconta il prezioso lavoro dei volontari della Caritas; una assistenza fatto di piccoli doni, di gesti importanti …. a volte basta anche un solo sorriso per riscoprire che non siamo dimenticati da tutti.
    Luoghi in cui una coperta ed una bevanda calda sono una ricchezza di straordinario valore. Valore reale e non virtuale come spesso sono oggi gli oggetti delle nostre case e delle nostre vite.
    I volontari, come tanti di noi, potrebbero stare a casa a fare altro ma un dono dentro di loro li porta ad abbracciare chi a bisogno di una mano. Una ronda che diventa soccorso per chi, per un’altra notte, non avrà un posto da dormire.
    Fabrizio ci narra tutto questo attraverso strette inquadrature in cui si riesce a percepire piccoli scorci di sopravvivenza.
    Un riflesso su un vetro, un abbraccio veloce, una immagine in movimento sono alcuni piccoli essenziali riassunti di emozioni che forse risultano ancora sospese tra i suoi occhi e la sua memoria.
    Straordinaria la vista dal finestrino dell’automobile in cui si intravvede una volontaria di profilo. Un vetro troppo trasparente affinchè non venga visto da tutti noi eppure succede tutti i giorni che cerchiamo di non vedere mentre attraversiamo quei posti.
    Una cecità contagiosa come solo Jose Saramago ha saputo raccontarci e che, spero, il nostro progetto Tanti per Tutti possa rendere meno devastante e più facile da risanare.
    Un bellissimo racconto.
    Grazie Fabrizio della tua testimonianza.

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