subscribe: Posts | Commenti

“Gli italiani diffidano delle istituzioni ma amano il volontariato e l’ambiente”

0 commenti
“Gli italiani diffidano delle istituzioni ma amano il volontariato e l’ambiente”

E’ il titolo di un’indagine a firma di Nando Pagnoncelli (IPSOS) uscita oggi sul Corriere che offre una chiave di lettura “nazionale” del volontariato, e accompagnata da un interessante fondo di Giangiacomo Schiavi, “Quel senso civico che resiste in tanti piccoli gesti quotidiani.”

Ve ne proponiamo uno stralcio.

Attilio Lauria

“I milanesi della spugna antigraffiti. I giovani nel fango di Genova. I volontari del terremoto. Ogni volta che un’emergenza chiama, loro ci sono. Creano un valore ignorato dal l’Pil che si paga con l’unica ricchezza di chi è in difficoltà: la gratitudine. Come gli uomini che le donne che il sabato e la domenica indossano una divisa gialla per garantire un’ambulanza e tutti i generosi cittadini che rinunciano al weekend per offrire assistenza a malati e anziani in ospedale o in un ospizio. E poi ci sono i genitori che si prendono cura di una scuola o di un asilo e gli operai che tengono pulito il paese usando le ore di cassa integrazione. Chi glielo fa fare?
Cosa spinge tanta gente ad attivarsi per tamponare le voragini lasciate dallo Stato inadempiente, dando un senso all’idea attiva di cittadinanza? Forse è la sfiducia nella politica fatta di (troppe) parole e di pochi esempi, il disincanto, la voglia di rinsaldare il legame con un territorio maltrattato; o la consapevolezza che oggi, come dice il sociologo Bauman, l’unico gesto rivoluzionario è fare qualcosa per gli altri. Perché rimboccarsi le maniche, suscitare speranza, constatare che se si vuole si può fare, è un modo per sentirsi utili e ognuno di noi, con un gesto, un sorriso, un atto di generosità può cambiare in meglio la vita di qualcuno, migliorare il peggio, creare uno spirito di comunità. È nel civismo delle piccole cose che si trova il paese migliore, quello che vorrebbe essere riconosciuto è considerato, perché surroga necessità alle quali le istituzioni non sono più in grado di rispondere. Ma c’è troppa diffidenza e un senso di sfiducia ancora alto per parlare di svolta, dice la rilevazione di Ipsos, che avvia per il Corriere un barometro del senso civico in Italia. Senso civico che va stimolato, aiutato, agevolato, insieme a quella rete di volontariato diventata negli anni una gigantesca fabbrica di solidarietà, e portato all’attenzione delle scuole come fattore educativo e di responsabilità. È il tempo dei valori, del marketing umanitario, delle varie mission, partecipate e solidali. Da più parti si ripete che le azioni positive hanno un ritorno importante anche per l’economia di un paese ma la politica non vede o guarda in modo strabico l’impegno di tanti cittadini, è vessatoria con le donazioni, non agevola le detrazioni fiscali per chi agisce a fin di bene. Lo stacco troppo grande tra cittadini e istituzioni rende urgente la proposta di un’educazione civica diversa, concreta e coinvolgente per alunni e insegnanti. Un new deal civico, nella scuola e nel lavoro andrebbe spinto è sostenuto: si impara da piccoli a diventare buoni cittadini. E per esserlo bisogna conoscere e riconoscere i propri diritti e i propri doveri. Dalla raccolta differenziata, al rispetto per l’ambiente, alla capacità a ridurre quei gesti di perversa inciviltà imbrattando i muri delle case o gettando motorini dalle gradinate di uno stadio, o ancora non fermandosi davanti alle strisce pedonali, si può far risalire il barometro del senso civico. La lotta allo spreco di cibo, di cui Expo vuole diventare la bandiera nel mondo, è un altro modo per dimostrare che la civiltà alla quale dobbiamo guardare è anche quella del recupero e della restituzione. La tutela di una comunità e dei suoi beni vale certamente più di certi squallidi indicatori del nostro prodotto interno lordo, come la droga e la prostituzione.”

Tutti i diritti Corriere della Sera, Giangiacomo Schiavi

 

“È opinione diffusa che l’Italia sia un paese caratterizzato da un limitato senso civico nel quale i cittadini antepongono le istanze personali e familiari a quelle della società e si mostrano più propensi a rivendicare i diritti che a riconoscere i propri doveri. Ma è veramente così?

(…)

In realtà l’individualismo e il familismo coesistono con un volontariato largamente diffuso nel nostro Paese. Basti pensare che una persona su due ha avuto occasione di svolgerlo negli ultimi anni: il 15% continua a svolgerlo regolarmente, il 24% saltuariamente e l’11% lo ha fatto in passato ma ora non più. Le attività sono maggiormente concentrate nei servizi alla persona (59%), nell’ambiente (33%) e nella cultura (27%). E anche le piccole pratiche quotidiane di attenzione all’ambiente, che 9 italiani su 10 considerano in termini molto positivi per i vantaggi collettivi che generano, sono svolte regolarmente dalla stragrande maggioranza dei cittadini: oltre 4 italiani su 5 differenziano la raccolta di vetro, plastica, carta e lattine, e tra il 68% e il 79% separa la raccolta di rifiuti umidi, pile, farmaci e apparecchi elettrici. Volontariato e attenzione all’ambiente sono giudicati espressione del senso civico, un senso civico “all’italiana” che trae origine più dai valori individuali (78%) che dal rispetto per la comunità nella quale si risiede (48%) o, men che meno, dalla fiducia nelle istituzioni 24%.

Tutti i diritti Corriere della Sera, Nando Pagnoncelli

image

Leave a Reply