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I volontari dell’antiracket

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I volontari dell’antiracket

Un ruolo particolare, nel vasto mondo del volontariato, è quello svolto dalle associazioni antiracket; oggi vi presentiamo l’ALA, l’associazione antiracket di Lamezia Terme, un luogo decisamente simbolico.

Dal 2011 l’ALA organizza TRAME, il festival dei libri sulle mafie, primo ed unico evento culturale in Italia dedicato interamente alla letteratura sui temi della legalità e del diritto, nato da un’idea di Tano Grasso, all’epoca Assessore alla cultura del comune di Lamezia, insieme alla direzione del giornalista Lirio Abbate. (www.tramefestival.it/cms/2015).

Ne abbiamo parlato con Armando Caputo, Presidente della Fondazione Trame e dell’Associazione Antiracket di Lamezia.

Attilio Lauria

 

  • Suona senza dubbio strano che il riscatto civile di una terra debba essere affidato ai volontari, piuttosto che essere patrimonio della coscienza civile collettiva; immagino che il vostro impegno sia proprio quello di restaurare questa “normalità”…

Lamezia è una città in cui forte è la presenza della ‘ndrangheta e della criminalità organizzata; un primo passo importante di un riscatto sociale è stato compiuto dieci anni fa, quando abbiamo iniziato l’attività con l’ALA, l’associazione antiracket, facendoci noi per primi portatori di una cultura altra rispetto all’omertoso silenzio di chi era sottomesso al racket. Ancor di più con TRAME, Festival dei libri sulle mafie, abbiamo portato le parole in piazza e con esse anche i giovani, ragazzi e ragazze che in quella identità e cultura subalterna non si riconoscevano più.

  • Chi sono i “tramati”, i volontari di trame?

Sono giovani, ragazze e ragazzi, che da tutta Italia si sentono accomunati da un forte ideale di coscienza, ma forse anche curiosi di visitare luoghi spesso solo conosciuti per “sentito dire”, per poi scoprire che il territorio è si afflitto da compromessi, ma è anche voglia di riscatto e partecipazione sociale.

  • Quanto è rischioso prestare volontariato per l’antiracket, avete ricevuto intimidazioni?

Direi che il rischio è quello di aprire gli occhi al cambiamento possibile. Quando il fenomeno è di massa, è difficile che intimidazioni possano prendere piede. Anche questo è il messaggio importante che l’associazionismo positivo lancia in questo nostro territorio.

  • La vostra realtà dedica una particolare attenzione alla comunicazione visuale, in occasione del decennale della vostre attività avete anche lanciato un contest: dal linguaggio testuale la vostra progettualità potrebbe estendersi anche al linguaggio delle immagini?

Abbiamo lanciato un contest per fissare in un gesto immediato, come è quello dello scatto fotografico, un cambiamento decennale, che è quello che si è avuto a Lamezia da quando l’ALA è stata costituita. Certamente la fotografia è un mezzo di comunicazione a cui ci siamo rivolti e a cui contiamo di dedicare sempre maggiore attenzione.

Tutte le foto © Mario Spada (www.mariospada.it/), cortesia dell’Autore, Trame, ALA

Insieme ai diversi momenti del Festival, le immagini propongono il vissuto dei volontari, tra entusiasmo, convivialità e gli inevitabili momenti di stanchezza.

  1. isabella tholozan says:

    Le associazioni antiracket, come quella narrata, portano, all’interno di comunità socialmente difficili, una folata calda di condivisione e cultura.
    Vedere le immagini di questi giovani, così partecipi e uniti da sforzi comuni, non fa che rinfocolare la convinzione che dove c’è cultura c’è legalità e futuro; la fotografia ha grande valore, anche in questo caso, perché mostra la bellezza di un concetto usato e abusato, dimostrando l’importanza del vivere comune e sociale.

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